
6 aprile 2025 le fiammelle davanti ai nomi delle vittime del sisma
La memoria possiede una caratteristica peculiare, la propensione ad esteriorizzarsi: in altre parole, a sedimentarsi in oggetti esterni con cui noi poi interagiamo per questo da quindici anni coltiviamo un frutteto. Il Giardino della Memoria del Sisma del 2009 realizzato a Lucoli ne è l’esempio.
Questo Monumento Naturale Regionale è una “pratica della memoria” legata alla coltivazione comunitaria dei “frutti antichi” dell’Appennino e alle 309 vittime del terremoto d’Abruzzo che ricordiamo con l’avvicendarsi delle stagioni vegetative.
La nostra vita contemporanea, ha il pregio di aver reso la memoria della società fruibile a molte persone, ma deve tuttavia fare i conti con un aspetto negativo non da poco, ossia la perdita delle tradizioni. Il passato perde la sua connotazione normativa per il futuro e viene messa in discussione la costanza della vita sociale: questo perché il continuo ed incessante cambiamento dell’ambiente di vita rende il futuro sempre più incerto, non potendo più basarsi su esperienze passate.
La nostra Associazione lavora per rivitalizzare certe tradizioni agricole coniugandole alla memoria del terremoto.
Abbiamo percorso molta strada e restiamo puntuali ogni notte tra il 5 ed il 6 aprile nel ricordare con fiammelle accese tutte le vittime di questa calamità che ci ha segnati.