L’attività si concluderà nella primavera del 2025 con l’esame delle gemme e dei fiori.
La nostra Associazione lavora, tra le molte finalità, sul senso di identità e la memoria di usi e tradizioni locali.
Il cibo italiano, le tradizioni culinarie regionali e le produzioni tipiche locali hanno un valore intrinseco, che va oltre la bontà, il gusto, l’apprezzamento oggettivo, per abbracciare la sfera emotiva ed intima di appartenenza e di ricordo. I “frutti antichi” coltivati nel Giardino della Memoria di Lucoli possono attrarre i “turisti delle radici” che sono particolarmente interessati ai prodotti alimentari “nostalgia”, che hanno il “sapore di casa” e che scelgono per la qualità, ma soprattutto perché ricordano la famiglia.
Molti dei sostenitori del Giardino di Lucoli sono stranieri e sono diventati veri e propri ambasciatori del cosiddetto made in Italy per questo i nostri soci recapitano loro i frutti dei loro alberi.
Il progetto che stiamo realizzando con il CREA riguarda anche questo obiettivo, di queste tematiche si parlerà il 9 novembre prossimo a Roma, nel corso del convegno “Turismo delle radici e prodotti agroalimentari. Percorsi e strategie per valorizzare l’olivicoltura e le aree rurali”, organizzato dal CREA, con i suoi Centri Politiche e bioeconomia e Olivicoltura, Frutticoltura e Agrumicultura e dall’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Aziendali e Giuridiche (DiScAG). Il convegno è realizzato nell’ambito del progetto “Oleario. Dove l’Italia lascia il segno”.
Siamo orgogliosi di contribuire in parte con il nostro lavoro appassionato a queste attività di studio.