C’era una volta il mondo delle società vernacolari, quando ovunque le persone sapevano realmente come vivere in armonia col mondo naturale, con gli animali, con le foreste e con gli alberi. Loro sì che erano perfettamente consapevoli in qual misura la natura vivente fosse la fonte basilare di tutti i benefici e di tutta la ricchezza, e avevano intuitivamente, quasi ineffabilmente compreso con quanta forza e quanta fede dovessero adoperarsi per preservare l’ordine cruciale del mondo naturale e del cosmo. L’uomo “moderno” oggi non sta rispettando, spesso a proprio danno, le leggi della natura, considerando “normale” che per esempio i nostri alberi e le nostre foreste vengano abbattute o, peggio, incendiate, oppure sistematicamente sostituite con monocolture esotiche a rapida crescita ma ecologicamente vulnerabili, e i suoli agricoli resi aridi e impoveriti.
Per quanto sopra destano profonda ammirazione le iniziative di alcune associazione abruzzesi, l’Associazione Amici di San Michele e NoiXLucoli Onlus che, insieme alle comunità di Lucoli Alto e Vado Lucoli (AQ), si stanno impegnando alla reviviscenza di alberi autoctoni e verdi fronde, proprio su quei territori depauperati e derisi dalle incessanti attività umane, dagli incendi, dalla pastorizia asfissiante, che recano falcidie alla biodiversità.
Sono tanto sorpreso, ammirato e felice d’aver vissuto insieme a loro quella radiosa giornata della “Festa dell’Albero” e di piantumazioni il 30 marzo u.s., che mi son salite in mente le parole del commentatore di Jean Jono, Leopoldo Carra in “L’uomo che piantava gli alberi”, quando scrive che siffatto adoperarsi fa pensare che, malgrado tutto, la condizione umana sia ammirabile, perchè da essa possono nascere opere degne di Dio: proprio come quelle che abbiamo visto a Lucoli.
L’osservanza dei più elementari dettami dell’ecologia e del rispetto dell’ambiente e del territorio, con cui i nostri amici abruzzesi vanno surrogando sentimenti bassi e deleteri, quali egoismo, individualismo e competizione imperanti, sono l’asse portante della fede nella saggezza di quelle forze che hanno creato il mondo naturale a beneficio di tutto ciò che vive.
Certo, proprio come quel tempo in cui, come ho ricordato sopra, la gente amava le cose della natura, i boschi, le stelle, il volo del falco e il canto dell’allodola.
E parlava ed agiva come se avesse un’anima.
Valentino Valentini
CO.RI.TA – CO.N.AL.PA.