“Due articoli di seguito, uno che esalta il presunto buon lavoro dei parchi e uno che mette in allarme sul presunto eccidio compiuto dai bracconieri, la dice lunga sulla linea editoriale di questo blog in un momento in cui la comunità lucolana è in fermento contro una proposta di inserire il territorio comunale entro un futuribile parco nazionale. A pensare che fate “propaganda subliminale” a favore di questo scellerato progetto si fa peccato ma non si va distante dalla verità.
Giova ricordare che il progetto life coronata, così bellamente esaltato dall’ articolo da voi postato, solo 3 anni fa correva il rischio di essere chiuso dalla comunità europea su proposta danese a nome di tutti gli altri stati membri che ne contestavano la validità. Tre anni dopo diviene uno dei primi 25 life migliori, potere di trasformare i progetti da presunti non validi in progetti vincenti, cosa non si fa per non perdere la poltrona.
Comunque a nome mio e di tutti i componenti del comitato spontaneo sorto a Lucoli contro l’ ingresso di Lucoli nel parco Velino Sirente ribadisco che oltre tutte le contrarietà economiche e pratiche che muovono il nostro NO AL PARCO rimangono intatte le motivazioni culturali e sociali che ci muovono. Nessuno ci potrà trattare come gli indiani d’ america non ci chiuderete nella vs riserva e non verrete mai a decidere per noi sulla nostra terra. Non abbiamo nessuna intenzione di divenire l’ alibi dei cittadini che dopo aver distrutto il loro ambiente vogliono scaricare il loro senso di colpa creando l’ennesimo parco da andare a gestire.
Nicola Cipriani cittadino lucolano”
Giova ricordare che il progetto life coronata, così bellamente esaltato dall’ articolo da voi postato, solo 3 anni fa correva il rischio di essere chiuso dalla comunità europea su proposta danese a nome di tutti gli altri stati membri che ne contestavano la validità. Tre anni dopo diviene uno dei primi 25 life migliori, potere di trasformare i progetti da presunti non validi in progetti vincenti, cosa non si fa per non perdere la poltrona.
Comunque a nome mio e di tutti i componenti del comitato spontaneo sorto a Lucoli contro l’ ingresso di Lucoli nel parco Velino Sirente ribadisco che oltre tutte le contrarietà economiche e pratiche che muovono il nostro NO AL PARCO rimangono intatte le motivazioni culturali e sociali che ci muovono. Nessuno ci potrà trattare come gli indiani d’ america non ci chiuderete nella vs riserva e non verrete mai a decidere per noi sulla nostra terra. Non abbiamo nessuna intenzione di divenire l’ alibi dei cittadini che dopo aver distrutto il loro ambiente vogliono scaricare il loro senso di colpa creando l’ennesimo parco da andare a gestire.
Nicola Cipriani cittadino lucolano”
Gentile Signor Cipriani,
ci fa piacere risponderLe in modo pacato e costruttivo anche se ci sembra di percepire un certo polemismo nelle sue parole.
Riteniamo positivo interloquire con il prossimo scambiando idee senza propositi aggressivi: ciò è sinonimo di civiltà e maturità culturale e per questo Le rispondiamo con un post dedicato.
Facciamo riferimento ad alcuni suoi concetti e Le replichiamo: ci scrive: “due articoli di seguito….” uno sui parchi e l’altro sui bracconieri, sono stati proposti perché comparsi sugli organi di stampa nazionali e regionali, è nostro costume riprendere notizie che reputiamo di interesse relativamente all’ambiente ed alla salvaguardia della Biodiversità, ci annoveriamo nel gruppo delle associazioni ambientaliste facendo parte della rete Pro Natura, tra i nostri soci c’è un valente ricercatore dell’ISPRA ed è anche naturale, oltre che motivo di nostro orgoglio, che riportiamo studi e/o ricerche di questo Ente.
La linea editoriale del nostro blog, che non vuole costituire un giornale, è centrata sui temi del territorio e non solo, ma certo segue il filone ambientalista.
I nostri soci sono per lo più ambientalisti.
L’essere ambientalista oggi non è solo un pensiero mirato alla mera ricerca di un maggiore contatto con la natura in un’ottica squisitamente spirituale, ma è generato dalla necessità di preservare una parte dell’ambiente che possa garantire la nostra sopravvivenza (almeno come specie).
L’essere ambientalista oggi non è solo un pensiero mirato alla mera ricerca di un maggiore contatto con la natura in un’ottica squisitamente spirituale, ma è generato dalla necessità di preservare una parte dell’ambiente che possa garantire la nostra sopravvivenza (almeno come specie).
Non facciamo nessuna “propaganda scellerata” come da lei citato, tale metodo lo lasciamo ad altri, a coloro che magari sono abituati a difendere le loro idee e passioni con metodi diversi dall’interlocuzione civile.
Noi abbiamo espresso delle tesi e anche molti dubbi sull’ipotesi del Parco Nazionale (se avesse partecipato alla presentazione del 21 maggio u.s. avrebbe ascoltato i molti aspetti critici rappresentati). Ciò non toglie che il progetto poteva essere dibattuto e migliorato nella visione, come rappresentato dagli interessi specifici espressi dai Sindaci presenti all’incontro. Da tempo i parchi hanno superato nel vissuto collettivo il concetto di “separatezza”, che implica una sorta di “eccezione” naturalista sottratta agli usi e alle pratiche, anche economiche, dei territori. Quella visione che Lei definisce “riserva indiana”. Il territorio, l’economia, le forme della vita quotidiana sono entrati in molte esperienze dei parchi, anche in senso giuridico. I nuovi orientamenti portano alla rinuncia della visione della protezione solo negativa, fondata cioè su divieti e vincoli, a favore di norme che pongono al centro la valorizzazione delle aree naturali nel complesso della loro “integralità e globalità”. In questa nozione, vengono compresi sia i caratteri “naturalistici, scientifici, estetici” sia quelli “culturali, educativi e ricreativi”. Il futuro, delineato dal Ministero dell’Ambiente, mira a declinare in maniera nuova il concetto di valorizzazione delle aree protette, centrato su due prospettive economiche, sociali e culturali emergenti: green economy e beni comuni. Quanto più l’applicazione della sostenibilità e della sussunzione del limite che attraversano le filiere produttive entrerà in relazione virtuosa con la tematica dei beni comuni, tanto più si riuscirà a fare modernizzazione e civilizzazione. In questa partita, i parchi hanno la possibilità di giocare un ruolo di rilievo se sapranno uscire dal recinto degli interessi di breve periodo e da una cultura della conservazione che in taluni casi si è fatta conservatrice degli interessi di pochi.
E comunque per Lucoli si è sempre parlato di comprendere, dopo opportuna zonazione, l’Area SIC di campo Felice chi considera l’intero territorio è in errore o strumentalizza.
E comunque per Lucoli si è sempre parlato di comprendere, dopo opportuna zonazione, l’Area SIC di campo Felice chi considera l’intero territorio è in errore o strumentalizza.
Sul resto non entriamo in contraddittorio, abbiamo riportato articoli dei media e le “poltrone“, sempre per citarLa, non ci riguardano, facciamo i volontari e, non ci arricchiamo, anzi, doniamo le nostre risorse al Territorio di Lucoli senza avere mai avuto nulla in cambio.
Vogliamo cogliere l’occasione anche per pubblicare una sintesi sul progetto “Life Coornata” riportata sul sito della Commissione Europea, ove non sono rappresentati i rischi “di chiusura” da Lei citati, tant’è che è stato premiato come uno dei migliori progetti del 2015.
PROJECT DESCRIPTION:
BACKGROUND
The Apennine chamois (Rupicapra pyrenaica ornata), one of the rarest species in Italy, is listed in Annexes II and IV of the Habitats Directive and as a subspecies at risk of extinction in the IUCN Red List. It is defined as “vulnerable” by the IUCN/SSC Caprinae Specialist Group, as a “specially protected” species under Italian legislation, and it is the only subspecies of the Rupicapra genus included in the CITES list (Annex II).The main threat to the Apennine chamois comes from the low number and small size of its populations, and their low genetic variability. The source population of the Apennine chamois is in the Abruzzo, Lazio e Molise National Park (ALMNP), but this population has decreased in recent years (only 518 individuals were counted in 2009). In the Monti Sibillini National Park the number of Apennine chamois is less than the minimum viable population size (30 individuals), creating the threat of inbreeding.
OBJECTIVES
The overall aim of the COORNATA project was the long-term conservation of the Apennine chamois, an endangered species of goat-antelope or caprid. along the Central Apennines. The project aimed to establish five geographically isolated colonies of Apennine chamois in five parks, namely the ALMNP, the Majella National Park (MNP), the Gran Sasso and Monti della Laga National Park (GSLNP), the Monti Sibillini National Park (MSNP) and the Sirente Velino Regional Park (SVRP). The project planned to relocate at least 12 Apennine chamois from the MNP and the GSLNP into the MSNP, to bring the population there up to the minimum viable size.
RESULTS
The COORNATA project implemented measures to ensure the long-term conservation of the Apennine chamois (Rupicapra pyrenaica ornata), along the Central Apennines in Italy. Concrete project actions contributed to the establishment of five geographically isolated colonies of Apennine chamois in four National Parks and one Regional Park, comprising in total more than 2 000 individuals.
The project tested different capture techniques to move individuals, with some methods (e.g. box traps and up-net traps) being tested for the first time on Apennine chamois. The project’s innovative box trap was modified in comparison with similar boxes used elsewhere, a method that can be replicated in similar areas. Apennine chamois were captured for the first time in the Majella National Park (MNP) and in the Gran Sasso and Monti della Laga National Park (GSLNP). The number of Apennine chamois captured and then released in the Monti Sibillini National Park (MSNP) bought that population up to the minimum viable size of 30 individuals. Thirteen captured Apennine chamois were also released in the Sirente Velino Regional Park (SVRP) to establish a new colony in that park. New-born Apennine chamois were observed in the first summer season after the releases, proving the success of the operation. The project analysed the threats affecting the population in the Abruzzo, Lazio e Molise National Park (ALMNP), by monitoring individuals (markings, radio-tracking with GPS collars), faecal pellets (for parasites), and interactions with red deer (feeding overlap). A specific action plan for this park was drawn up and approved for the ALMNP. The project team put in place procedures to ensure the long-term sustainability of the achieved results, for example, with all project partners committed to continuing activities to maintain the new colony in the SVRP; while a framework for the shared management of the target species was established. For the first time, the parks involved in the conservation of Apennine chamois worked together and shared technical documents including a unique database. The parks are starting to use the same approach for other threatened Italian species.
Phyto-therapeutic products used for the first time in all the parks, except the ALMNP, for the treatment of endo-parasitic infestations of livestock. Activities carried out to improve the sanitary management of livestock, to prevent risk to Apennine chamois, also enabled the project to increase the awareness of livestock breeders about conservation issues. A local association of breeders (‘Associazione allevatori del Parco’) was established in the Sirente Velino Regional Park to help improve sanitary management of livestock.
Project actions increased the environmental awareness of the general public, tourists and students in local schools. The project produced an educational 30-minute film on DVD (‘Il camoscio più bello del mondo’), information boards and brochures, and also reached experts and scientific researchers through publications, workshops, and conference presentations. The project publications were made readily available on its website (www.coornata.eu).
The project represents a continuation of the activities started in two previous LIFE projects (LIFE97 NAT/IT/004143 and LIFE02 NAT/IT/008538). The establishment of the isolated Apennine chamois colonies is in compliance with the National Action Plan, which was renewed thanks to the project’s contribution, and with the IUCN Caprinae Plan. The project also contributes to the implementation of the Habitats and Bird Directives, and the EU2020 Biodiversity Strategy.
The conservation of Apennine chamois is also relevant for the conservation of the secondary high mountain meadows, due to the species’ grazing activities helping prevent shrub encroachment. This consequently benefits species (e.g. birds, orchids) linked to the mountain meadow habitats, including the wider trophic network that encompasses predators, coprophagous entomofauna and necrophagous organisms.
The Apennine chamois is an attractive animal appreciated by the general public and mountain hikers, so bringing populations to new mountain areas benefits tourism. Thanks to the project, the Monti Sibillini National Park, where Apennine chamois has been reintroduced, organised a programme entitled “Chamois hotel”, with discounts available to volunteers participating in ongoing annual chamois activities, such as the species’ census. The project’s final conference included a session on eco-tourism.
Further information on the project can be found in the project’s layman report and After-LIFE Conservation Plan (see “Read more” section).
Il resto del Suo commento ci è incomprensibile: “nessuno ci potrà trattare come gli indiani d’ america non ci chiuderete nella vs riserva e non verrete mai a decidere per noi sulla nostra terra. Non abbiamo nessuna intenzione di divenire l’ alibi dei cittadini che dopo aver distrutto il loro ambiente vogliono scaricare il loro senso di colpa creando l’ennesimo parco da andare a gestire”. L’alternarsi del “noi” e “voi”, in questo scritto, sa di trincea, di respingimento e di chiusura. A nostro parere nessuno decide per altri e tutti possono contribuire con delle idee realizzabili, se ritenute positive, ogni cittadino può vigilare sulla gestione del bene pubblico.
Gli “indiani” sono in America. Nelle “riserve”, ci si mette da solo anche chi ci sta bene, coltivando i propri interessi privati non facendo entrare gli altri e rifiutando il buono che potrebbe esserci in un progetto di salvaguardia della natura che andrebbe lasciata ai figli così come ce l’hanno data i genitori.
Gli “indiani” sono in America. Nelle “riserve”, ci si mette da solo anche chi ci sta bene, coltivando i propri interessi privati non facendo entrare gli altri e rifiutando il buono che potrebbe esserci in un progetto di salvaguardia della natura che andrebbe lasciata ai figli così come ce l’hanno data i genitori.
NoiXLucoli Onlus con i suoi soci è convinta che ci sia spazio per tutti quanti vogliano lavorare insieme, per Lucoli ed il suo sviluppo, rimboccandosi le maniche, senza alzare muri.
La ringraziamo dello stimolo dialettico.
NoiXLucoli Onlus