Un tempo l’araldica era nota come “Nobilissima Armorum Scientia”; a lei era demandato il compito di ricordarci le glorie (e anche le disgrazie) del passato. Lo è ancora. In un piccolo scudo era ed è raccolto un affascinante mondo di vita vissuta, di arte, di cultura, di lotte politiche e non, perché no, anche il nostro futuro. Nonostante ciò, ai tempi nostri questa scienza è snobbata dai più in quanto ritenuta un retaggio del passato.
Cos’è l’Araldica? E’ una disciplina scientifica, che molti definiscono ausiliaria della Storia ma che in verità essa stessa è Storia. E’ lo studio degli stemmi, dei simboli e delle complesse norme che regolano la difficile materia. Studia e insegna a comporre le armi; intendendo per arma il complesso di tutte le figure, gli emblemi, i colori e gli ornamenti che servono ad individuare un ente, una famiglia, una persona. Una scienza che coinvolge varie discipline come l’antroponimia (scienza che studia i nomi propri e delle persone), la biografia, il diritto, la genealogia, la iconologia, la storia, la storia dell’arte, la sociologia, e altro ancora.
Certo, sembra incredibile che un semplice stemma, con alcune figure effigiate nello scudo, possa raccontare la storia di una famiglia, di una città, di un ente. Ogni comune (il 90%) della nostra bella Italia ha il suo stemma. Magari non riconosciuto dallo Stato perché gli amministratori si sono scordati di farlo. Lo troviamo stampato sui documenti, sui gagliardetti, sulle bandiere, senza però conoscerne quasi mai il significato, la storia che si porta appresso.
Viviamo in una società dove tutto o quasi è identificato in un logo, un segno che serve a far sapere chi siamo, cosa facciamo, dove andiamo. Gli stemmi comunali identificano la peculiarità di ogni Comune.
Il Comune è il più piccolo ente il cui territorio forma e costituisce la più piccola circoscrizione amministrativa generale dello Stato. Ma, paradossalmente, è forse anche l’ente che maggiormente possiede nei suoi archivi la vera storia del nostro Paese. Storia che, salvo rari casi, si trova spesso sepolta nei faldoni, depositati in cantine ed archivi.
“La storia è testimone dei tempi, luce della verità, vita della memoria, maestra della vita, nunzia Dell’antichità.” Così Cicerone nel suo “De Oratore”. Cosa meglio di uno stemma araldico, con la sua storia, può condensare questo pensiero del grande Cicerone?
Esistono precise norme che regolano la tematica degli stemmi comunali: il RD. 21/01/1929 n. 61, R.D. 12/10/1933 n. 440 art. 1, RD 07/06/1943 n. 652.
L’entrata in vigore della legge n. 142 del giorno 08.06.1990 ha fatto scattare il diritto/obbligo per Comuni e Province di dotarsi di apposito Statuto sul quale va riportato, tra gli elementi identificativi propri dell’ente locale, la descrizione dello stemma e gonfalone.
A Roma, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, c’è l’Ufficio Araldico diretto da valenti studiosi ed esperti araldici e giuridici, che istruisce e provvede a predisporre i relativi decreti da sottoporre al Capo dello Stato e del Governo per la relativa firma.
Attualmente presso l’Archivio Centrale dello Stato sezione Ufficio Araldico-Fascicoli comunali (http://151.12.58.148/comuni/) non è registrato alcun decreto di concessione di stemma e gonfalone per il Comune di Lucoli.
Sotto l’aspetto tecnico lo stemma di un Comune, come quello di una Provincia, Regione o Ente, deve soddisfare alcune precise regole. Ecco le principali.
LO SCUDO – Forma e misure.
Lo scudo deve misurare 7 moduli di larghezza e 9 moduli di altezza. Lo scudo generalmente adottato è di tipo sannitico, detto anche francese moderno.
CORONA – Un esempio
Comune: formata da un cerchio aperto da quattro pusterle (tre visibili), con due cordonate a muro sui margini, sostenente una cinta, aperta da sedici porte (nove visibili), ciascuna sormontata da una merlatura a coda di rondine, il tutto d’argento e murato di nero. (art. 97, R. D. 7 giugno 1943, n. 652).
ELEMENTO DECORATIVO: Un esempio
Due rami, uno di quercia con ghiande e uno di alloro con bacche, fra loro decussati, posti sotto la punta dello scudo e annodati da un nastro con i colori nazionali.
Lo stemma odierno del Comune di Lucoli |
Il Comune di Lucoli ha per stemma uno scudo doppiamente sbarrato in direzione diagonale, con due rose a cinque petali maggiori, una posta al cantone destro del capo ed un’altra al cantone sinistro della punta.
L’esemplare più antico di questo stemma è quello scolpito su pietra sulla facciata dell’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli, fregiato di mitra e pastorale fra le iniziali maiuscole L e A (Luculana Abbatia) e due rose sottostanti.
Abbiamo fatto una ricerca di archivio partendo dal periodo della “restaurazione” quindi dal ritorno dei Borboni e del Regno di Napoli in Abruzzo ed abbiamo ritrovato i documenti ufficiali (che seguono) con i quali due sindaci di Lucoli trasmettevano lo stemma comunale senza dare però indicazioni della sua storia e sul significato dei simboli raffigurativi.
Anche oggi, consultando il web, abbiamo visto che sul sito ufficiale dei comuni Italiani manca la descrizione del profilo araldico dello stemma di Lucoli
Stemma in uso nel 1818 recante ancora la dicitura dell’Università di Lucoli |
Lettera del 4 ottobre 1818 del Sindaco Gualtieri con la quale fu inviato lo stemma precedente |
“Antico Stemma del Comune di Lucoli” a colori inviato dal sindaco Gualtieri l’8 ottobre 1818 |
Lettera al “Signor Intendente di Aquila” di trasmissione dello stemma precedente di Lucoli questa volta inoltrato dipinto con colori |
Stemma trasmesso il 10 maggio 1881 dal Sindaco Marrelli al Prefetto di Aquila |
Lettera del Sindaco C. Marrelli, del 10 maggio 1881, di trasmissione dello stemma al Prefetto di Aquila |
Sarebbe interessante aprire un dibattito ricercando anche immagini di stemmi precedenti a quelli riportati nel presente articolo siamo aperti ad ogni contributo.
Si ringrazia Fernando Rossi per l’infaticabile opera di ricerca delle radici che svolge quotidianamente anche per Lucoli.
2 comments
Ho notato sul sito linkato da voi dei comuni d' Italia, che accettano integrazioni, delucidazioni o qualsiasi cosa manchi nel sito e chiedono di inviargliela via eMail, volevo mandargli io la descrizione dello stemma di Lucoli, ma poi ho pensato che è più giusto che lo faccia un Lucolano che nel comune ci vive.
Mauro Gasperini, figlio di Dora Soldati, sorella di Cesare Soldati.
Grazie della Risposta Signor Mauro,
è bello leggerLa e soprattutto sapere che potremmo trovare maggiori notizie.
Credo che Lei abbia ragione e comunque aggiungerei qualcosa in più dovrebbe essere il Comune di Lucoli o magari anche la Pro Loco o comunque chi è investito del ruolo ufficiale di comunicatore per la valorizzazione del territorio di Lucoli ad inviare in via ufficiale nuove informazioni, attendibili e storicamente riscontrabili, al sito dell'Archivio Centrale dello Stato.
La nostra Associazione, tra le attività che svolge per il territorio, si è ritagliata quella dell'indagine storica delle fonti più o meno recenti presso l'Archivio di Stato dell'Aquila e presso quello Vaticano, riguardanti qualsiasi argomento su Lucoli con lo scopo di riattualizzare fatti, personaggi e circostanze del passato che hanno coinvolto il territorio e la sua gente.
Se volesse potremmo verificare le sue informazioni consultando gli archivi con lo scopo di verificarne le fonti storiche, da questa ricerca potrebbe scaturire il materiale che il Comune potrebbe inoltrare formalmente agli Enti preposti.
Può scriverci sulla mail del presente Blog.
Veramente grati del contributo.
Saluti