Da G. Verga, Un processo, in Tutte le novelle, 1887.
‹‹- Conoscete da molto tempo l’imputato? (chiese il giudice alla testimone, una prostituta soprannominata Malerba)
– Sissignore. Questo qui me l’ha fatto lui, tre anni sono -.
E indicò fieramente uno sfregio che le segnava la guancia, dall’orecchio sinistro al labbro superiore.
– Sissignore. Questo qui me l’ha fatto lui, tre anni sono -.
E indicò fieramente uno sfregio che le segnava la guancia, dall’orecchio sinistro al labbro superiore.
– E non ve ne querelaste?
– No. Era segno che mi voleva bene.››
…
– No. Era segno che mi voleva bene.››
…
‹‹ Quando mi vedeva insieme al doganiere del molo, che era un bell’uomo, mi diceva: “Vedi questo temperino arrotato, che io tengo in tasca apposta? con questo ti taglierò la faccia, e dopo m’ammazzo io”. E mi tagliò davvero. Io gli dissi: «A che serve? Ora che m’avete sfregiata nessuno mi vorrà, e non sarete più geloso».
***
La nostra Associazione lascerà la formella ceramica con il logo del Giardino della Memoria, ideato dall’artista Valter di Carlo, nello stato in cui è stata danneggiata.
Ora che è stata “sfregiata” forse non ci sarà altro da distruggere e chi si è preso tanta cura nel compiere tale atto “non sarà più geloso”.