Un magnifico esemplare di Bulbocodium Versicolor e le montagne di Campo Felice. Foto di E. Mariani |
Una famiglia di Bulbocodium Versicolor. Foto di E. Mariani |
Campo Felice si è colorata del viola dei crochi.
Il Bulbocodium Vernum che da poco ha cambiato nome e si chiama Bulbocodium Versicolor è un genere di pianta molto antica e rara a Campo Felice. E’ genericamente definito “croco” il termine “kròke” fu dato da Teofrasto per indicare il filamento e i lunghi stimmi che simboleggiavano un legame d’amore.
Nella mitologia greca Kròkos era un giovane innamorato della ninfa Smilax: un amore destinato a finire perchè lui era mortale. Gli dei impietositi decisero di trasformare Smilax in Salsapariglia (Smilax aspera) e Kròkos in un bel fiore. In ricordo di tale amore impossibile il fiore rappresentò il “desiderio d’amore” e venne usato per adornare le tombe dei morti per amore. Anche nella civiltà minoica era un fiore sacro infatti a Cnosso e Festo compare come motivo ornamentale e per produrre una sostanza detta “crocina” usata come tintura.
Arrivando ai giorni nostri il croco è stato citato da tanti poeti tra cui G. Pascoli la cui prima strofa di questa poesia dice:
Il Bulbocodium Vernum che da poco ha cambiato nome e si chiama Bulbocodium Versicolor è un genere di pianta molto antica e rara a Campo Felice. E’ genericamente definito “croco” il termine “kròke” fu dato da Teofrasto per indicare il filamento e i lunghi stimmi che simboleggiavano un legame d’amore.
Nella mitologia greca Kròkos era un giovane innamorato della ninfa Smilax: un amore destinato a finire perchè lui era mortale. Gli dei impietositi decisero di trasformare Smilax in Salsapariglia (Smilax aspera) e Kròkos in un bel fiore. In ricordo di tale amore impossibile il fiore rappresentò il “desiderio d’amore” e venne usato per adornare le tombe dei morti per amore. Anche nella civiltà minoica era un fiore sacro infatti a Cnosso e Festo compare come motivo ornamentale e per produrre una sostanza detta “crocina” usata come tintura.
Arrivando ai giorni nostri il croco è stato citato da tanti poeti tra cui G. Pascoli la cui prima strofa di questa poesia dice:
O pallido croco,
nel vaso d’argilla,
ch’è bello,e non l’ami,
coi petali lilla
tu chiudi gli stami
di fuoco….
nel vaso d’argilla,
ch’è bello,e non l’ami,
coi petali lilla
tu chiudi gli stami
di fuoco….
Com’è facile calpestare un piccolo croco uccidendolo. L’Altopiano non deve essere calpestato va invece difeso. Foto di E. Mariani |
Natura da rispettare rifiuti di morte tra la neve che si scioglie: cartucce esplose. Foto di E. Mariani |
Natura da rispettare molti i rifiuti non biodegradabili: una sedia di plastica abbandonata nel sito del lago niveo. Recuperata e gettata nella differenziata! Foto di E. Mariani |