La PYRACANTHA è uno stupendo arbusto spinoso rustico. Ha un’abbondante fioritura primaverile, ma è soprattutto belissima per i piccoli grappoli di pittoreschi frutti rossi, aranciati o gialli che addobbano la pianta per tutta la stagione invernale. Nel Giardino della Memoria abbiamo piantumato la Pyracantha coccinea, chiamata comunemente agazzino o roveto ardente, con fiori bianchi e bacche di color rosso vivace. L’essenza è collocata a ridosso della recinzione che delimita il terreno. “Non badare alle apparenze“: questo è il significato attribuito alla piracanta. Nella simbologia delle piante del Giardino ci piaceva inserire anche questo messaggio virtuoso.
Tale simbologia è pienamente giustificata dall’aspetto quasi insignificante che queste piante hanno in primavera e in estate, mentre appena giunge l’autunno esplodono in una straordinaria macchia di colore, coprendosi di bacche variopinte.
STORIA
Il nome scientifico Pyracantha deriva dai vocaboli greci “pyr = fuoco” e “àkantha = spina”, col significato di “fiamma spinosa”, in riferimento sia alla forma piramidale della chioma, simile appunto a una fiamma, sia al vivido color rosso delle bacche.
Specie prevalentemente coltivata come ornamentale e per difesa, dato che forma barriere difficilmente valicabili lungo i confinii. Richiama molta avivauna frugivora è chiamata anche la “mensa dei merli”.
DESCRIZIONE
Appartiene alla famiglia delle Rosacee.
Il genere comprende 6 specie.
L’origine: bacino del Mediterraneo, Asia Minore, Cina e Himalaya.
L’aspetto: arbusto sempreverde.
Le foglie sono ovali o rotonde, lucenti, piuttosto coriacee, di color verde vivo I fiori piuttosto piccoli, simili a minuscole roselline, raccolti in ricchi ciuffi; il colore può essere bianco, rosa, arancio o rosso.
La fioritura avviene solitamente in maggio e dura circa 15 giorni.
I frutti sono a forma di piccole bacche rotonde, riunite in gruppi come i fiori; i colori variano dal giallo all’arancio al rosso vivo; raggiungono il momento di maggior valore decorativo in autunno.
L’utilizzazione per siepi, gruppi isolati, pendii, scarpate o roccaglie, oppure per la decorazione del balcone (in cassette profonde 70 cm).
E’ una pianta antica, conosciuta dal Mediterraneo all’Asia Orientale, i Greci e i Romani la chiamavano la pianta spinosa di fuoco.
In tempo di guerra si utilizzivano i semi come surrogato del caffè.
Tratto in parte da: http://www.giardinaggio.it/; http://www.inseparabile.com/
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