Il vecchio orologio, rimasto in silenzio da qualche tempo, perché i meccanismi sono stati colpiti da un fulmine, è tornato a scandire il passare del tempo e a indicare l’ora a chi è vicino alla chiesetta di San Michele Arcangelo.
In questa Italia i luoghi con tutti gli “strumenti” della loro vita stanno sparendo, spariscono letteralmente sotto i nostri occhi.
Molti si ricordano Lucoli com’era trent’anni fa. Impressiona la lacerazione dei legami. Come scrive un poeta: “Ognuno di noi è come se avesse subito un pestaggio e fosse poi stato abbandonato per strada. Siamo infelici non tanto per le nostre vicende personali, ma per il contesto in cui viviamo. Il paese non riesce a trattenerti nel suo pugno, è una mano morta su cui puoi vagare come una formica in cerca dello zucchero di una comunità finita. Fra cinquant’anni questa mano sarà nuova e di plastica, le case antiche saranno ricostruite, torneranno i vicoli e le scale, torneranno le piazze e le panchine, ma solo per mettere in scena per qualche giorno all’anno una vita a cui abbiamo smesso di credere, quella che consiste nel piacere di incontrarsi, parlarsi, passeggiare, passare il tempo senza assaltarlo” (F. Arminio).
L’orologio del campanile è un orologio pubblico (anche se appartenente alla Curia) ed ha rappresentato per molti anni l’unico indicatore del tempo, scandendo i ritmi religiosi, sociali ed economici delle comunità e dei loro insediamenti.
La sua importanza era indiscussa: si trattava di un servizio essenziale a favore della vita sociale ed economica, in una parola della “vita pubblica”. Occorre ricordare che prima dell’invenzione dell’orologio l’uomo misurava il tempo solo attraverso il sole. Si aveva un concetto di ciclicità del tempo dovuto allo succedersi delle stagioni, delle fiere, dei mercati, delle feste, delle cadenze del lavoro agricolo, delle tasse e dei tributi da pagare ed il calcolo del tempo era prevalentemente preoccupazione degli ecclesiastici, i quali lo scandivano secondo il calendario liturgico: l’Avvento, la Quaresima, la Pasqua, la Pentecoste, l’Ascensione, Ognissanti. Il calendario era pertanto quello della vita liturgica e della vita contadina: la giornata lavorativa dipendeva dal sole: lunga d’estate, breve d’inverno ed il rintocco delle campane – ogni tre ore – scandiva il trascorrere del giorno.
La concezione simbolica del mondo iniziò a cambiare sotto l’azione dei cambiamenti che avvenivano nelle condizioni materiali di vita, nell’organizzazione del lavoro, nella struttura sociale, nonché da una maggiore conoscenza dello spazio terrestre, grazie ai viaggi e alle esperienze dei mercanti. Le modificazioni intervenute nel rapporto dell’uomo con l’ambiente hanno interagito e modificato il suo senso del tempo e dello spazio: si avvertì la necessità di una misurazione esatta del tempo e di un uso più preciso del numero applicato a cose concrete. L’attenzione al tempo ed alla sua misura ha perso così i connotati religiosi e cominciò ad assumere una impronta laica e prettamente legata alla civiltà urbana.
L’orologio di San Michele ha lavorato parecchio per la sua piccola comunità.
Gli Amici di San Michele Onlus hanno portato avanti una grande idea: la riparazione dell’orologio della Chiesa di San Michele. Hanno lavorato per informare la gente di Lucoli per costruire quella sottile catena della “colletta”. Hanno risvegliato un sentimento collettivo, un ardore comune e hanno seppellito quella “guerra di solitudine” tra la gente, che non crede più a niente e che ci lascia senza amici e senza nemici, ci lascia soli, disperatamente soli anche nei momenti in cui una volta ci sentivamo insieme: tutto per l’orologio di San Michele!
Grande lavoro e tante risposte dai lucolani, che hanno risposto e hanno partecipato, questo va detto a tutti.
Si è finalmente arrivati alla riparazione: sono stati valutati tanti preventivi, esaminati i capitolati, scelto il fornitore e oggi l’orologio è stato riparato.
L’obiettivo è stato anche quello di celebrare il “tempo” del Natale, che riporta alla tradizione, alla comunità, alla famiglia, alla festa religiosa e che quest’anno sarà un “nuovo tempo” di speranza e di vita quotidiana: di resilienza!
Questa volta si sono messi insieme il cuore e l’impegno civile, i “manovali del rancore”, gli “scoraggiatori militanti”, i “luminari del disincanto”, i “piromani dell’entusiasmo” si sono convertiti ed hanno partecipato anche loro.
C’è chi resiste e non si da alla fuga da Lucoli, da questo piccolo presidio dove la vita si sforza di manifestarsi e conservare un suo battito.
Ringraziamo tutto il gruppo dei soci degli Amici di San Michele per il progetto realizzato.
Alcuni momenti della riparazione |
Il nuovo meccanismo posto in opera – Foto A. Carbone |
E non dimentichiamo la generosità dei lucolani ricordata con un’apposita targa.