Riflettere sulle possibilità di rivitalizzazione economica e sociale del territorio di Lucoli all’indomani di un terremoto rovinoso come quello abruzzese del 2009 non sembra una operazione facile: pur esistendo una fortissima domanda di futuro, sembrano venute meno prospettive realistiche, fiducia nelle Istituzioni e consapevolezza delle possibilità di questo bellissimo territorio montano. Ci ha provato il gruppo di ricerca universitario della Sapienza che certo non si è potuto sostituire alle Istituzioni, ma ha analizzato, suggerito ipotesi, mettendo a disposizione conoscenze e punti di vista, delineando limiti da rispettare e opportunità da cogliere. Nello studio riguardante l’area 9 del cratere si delineavano politiche di intervento mirate al contesto locale, azioni auspicate per avviare nuovi cicli evolutivi e immaginare un futuro, tra queste c’era anche lo sviluppo della raccolta del tartufo. Le varie ipotesi sono contenute in una pubblicazione dal titolo: “La montagna resiliente sicurezza, coesione e vitalità nella ricostruzione dei territori abruzzesi”.
A settembre 2015 in Abruzzo sono state approvate importanti modifiche alla legge che regola e disciplina il settore dei tartufi. Insieme ad una nuova normativa per la raccolta del tartufo è anche nato il logo “Tartufo d’Abruzzo”. Gli interventi normativi sono stati il frutto di un’attenta analisi delle problematiche messe in evidenza dalle associazioni di categoria e hanno apportato modifiche necessarie ed urgenti in rapporto al quadro evolutivo del settore tartufo della Regione Abruzzo. Le modifiche apportate da un lato, tutelano e preservano il patrimonio tartufigeno della Regione e, dall’altro, valorizzano la produzione locale sui mercati nazionali ed europei. Tra le novità più significative, c’è l’istituzione del logo distintivo ‘Tartufo d’Abruzzo’, l’estensione dell’orario di vendita del tartufo fresco e ancora più rilevanti gli interventi sul calendario per la raccolta, che si è voluto rendere maggiormente compatibile con il processo naturale del tartufo cosi da valorizzarne le proprietà organolettiche.
Il provvedimento si proponeva anche di proteggere i tartufi abruzzesi che spesso sono “spacciati” per prodotti dell’Umbria o del Piemonte e venduti in altri angoli del mondo.
C’è un interessante recente studio dell’Arssa che cataloga e descrive ciascuna zona abruzzese, ciascun ambito in ragione dell’associazione fungo-bosco fungo-essenza, alla fine di questo testo vi proponiamo il link per consultarlo.
La pubblicazione rappresenta un sussidio che mette insieme elementi conoscitivi che spaziano dalle nozioni di micologia, alla descrizione delle specie, alle caratteristiche forestali.
Il testo è completato da una raccolta di norme legislative e regolamentari per finire con gli adempimenti per i raccoglitori nonché le indicazione utili per esercitare tale attività in coerenza con le disposizioni normative in vigore.
La raccolta del tartufo è una nuova occasione per la montagna, insieme alla disponibilità di tipicità e di specialità, per sviluppare opportunità di lavoro e creazione di valore aggiunto a vantaggio delle comunità locali. Raccogliere il tartufo, per professione a tempo pieno o part time, in alternativa per hobby, all’atto pratico può rivelarsi molto remunerativo, il costo del tartufo nero pregiato si aggirava sui 128,00€ l’etto nel 2015.
Il provvedimento si proponeva anche di proteggere i tartufi abruzzesi che spesso sono “spacciati” per prodotti dell’Umbria o del Piemonte e venduti in altri angoli del mondo.
C’è un interessante recente studio dell’Arssa che cataloga e descrive ciascuna zona abruzzese, ciascun ambito in ragione dell’associazione fungo-bosco fungo-essenza, alla fine di questo testo vi proponiamo il link per consultarlo.
La pubblicazione rappresenta un sussidio che mette insieme elementi conoscitivi che spaziano dalle nozioni di micologia, alla descrizione delle specie, alle caratteristiche forestali.
Il testo è completato da una raccolta di norme legislative e regolamentari per finire con gli adempimenti per i raccoglitori nonché le indicazione utili per esercitare tale attività in coerenza con le disposizioni normative in vigore.
La raccolta del tartufo è una nuova occasione per la montagna, insieme alla disponibilità di tipicità e di specialità, per sviluppare opportunità di lavoro e creazione di valore aggiunto a vantaggio delle comunità locali. Raccogliere il tartufo, per professione a tempo pieno o part time, in alternativa per hobby, all’atto pratico può rivelarsi molto remunerativo, il costo del tartufo nero pregiato si aggirava sui 128,00€ l’etto nel 2015.
Con le caratteristiche che la legge consente ai raccoglitori, di poter vendere i tartufi senza emettere alcuna fattura al grossista. Alcune quotazioni di tartufi, una per tutte, la qualità più pregiata di tartufo bianco, può avere un prezzo di alcune migliaia di euro al chilo.
Una ricerca del Dipartimento di Scienze Ambientali dell’Università di L’Aquila ha analizzato la figura del tartufaio Abruzzese (ridale al 2009) mettendo a disposizione alcuni dati numerici relativi alla sua diffusione, ve ne riportiamo la sintesi e qualche dato su Lucoli. L’analisi è stata condotta, dal punto di vista demografico e sociologico. L’indagine è stata condotta nel contesto della Regione Abruzzo (Italia centrale) ed i dati presi in esame sono riferiti al 2008, a venti anni dall’entrata in vigore della LR 22/1988. Dalla indagine è emerso che l’attività di raccolta interessa lo 0,44% della popolazione abruzzese con 5.420 “tartufai”, dei quali 122 donne, muniti di permesso di raccolta valido. La maggior parte dei raccoglitori (70%) si colloca nelle fasce di età tra 41 a sopra 60anni, con pochissimi minorenni. Sono ancora in attività 73 raccoglitori che operano con i permessi della legge 568/1970, mentre il 51% degli attuali tesserini è stato rilasciato nel solo triennio 2001-2003. La presenza dei tartufai è stata esaminata anche a livello provinciale che comunale. Da ciò emerge che la provincia con maggiori permessi è quella dell’Aquila con oltre il 48%, mentre il 51% dei tartufai si concentra in 25 dei 305 comuni della Regione, che ad eccezione di Pescara, si trovano all’interno delle maggiori aree tartuficole. Esaminando la distribuzione per età dei tartufai dei comuni a più alta numerosità si evidenza che nell’area metropolitana Pescara-Chieti, la maggior parte dei tartufai ha un’età superiore a 60 anni. Da ultimo furono esaminate le forme associative che in Regione sono poche e che aggregano circa il 9% dei raccoglitori.
Nel 2008 risultavano iscritti 20 tartufai a Lucoli |
Con decreto L.R. n° 66/2012 recante “Norme in materia di raccolta, commercializzazione, tutela e valorizzazione dei tartufi in Abruzzo”, è stata riconosciuta l’iscrizione all’elenco Regionale delle Associazioni Tartuficole dell’Associazione Tartufai di Lucoli. Questa potrebbe essere una opportunità per i giovani del territorio.
Per saperne di più:
https://www.iltartufo.com/
http://www.planum.net/journals-books/la-montagna-resiliente_caravaggi
http://www.ansa.it/abruzzo/notizie/gusta/2015/09/28/nasce-il-logo-tartufo-dabruzzo_7532c9cc-bd12-424e-af23-7625409e2754.html
http://www.tartufoetartufi.com/it/news/14-news-4
http://umi.unibo.it/magnatum/13%20Indagine%20sulla%20figura%20del%20tartufaio%20in%20Abruzzo.pdf