Infatti i corredi realizzati a mano sono, per chi li possiede, qualcosa di prezioso e di distintivo della propria appartenenza ad una cultura, ad un territorio, ad un progetto di vita insieme e si tramandano da sempre con amore e con orgoglio. Non solo il ricamo ha questo compito di accompagnare unioni familiari e rapporti sociali, ma anche l’uncinetto, la maglia, il filet.
Il ricamo è anche ricerca, conoscenze tecniche, tradizione, un’eccellenza che affonda profonde radici nella storia, nell’aquilano poi, si arricchisce anche dell’esperienza del merletto a tombolo. Ci sono musei italiani che aprono le porte alla nobiltà di gusto e all’abilità di molte artigiane, in quanto il ricamo è arte creativa e strumento della memoria storica.
La Signora Dalma Chiappini |
Oggi vogliamo parlare di Dalma Chiappini di Vado Lucoli. Strano nome Dalma, che potrebbe avere la stessa etimologia di Alma, oppure avere origine illiriche, e significare “pecora” (cfr. l’odierno albanese delme), questo nome le fu dato dal papà di ritorno dalla Sardegna ove lavorava con le greggi ed a suo dire non le è mai piaciuto.
Ci racconta di aver ricamato con tanti tipi di punto: il punto piatto, il punto rodi, i retini e tanti altri.
Ha scritto poesie con i fili ed i nodi, intrecciando fili di cotone per disegnare immagini e parole col sottile prodigio del filato. Le sue mani con i loro movimenti magici hanno lavorato tanto, mani che portavano sempre il ditale inserito dentro il dito medio della mano destra e nel momento che ne era senza, quel dito sembrava talmente scarno dal suo assiduo lavoro. Quelle “sante” mani: che eseguivano i ricami seguendo un sapere acquisito da bambina, erano addolcite dal bene della pazienza, dalla fertilità dell’umiltà, dalla fantasia, mani che si avversavano alla povertà del tempo, ma che le facevano costruire il futuro.
Adolfina e Dalma Chiappini, nella foto con il marito di Adolfina |
Quella di Dalma e della sorella Adolfina, anch’essa ricamatrice, sono esperienze che andrebbero non solo ricordate ma valorizzate cercando di tramandare quest’arte alle giovani generazioni, arte che testimonia il fascino indiscutibile di una tradizione che non dovrebbe morire.