I fiori del pesco platycarpa |
I fiori del susino angeleno |
Erba rasata, piante concimate, fiori sempre nuovi e curati: questo è il lavoro dei nostri soci |
I 309 nomi ed i fiori bianchi nel terreno |
MAGIA DELLA VITA
In un campo ho veduto una ghianda: sembrava così morta, inutile.
E in primavera ho visto quella ghianda mettere radici e innalzarsi,
giovane quercia verso il sole.
Un miracolo, potresti dire:
eppure questo miracolo si produce mille migliaia di volte
nel sonno di ogni autunno e nella passione di ogni primavera.
Perchè non dovrebbe prodursi nel cuore dell’uomo?
E in primavera ho visto quella ghianda mettere radici e innalzarsi,
giovane quercia verso il sole.
Un miracolo, potresti dire:
eppure questo miracolo si produce mille migliaia di volte
nel sonno di ogni autunno e nella passione di ogni primavera.
Perchè non dovrebbe prodursi nel cuore dell’uomo?
K a h l i l G I B R A N
I sessantacinque alberi da frutto del Giardino della Memoria di Lucoli sono in piena vegetazione, in una stagione precoce, sembrano promettere con i loro fiori molti frutti.
II memoriale di Lucoli, voluto dalla nostra Associazione per ricordare le vittime del terremoto d’Abruzzo del 2009, vuole costituire una memoria-reale (questa è l’etimologia della parola), la ripresentazione attraverso gli alberi di ciò che è commemorato, la presenza reale di ciò che è già storia passata e che qui in questo luogo si comunica in modo efficace, per chi sa ascoltare e capire.
Per noi volontari è un’emozione coltivare con amore gli alberi che abbiamo piantato nella primavera del 2010 volendo ricordare le 309 vittime del terremoto.
Questi alberi, oggi, sono i narratori della storia di tante altre storie umane: quelle dei ragazzi della casa dello studente, quelle delle famiglie intere distrutte, quelle delle comunità dei paesi ed anche di quelle delle vittime di Lucoli.
C’è qualcosa di incredibilmente folosofico, se non addirittura di mistico nel dar vita e coltivare un giardino, soprattutto se è inteso come un bene comune donato alla Comunità.
Prendersi cura di un giardino risveglia i sensi intorpiditi dalla vita di tutti i giorni, è un luogo di evasione, un angolo di “paradiso” dove risvegliare i ricordi di un “uomo” ideale, dove poter ammirare i colori e la bellezza di fiori e frutti, dove lasciarsi avvolgere da profumi dimenticati, quasi un luogo dove poter ricreare condizioni ottimali di vita.
E tutto questo con l’orgoglio di un piccolo gruppo di amici che hanno la consapevolezza di aver costruito da soli un luogo simbolico per tenere vivo un ricordo, un luogo che curano con i loro sacrifici e senza stancarsi, simbolo della bellezza della natura, che arricchisce il territorio e l’Abbazia di San Giovanni Battista.
Questo è il nostro dono, disinteressato ed umile per ricordare, ancora, trascorsi tre anni, quel 6 aprile del 2009.
II memoriale di Lucoli, voluto dalla nostra Associazione per ricordare le vittime del terremoto d’Abruzzo del 2009, vuole costituire una memoria-reale (questa è l’etimologia della parola), la ripresentazione attraverso gli alberi di ciò che è commemorato, la presenza reale di ciò che è già storia passata e che qui in questo luogo si comunica in modo efficace, per chi sa ascoltare e capire.
Per noi volontari è un’emozione coltivare con amore gli alberi che abbiamo piantato nella primavera del 2010 volendo ricordare le 309 vittime del terremoto.
Questi alberi, oggi, sono i narratori della storia di tante altre storie umane: quelle dei ragazzi della casa dello studente, quelle delle famiglie intere distrutte, quelle delle comunità dei paesi ed anche di quelle delle vittime di Lucoli.
C’è qualcosa di incredibilmente folosofico, se non addirittura di mistico nel dar vita e coltivare un giardino, soprattutto se è inteso come un bene comune donato alla Comunità.
Prendersi cura di un giardino risveglia i sensi intorpiditi dalla vita di tutti i giorni, è un luogo di evasione, un angolo di “paradiso” dove risvegliare i ricordi di un “uomo” ideale, dove poter ammirare i colori e la bellezza di fiori e frutti, dove lasciarsi avvolgere da profumi dimenticati, quasi un luogo dove poter ricreare condizioni ottimali di vita.
E tutto questo con l’orgoglio di un piccolo gruppo di amici che hanno la consapevolezza di aver costruito da soli un luogo simbolico per tenere vivo un ricordo, un luogo che curano con i loro sacrifici e senza stancarsi, simbolo della bellezza della natura, che arricchisce il territorio e l’Abbazia di San Giovanni Battista.
Questo è il nostro dono, disinteressato ed umile per ricordare, ancora, trascorsi tre anni, quel 6 aprile del 2009.