Finestre e porte chiuse di Lucoli particolari – foto di R. Soldati |
Continuiamo a scrivere seguendo il percorso dello scrittore Franco Arminio, che, come lo definisce Roberto Saviano, scrive di un’Italia perduta trovandovi frammenti di luce. Arminio percorre una “scienza” quella della Paesologia che, a suo dire, mette l’accento sui luoghi sgraziati, sui luoghi che fanno luce da soli. Trova la poesia nei luoghi che hanno poca vita intorno. Non è una scienza umana, è utile a restare inermi, immaturi. La paesologia è il passaggio dei corpi nel paesaggio, è una disciplina fondata sulla terra e sulla carne, è la scrittura che viene dopo aver bagnato il corpo nella luce di un luogo.
I nostri lettori possono ben capire come questo tipo di poesia possa essere appropriata per Lucoli.
Arminio scrive nel suo libro “Terracarne”: “Nei paesi piccoli la sensazione di “anemia” e “scoramento” arriva dentro in maniera più perentoria, si hanno meno possibilità di distrarsi e di aggrovigliarsi nel caos della giornata. Nei piccoli paesi la vita ci sta davanti con la sua incompiutezza perenne. Quello che ci opprime veramente, quello che ci fa smaniare e ci rende scontenti è questo non riuscire a raccogliere, a raccogliersi. Anche nei paesi come nelle città è in funzione quella che è stata definita la “società degli individui”, con la democrazia autistica che ne consegue. Da questo punto di vista non ci sono differenze, però bisogna considerare che il metabolismo di un luogo in cui ci sono mille individui in trenta chilometri quadrati è assai diverso dal metabolismo di un luogo in cui ci sono trentamila individui in un chilometro quadrato. bisogna stare attenti alla geografia. La vita di ognuno dipende da dove è piantata la propria casa”…..”Il paesologo va nei paesi a pescare lo sconforto e si ritrova tra le mani un poco di beatitudine: può essere uno scalino, una casa nuova o antica, può essere la visione di un castello o di un albero di noci, può essere una piazza vuota o un vicolo…Si va nei luoghi più sperduti e affranti e sempre si trova qualcosa, ci si riempie perché il mondo ha più senso dov’è vuoto, il mondo è sopportabile solo nelle sue fessure, negli spazi trascurati, nei luoghi dove il rullo del consumatore e del produttore ha trovato qualche sasso che non si lascia sbriciolare. Non sarà sempre così.
Colle di Lucoli – La foto della Madonna ha i fiori freschi nonostante il deserto circostante |
La paesologia è una scienza a tempo. Non poteva esistere cento anni fa e non potrà esistere fra cento anni. Fra un secolo i paesi avranno una piega più chiara, saranno morti o saranno vivi e vegeti e allora non avranno più questo crepuscolo che li rende così particolari.
Andate nei paesi allora, andate dove non c’è nessuno in giro. Abbiate cura di credere alla bellezza sprecata del paesaggio, portate il vostro fiato alle sperdute fontanelle del respiro.
Colle di Lucoli – Usci serrati e l’erba li sigilla |
Questo nostro scritto vuole intercettare “i flussi buoni e tenere lontani quelli cattivi” vorremmo “portare i corpi in un luogo”, far vedere Lucoli e le sue Frazioni con gli occhi di Arminio e far capire che è un luogo bellissimo.
Vogliamo, come lui, mettere l’accento sui luoghi sgraziati, sui luoghi che fanno luce da soli. Lucoli sarebbe un luogo luminoso anche se non ci fosse nessun essere umano dentro. La forza di questo luogo viene dal suo avere poca vita intorno. Vogliamo, prima di dire il male, provare a dire il bene. Ci spendiamo per questo lavorando di più perché il bene è raro e sfuggente. Come scrive Arminio: “Il secolo che abbiamo davanti non sappiamo che strada può prendere, per ora è il caso di aver cura della bellezza che si è salvata dal diluvio della modernità. Dunque, la prima cosa da fare è parteggiare per le colline, per i cani, per i baci, parteggiare per le albe, per chi cammina, riunirsi per leggere un libro, per sentire un suonatore di fisarmonica, per zappare un orto, per raccogliere l’uva di una vigna. Ecco le assemblee del nuovo secolo……Ecco le tracce di una politica che parte dalla natura, ogni cosa che abbiamo tra le mani viene dalla terra prima che da una fabbrica”.
Colle di Lucoli – La vegetazione si riappropria degli spazi |
Crediamo anche noi nella “visione” di Arminio: “ho capito prima di altri che in certi luoghi del Sud oggi si può concepire qualcosa di nuovo. Ho capito che la mia scrittura doveva essere agganciata a delle azioni di militanza collettiva, una militanza festosa, lontana dal grigiore di chi vive sotto la dittatura del problema. In realtà il mondo è già bene accordato ovunque, il problema di solito lo aggiungiamo noi. Con questo punto di vista si possono fare tante cose belle…… Dunque, mettiamoci al lavoro fuori dal piombo dei discorsi. Sa di polvere il mondo di chi parla e non crede. Ora c’è da credere in chi crede e guarda”.
Colle di Lucoli – Vista della solitudine dei luoghi |
2 comments
Da Beti Piotto
Bello questo articolo.
Mi ha colpito questo concetto "La vita di ognuno dipende da dove è piantata la propria casa" perché ho vissuto in tre paesi molto diversi ed in vari indirizzi nell'ambito di questi paesi, insomma ho girato troppo. Mi afferravo quindi al pensiero buddista-ecologista che vuole che "tua casa sei tu" ma per noi occidentali è difficile scollegarci dalla terra e dal tetto. Anzi, quanto è importante il paese natio! quello che ti ha formato per diventare quello che sei.
Grazie della risposta.
Vorremmo rispondere continuando sul filone delle bellezze "tradite" rappresentate dai luoghi che non frequentiamo più.
"cosa ne sanno più gli italiani dell’immergersi e nuotare nei fiumi e nei / torrenti – del gusto della sospensione e del galleggio – un sedile di / pietra dove starsene a scrutare la volta dei rami e delle foglie – là dove / balugina una luce riflessa tra penombre e spiragli di cielo… Questo è l'inizio del testo dell’ultima raccolta versi di Roberto Cogo.. L’esordio di un riuscito poemetto del bravo poeta vicentino (Dell’immergersi e nuotare. Wild swimming), perché, mi sembra che riesca a farci intuire al meglio il senso ultimo di una ricerca forse comune e altrimenti difficile da spiegare.
Nell'articolo abbiamo voluto rappresentare la potenza del dettaglio, per far capire ai lettori quante energie si possono nascondere alla vista e all’udito di chi non riesce più ad accorgersene, perché immerso nell’“autismo corale” della civiltà urbana (“Si va nei luoghi più sperduti e affranti e sempre si trova qualcosa, ci si riempie perché il mondo ha più senso dov’è più vuoto, il mondo è sopportabile solo nelle sue fessure, negli spazi trascurati, nei luoghi dove il rullo del consumare e del produrre ha trovato qualche sasso che non si lascia sbriciolare”. E' per questo che abbiamo proposto le foto della Frazione di colle di Lucoli, dove vive una sola famiglia, le case sono vuote e dolenti e dove il silenzio è sovrano.
Eppure Il Colle parla a chi lo sa ascoltare anche senza vita influenza la nostra quotidianità.