La “Festa degli Alberi” quest’anno è stata fortemente sostenuta dal Ministero per l’Ambiente nella data del 21 novembre.
Credits: Jerry Uelsmann – 1969 – Alberi galleggianti |
Già Plinio ci parla dell'”Arbor intrat”, in onore di Cibele, che si celebrava il 22 marzo, con la piantagione di pini domestici. Una tradizione nata nell’antichità e ancora presente in molte civiltà è quella di piantare un albero al momento della nascita di ogni figlio. Anche in Italia una legge del 1992 lo impone, ma a tutt’oggi tale obbligo è stato disatteso dalla maggior parte dei Comuni. Nel corso del Medioevo l’attenzione per i boschi aumentò la connotazione religiosa, soprattutto grazie ad alcuni Ordini monastici: Vallombrosani, Camaldolesi, Benedettini. Il fondatore dell’Ordine dei Vallombrosani, San Giovanni Gualberto, patrono dei Forestali, era solito unire l’esecuzione di lavori selvicolturali alla celebrazione di un rito di ringraziamento, in presenza di una moltitudine di persone, soprattutto di poveri, ai quali venivano distribuiti cibo ed altri doni. L'”Arbor day” nasce negli Stati Uniti nel 1872 (anno, tra l’altro, dell’istituzione del primo parco nazionale nel mondo, Yellowstone) ed ha un successo clamoroso, tanto che in pochi anni vennero messe a dimora 300 milioni di piantine. Nel 1898 il ministro della Pubblica Istruzione Guido Baccelli decise di istituire una Festa degli alberi anche in Italia, rivolta soprattutto agli studenti: la prima celebrazione si tenne il 21 novembre a Roma, alla presenza di circa cinquantamila persone, di cui 11 mila studenti. A tale manifestazione parteciparono anche la regina Margherita, la principessa Elena ed una folta rappresentanza di personalità politiche, militari e religiose. Ecco cosa scriveva Baccelli nella circolare istitutiva della Festa degli alberi: “La sapienza degli antichi padri dichiarava sacre le selve: la esecrabile sete dell’oro presso noi le distrusse… Le selve sono salute e ricchezza; sono filtri stupendi e centri di produzione ossigenica, anzi di ossigeno elettrizzato, che è tra le più poderose difese contro gli invisibili organismi malefici. Tutelano il clima, equilibrano la temperatura; disciplinano le correnti dell’aria; provvedono alle condizioni igrometriche del sottosuolo proteggono i colli nella loro coesione; difendono le praterie; conservano le acque; a noi, che non abbiamo il carbon fossile danno il combustibile; ci proteggono dalla grandine; e, poste sui monti, fanno da parafulmini… Noi deploriamo oggi la frequenza delle inondazioni; e se potessimo volgere a beneficio del rimboschimento sulle Alpi e sugli Appennini il denaro che ogni anno si disperde per riparare ai dilagamenti dei nostri fiumi, specialmente del Po, ed alle alluvioni del Mezzogiorno, i grandissimi danni che dobbiamo lamentare, sarebbero immensamente ridotti di numero e di quantità...”. Sono trascorsi più di 100 anni, ma queste affermazioni mantengono intatto il loro valore e purtroppo ancora assistiamo con drammatica frequenza a frane ed alluvioni che devastano il territorio italiano.
Quando Baccelli divenne ministro dell’Agricoltura sancì l’ufficialità della festa degli alberi con il Regio Decreto n. 18 del 2 febbraio 1902. Con esso “È istituita in tutti i comuni del Regno la festa degli alberi. Essa sarà celebrata ogni anno in un giorno festivo, di primavera o di autunno, con l’intervento delle autorità e della scolaresca… (Art. 1)”. Non fu solo l’Italia a fare propria questa nuova sensibilità nei confronti della cultura degli alberi. A Barcellona, in Spagna, nel 1902 venne fondata una “Associazione degli amici della festa degli alberi”, incaricata della celebrazione annuale della cerimonia; in Francia si istituì una “Società forestale degli amici degli alberi”. Analoghe iniziative furono intraprese negli stessi anni in Belgio, Russia, Svezia, Austria-Ungheria, Svizzera, Portogallo e Giappone.
Nel 1911 la tradizione riprese nuovo slancio sulla spinta dell’associazione “Pro Montibus” e dopo la pausa della prima guerra mondiale le cerimonie continuarono a diffondersi più o meno regolarmente fino al 1937. La legge forestale n. 3267 del 1923 ribadì all’art. 104 l’opportunità di celebrare la Festa degli alberi. Con l’avvento del Fascismo la festa assunse una veste di propaganda e di esaltazione del regime, come testimonia una cerimonia svoltasi a Roma nel 1939 alla presenza di Mussolini. Tuttavia dalla consultazione dei Bollettini Ufficiali della Milizia Forestale Nazionale si denota come maggiore importanza fosse attribuita ai rimboschimenti volontari, a scapito della tradizionale festa.
Il dopoguerra
Dopo i faticosi primi anni della “ricostruzione”, che seguirono la fine della seconda guerra mondiale, dal 1948 vennero istituiti i cantieri di rimboschimento; nel 1951 fu l’allora ministro dell’Agricoltura Amintore Fanfani che stabilì di “…dar nuovo vigore alla celebrazione della festa degli alberi pressoché interrotta nell’ultimo decennio. Si stabilisce pertanto che la festa degli alberi si celebri solennemente in tutto il Paese il 21 novembre di ogni anno a partire dal 1951. La celebrazione può differirsi al 21 marzo solo nei comuni di alta montagna per ragioni di ordine tecnico o per avversità stagionali…”. A Roma la festa degli alberi del 1951 venne celebrata sul Monte Mario presso il Collegio Don Orione, per i ragazzi mutilati di guerra; alla cerimonia parteciparono il Presidente del Consiglio De Gasperi, il ministro dell’Agricoltura Fanfani ed il ministro della Pubblica Istruzione Segni. Il decennio 1951-1960 coincise con il periodo di maggior splendore della festa; dagli anni Sessanta iniziò un certo declino delle feste degli alberi, che si svolsero comunque regolarmente fino al 1970 per poi proseguire in modo sporadico ed occasionale nel ventennio successivo. I dati riassuntivi del totale delle feste svoltesi in Italia nel periodo 1951-1970, desunti dal Bollettino Ufficiale del Corpo forestale dello Stato, evidenziano come in quasi 133 mila feste degli alberi svoltesi in 19 anni siano state collocate a dimora quasi 24,5 milioni di piantine ed abbiano partecipato 38,5 milioni studenti (ovviamente questo valore può includere gli stessi studenti che hanno partecipato a più feste successive). La superficie interessata dalle piantagioni in quegli anni è stata superiore a 8 mila ettari, l’estensione del Parco Nazionale del Circeo.
Ai nostri giorni
Negli anni Settanta, con le leggi di trasferimento delle competenze in materia forestale dallo Stato alle Regioni, si perse definitivamente quella centralità propositiva ed organizzativa rappresentata fino ad allora dal Corpo forestale. Per quasi un trentennio la celebrazione della festa degli alberi fu affidata alla iniziativa di singoli enti locali o istituti scolastici, che si organizzavano autonomamente e che richiedevano alla Forestale l’invio di piantine e di materiale divulgativo. A seguito dell’istituzione della “Giornata forestale mondiale” il 21 marzo, promossa dalla Fao nel 1971, in alcune regioni d’Italia si è fatta coincidere tale ricorrenza con la festa degli alberi. Dagli anni Novanta la manifestazione ha ripreso nuovo vigore e diffusione, soprattutto grazie ad un rinnovato impegno promozionale ed organizzativo da parte del Corpo forestale: ad esso si sono aggiunte alcune associazioni ambientaliste che da anni ormai collaborano strettamente e proficuamente con la Forestale per celebrare feste degli alberi in tutte le regioni italiane, soprattutto nelle scuole elementari e medie. Nel 2001 l’allora ministro delle Politiche Agricole e Forestali Alfonso Pecoraro Scanio insieme al collega alla Pubblica Istruzione, Tullio De Mauro, ripristinarono con un decreto interministeriale la “Festa dell’albero” da tenersi il 4 ottobre e il 21 marzo di ogni anno in tutte le scuole d’Italia. Questa volta l’obiettivo è sensibilizzare i più giovani sulla tutela delle specie arboree da frutto e delle essenze forestali autoctone.
La meravigliosa cornice del progetto “Giardino dei patriarchi dell’Unità d’Italia” a Villa dei Quintili a Roma |
Il Dott. Sergio Guidi partecipa alla piantumazione dell’albero di melograno che rappresenta L’Italia centrale e Roma |
Nel corso delle celebrazioni previste dal Ministero dell’Ambiente lo scorso 21 novembre a Villa dei Quintili, sull’Appia Antica, la nostra Associazione ha partecipato alla piantumazione di un albero di melograno, che rappresenta la specie del Lazio e di Roma, all’interno del “Giardino dei Patriarchi dell’Unità d’Italia“, un giardino davvero speciale, in corso di allestimento, dove sono conservati i “gemelli” degli alberi monumentali più significativi delle varie regioni d’Italia, cioè specie derivate da alberi che già vegetavano nel 1870 alla data dell’unificazione. Tutte le piante sono messe a dimora rispettando la forma della nostra penisola, quando saranno in piena vegetazione, dall’alto, sarà possibile distinguere la sagoma dell’Italia.
Il progetto è stato reso possibile grazie alla collaborazione fra la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma, Arpa Emilia-Romagna, il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ed il Comitato per la Bellezza di Roma. Il Ministero e il ministro per l’Ambiente hanno accordato il loro patrocinio. La nostra vocazione ambientalista ed il progetto del Giardino della Memoria da noi realizzato a Lucoli con le specie degli antichi pomari d’Abruzzo, ci ha posto in relazione con l’ISPRA, il Corpo Forestale dello Stato e con l’Associazione i Patriarchi della Natura (http://www.patriarchinatura.it/contenuti/it/home/index.php) promotrice dell’iniziativa presso Villa dei Quintili, quest’ultima ci ha invitato all’evento, abbiamo partecipato volentieri alla piantumazione del “melograno di Roma” testimoniando anche la nostra esperienza progettuale di Lucoli.
Le notizie storiche sulla festa dell’albero sono tratte da: http://www3.corpoforestale.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5920