La pregevole cassa lignea dell’organo di Lucoli |
Leggiamo sulla stampa regionale di oggi che l’organo di Montorio è tornato a rivivere: avvolto dal silenzio per oltre mezzo secolo, è tornato a suonare sabato 5 maggio u.s.
“Il prezioso strumento, custodito nella nobile collegiata di San Rocco, fatta edificare da Vittoria Camponeschi madre del Papa Paolo IV Carafa, grazie alle esperte mani dell’organista e clavicembalista abruzzese Alberto Mammarella, ha regalato sabato sera ad un’attenta platea un vero e proprio salto nel tempo. Opera di un anomino organaro napoletano, lo strumento fu portato nella chiesa nel luglio del 1636 ‹‹ma a giudicare dalla documentazione ritrovata e dalla lettura stilistica del manufatto››, secondo Lucia Arbace, soprintendente per i Beni Storici e Artistici dell’Abruzzo presente all’inaugurazione, ‹‹molti elementi suggeriscono di arretrare la datazione di qualche decennio, entro i confini del Cinquecento››”.
Il restauro del pregevole bene è stato reso possibile grazie ai fondi dell’otto per mille donati alla Parrocchia.
L’organo dell’Abbazia di San Giovanni Battista, costruito da Giovanni Farina da Guardiagrele, è più antico di quello di Montorio e, certamente, è datato 1569.
Lo strumento di Lucoli, sebbene nel suo precario stato di conservazione e privo delle sole canne metalliche e lignee, non ha subito rimaneggiamenti che hanno deturpato o snaturato la sua struttura originale e la sua originale fisionomia. È questa una situazione assai rara da trovarsi che rende ancor più interessante il restauro dello strumento.
Al valore storico-artistico del manufatto, da molti riconosciuto, si deve aggiungere un valore puramente scientifico. Il restauro permetterà di acquisire informazioni preziosissime sull’organaria abruzzese cinquecentesca finora conosciuta solo attraverso lo studio dei documenti d’archivio ma priva di riscontri materiali.
La nostra Associazione si è coinvolta nel recupero di questo “bene comune” del territorio, impiegando lavoro e risorse dei suoi soci, anche per sensibilizzare gli Enti preposti, la Comunità del territorio e quella scientifica verso il reperimento dei fondi necessari, il tutto in una situazione post terremoto dei beni artistici a dir poco drammatica.
Il restauro dell’organo di Lucoli è importantissimo per molti motivi:
1. Innanzi tutto è uno strumento musicale di alto valore storico che non si può lasciare in rovina come è successo per altri beni presenti sul territorio; è una eredità che ci hanno lasciato i nostri antenati: ecclesiastici, ricchi e poveri contribuirono al massimo delle proprie possibilità per farlo costruire.
2. L‘organo di Giovanni Farina da Guardiagrele è un’ opera artistica di valore unico (ed incalcolabile) presente a Lucoli.
3. L’originaria funzione e destinazione dello strumento sarebbe ripristinata: l’organo nasce e viene collocato in chiesa per arricchire le cerimonie liturgiche col suo suono a dar maggior lode a Dio. E questa sarà la prima delle funzioni che recupererà lo strumento col suo restauro integrale e permetterà di restituire alle cerimonie liturgiche che regolarmente si svolgono in Abbazia il giusto decoro e la corretta solennità.
4. Esistono una valenza culturale ed una sostenibilità del progetto, il restauro dello strumento permetterà anche di promuovere ed incentivare l’attività concertistica che avrà due fini: rivitalizzare il territorio con l’arrivo di pubblico dai centri viciniori e fornire agli organisti (soprattutto ai giovani) uno strumento dove poter studiare e perfezionarsi nella letteratura organistica italiana cinque-seicentesca.
5. Per tutta la Comunità locale contribuire al restauro dell’organo vorrà dire anche entrare a titolo personale nella storia di Lucoli, visto che il restauro dello strumento del Giovanni Farina è un evento assolutamente unico e i nomi di tutti i donatori verranno incisi indelebilmente su una targa che rimarrà per sempre nell’Abbazia.
L’organo di Giovanni Farina da Guardiagrele. Cliccare sulla foto per ascoltare LA MUSICA DI UN ORGANO DEL 500 |
Siamo convinti che specialmente in momenti di crisi come l’attuale, le virtù civiche siano la linfa vitale di una società: ognuno può fare tanto per tutelare i propri beni comuni, contribuendo a migliorare le relazioni umane ed il patrimonio del territorio, costruendo in tale modo, un futuro più partecipato.
Aiutateci a ridare la voce all’Organo dell’Abbazia di San Giovanni Battista donandoci il vostro 5×1000 o con donazioni dirette. Il progetto sarà realizzato sotto la direzione della Soprintendenza per i Beni Storici e Artistici dell’Abruzzo.