IMPATTO SUGLI ECOSISTEMI E SUGLI ESSERI VIVENTI DELLE SOSTANZE SINTETICHE UTILIZZATE NELLA PROFILASSI ANTI-ZANZARA

by Amministratore


Questa estate a Lucoli non è stata effettuata la demoschizzazione cerchiamo di spiegarne i motivi……che condividiamo in pieno.
Le disinfestazioni anti-zanzare prevedono l’uso, sia nella lotta larvicida, che in quella adulticida, di sostanze riconosciute come tossiche e ad impatto ambientale particolarmente elevato.
I prodotti utilizzati nelle irrorazioni si chiamano PIRETROIDI, agiscono allo stesso modo di quelli di origine naturale, ma sono meno fotolabili delle piretrine e molto più persistenti nell’ambiente.
La sicurezza ambientale e sanitaria dei piretroidi di sintesi non è affatto scontata, di conseguenza l’ampia diffusione di interventi basati sull’uso di questi principi attivi nei contesti più disparati solleva alcuni dubbi e più di una perplessità. Dubbi e perplessità amplificate dal fatto che, nelle pratiche di disinfestazione dalle zanzare in luoghi abitati, tali molecole sono applicate senza fornire adeguate informazioni alla popolazione che potrebbe risultare esposta. I piretroidi sono sparsi in spazi pubblici (scuole, giardini, centri sportivi, parchi, ecc.).
L’uso di insetticidi piretroidi è aumentato considerevolmente negli ultimi due decenni, e sono diventati una delle classi di insetticidi utilizzate maggiormente per controllare i parassiti in un ampia varietà di colture e negli ambienti urbani e domestici.
A Lucoli fino allo scorso anno è stata utilizzata la Ciparmetrina, un ciano-derivato della Permetrina. L’uso di questo strumento ha sollevato molte perplessità in riferimento ai possibili effetti collaterali documentati in letteratura scientifica, anche se la loro tossicità sistemica sull’uomo è ritenuta bassa grazie al fatto che il fegato li metabolizza rapidamente. Anche se negli esseri umani i priretrici possono interferire con il sistema nervoso centrale a livello della trasmissione assonale dell’impulso nervoso. Sono sostanze a concentrazione lipofila, vanno cioè ad accumularsi nei tessuti grassi, si ingeriscono con i cibi contaminati e possono essere respirate o assorbite attraverso la pelle.
Il prodotto è considerato molto tossico per gli organismi acquatici con effetti di lunga durata.
Questi prodotti sono in genere utilizzati nel trattamento della vegetazione arbustiva, dove si annida buona parte della biodiversità residua. La Cipermetrina è utilizzata nelle irrorazioni al suolo da vari comuni italiani per la profilassi contro le zanzare, l’Organizzazione Mondiale della Sanità propone però delle dosi limite per le irrorazioni.
Ma quali sono le conseguenze di questi trattamenti sull’ecosistema?
Gli insetti, a differenza dei mammiferi e degli animali superiori, risentono gravemente e soccombono, in quanto molto poveri di strutture enzimatiche. Tutti gli insetti sono sensibili ai pietroidi anche a basse concentrazioni, in loro subentra la paralisi e quindi la morte. Le specie di Apoidei ed i Lepidotteri sono danneggiate da queste sostanze. L’azione su questi insetti può influenzare negativamente la biodiversità anche riducendo la fertilità delle specie vegetali impollinate.
Le piante riescono a trasformare, facilmente, ipirezoidi in composti acidi e alcolici: questi ultimi per ossidazione diventano aldeidi ed acidi, non penetrano nei vasi delle piante per cui esercitano azione contro gli insetti prevalentemente per contatto.
Riguardo agli uccelli, queste sostanze hanno una tossicità relativamente bassa, ma possono distruggere il loro approvvigionamento alimentare.
Riguardo ai mammiferi questi metabolizzano i piretroidi principalmente per mezzo di idrolisi e ossidazione, quando i mammiferi entrano ripetutamente in contatto con questi insetticidi le loro molecole possono accumularsi nei tessuti adiposi. Il gatto ad esempio, con la tipologia di fegato che possiede, risulta inefficiente rispetto alla coniugazione con glucoronoidi e può manifestare sintomi quali: tremori, convulsioni, debolezza della muscolatura scheletrica, ecc.
In estrema sintesi possiamo affermare che tutti i piretroidi, per la loro efficacia sugli artropodi, determinano perdita della biodiversità almeno a livello locale. Non essendo selettivi uccidono anche invertebrati utili e possono causare gravi danni agli ecosistemi terrestri e acquatici.
Molte di queste sostanze sono ancora in fase sperimentale, per cui vengono definite genericamente “moderatamente tossiche” in quanto sono state sottoposte a prove di tossicità per un numero limitato di organismi ritenuti “resistenti”, ma in alcuni casi, come per la Permetrina, sono risultate gravemente dannose ad esempio per i felini, non oggetto di sperimentazione. Quindi affermare che non sono nocive per gli animali, uomo compreso, è una falsa informazione, inoltre c’è da presumere un rischio di danni ai viventi per esposizione cronica perchè tutte queste sostanze, vengono definite a concentrazione lipofila (si accumulano nei grassi e tra questi il più importante è il cervello).
Riguardo alla Cipermetrina utilizzata nel passato a Lucoli è stata individuata da Greenpeace tra i sette insetticidi il cui uso dovrebbe essere limitato, per contrastare la moria delle api.

Per saperne di più:

http://www.camera.it/_dati/leg17/lavori/documentiparlamentari/IndiceETesti/215/002_RS/00000009.pdf

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