L’ispirazione per questa giornata è stata fornita dall’Associazione Musicale Deltensemble che ringraziamo di cuore perché ci ha arricchiti.
Si voleva ricordare chi non c’era più: la salvaguardia della memoria dei luoghi è nelle nostre corde e molte delle nostre azioni convergono su questo valore. Il Giardino della Memoria del Sisma è l’emblema concreto di questo nostro pensiero, dedicato ad una tradizione agricola e culturale che scompare ed alle vittime del terremoto del 2009.
Il 1° novembre u.s. abbiamo, con rispetto, visitato il cimitero di San Giovanni a Lucoli, illuminato dalle fiammelle delle nostre candele. Il cimitero, luogo di storia, lì c’è tutto. I nostri parenti, tanti e tanto del nostro vivere. Chi abbiamo incontrato, chi non abbiamo mai visto, ma abbiamo sentito dire e raccontare. Di bene e di male. Nel cimitero ci sono legature e discordie. Segreti e disvelamenti. C’è tanto di vero, tanto di falso.
L’imbrunire faceva intravedere i fiori invadenti di plastica o discreti, arroganti o composti e le luci dei lumini votivi. E le tombe senza. Perché nessuno è rimasto a pregarle. Piangerle. Adorarle. O non può. Non vuole.
In processione abbiamo pregato per la comunità defunta che ha costruito e vissuto a Lucoli. Per le sue vicende. Per le sue conquiste. Per le sue cadute. Per le miserie e fragilità di ognuno e di tutti.
Una corona di fiori è stata deposta sulla tomba più sola e spoglia dove non resta neanche un nome.
In Abbazia è stato eseguito un recital con musiche, sapientemente eseguite e parole lette da tre di noi, pronunciate in un immaginario dialogo tra Santi, che osservavano il vivere della gente dall’alto della montagna. In ogni frase uno stimolo per il vivere il futuro, nel rispetto dell’umanità e dei suoi valori fondamentali.
Ci siamo sentiti un poco migliori nel donare queste riflessioni ad un uditorio partecipativo e commosso.
Ringraziamo il Professor Gianfranco Totani per aver ideato l’iniziativa.