Per vedere un luogo occorre rivederlo. Il noto e il familiare, continuamente riscoperti e arricchiti, sono la premessa dell’incontro, della seduzione e dell’avventura; la ventesima o centesima volta in cui si parla con un amico o si fa all’amore con una persona amata sono infinitamente più intense della prima. Ciò vale pure per i luoghi; il viaggio più affascinante è un ritorno, come l’odissea […](Claudio Magris, l’Infinito viaggiare).
Il foliage del Giardino della Memoria – Ottobre 2021 |
JoAnn Ugolini e Don Cushman tornano da tanti anni a Lucoli a visitare il Giardino della Memoria e questo anno hanno adottato un secondo albero. Tornare in luogo è un po’ come rivedere un film (o rileggere un libro). La prima volta si è attratti dalle grandi emozioni, dalla trama, dai colpi di scena. Quando lo si rivede è come si fosse più attenti ai dettagli: si notano le scelte del regista, si presta più attenzione alle espressioni degli attori, a dialoghi che la prima volta erano scivolati via. Al ritorno è come se questo ingombro mentale che ti fa sentire in dovere di fare certe cose non ci fosse più……. e loro ritornano da dieci anni! E notano più di noi i particolari.
Melo Romanella |
La famiglia Ugolini (originaria dell’Abruzzo) ha adottato un Melo Romanella piantumato al Giardino della Memoria che viene da un ceppo ritrovato a Scoppito (AQ). Si tratta di una qualità simile alla Mela Rosa (chiamata anche: pianella, rosetta, durella, appietta). Una varietà-popolazione il cui biotipo tradizionale si è individuato per lo più nell’area pre-appeninica dei monti Sibillini.
Il frutto è medio-piccolo, irregolare, di forma appiattita asimmetrica, buccia liscia di medio spessore od anche spessa, di colore verde intenso soffuso o striato di colore rosso-vinoso (comunemente detto rosa). Il frutto ha un peduncolo molto corto e presenta una rugginosità localizzata nella zona peduncolare. Polpa di colore bianco traslucido, soda, croccante, di sapore zuccherino acidulo e profumata, molto serbevole. Le piante della Mela Romanella presentano un’ottima resistenza al freddo ed i frutti manifestano una buona resistenza alla ticchiolatura ed alle più comuni avversità biotiche. Per tale motivo le piante risultano idonee per una coltivazione a basso impatto ambientale.
Oltre al consumo fresco, i frutti venivano utilizzati anche per cottura sotto brace o al forno o per confezionare vari tipi di dolci. Già dal tempo dei romani la Mela Rosa, poi chiamata Romanella, era conosciuta e molto ricercata, come affermato anche nelle satire oraziane di Quinto Orazio Flacco nel 65 a.C., grazie alla sua polpa acidula e zuccherina con un profumo intenso ed aromatico che permane in bocca.
Mela Romanella il frutto |
Ringraziamo i nostri affezionati amici che ci sostengono e contribuiscono a far conoscere questa nostra esperienza in California dove vivono e per meglio ringraziarli li abbiamo messi a lavorare! Ci hanno aiutato a togliere le reti di protezione delle 9 piante che proteggiamo come Agricoltori Custodi.
L’occasione è buona per lavorare: tolte le reti protettive agli alberi posizionate per preservare i frutti |