IL GOVERNO DEL RISCHIO: LA PREVENZIONE COME FUNZIONE ORDINARIA DELL’AMMINISTRAZIONE. LO STUDIO DELLA SAPIENZA.

by Amministratore
L’esperienza abruzzese della facoltà di Architettura della Sapienza di Roma, coinvolta nella ricostruzione post-sisma dei centri storici dei piccoli comuni aquilani, ha prodotto dei modelli di ricostruzione e delle tesi di governance e sviluppo per i territori. La ricostruzione è intesa come modello d’interazione tra soggetti diversi, capace di garantire riqualificazione e la rivitalizzazione dei centri storici, afflitti dallo spopolamento e dall’abbandono, di stimolare dinamiche endogene e di rilancio socio-economico e di favorire l’integrazione tra politiche di tutela ambientale e politiche di sviluppo, in particolare rivolte al turismo.
Riprendiamo alcuni spunti dalla pubblicazione “Ricostruzione e Governo del Rischio”, scritta da L. Caravaggi, O. Carpenzano, A. Fioritto, C. Imbroglini e L. Sorrentino, che ci sono sembrati interessanti.
Prevenzione, precauzione e pianificazione del rischio.
Il senso di insicurezza si traduce, nel comune sentire nella percezione che in qualsiasi momento possa verificarsi un evento (di origine naturale e non) portatore di conseguenze lesive per la salute, la vita o anche solo per i beni. La valutazione del rischio (inteso come funzione dei fattori di pericolosità, vulnerabilità ed esposizione) indica, anzitutto, il passaggio da una logica meramente successiva, di “soccorso” rispetto alle conseguenze di un fatto lesivo ormai verificatosi, a una logica preventiva che si basa, appunto sullo studio del rischio (la previsione) che si colloca in un momento precedente all’evento dannoso….La prevenzione deve essere considerata una funzione ordinaria delle Amministrazioni in quanto rappresenta un profilo ineludibile di tutte le materie che contengono una finalità di sicurezza (ciascuna nel proprio ambito di competenza), così come avviene tradizionalmente per la sicurezza e l’ordine pubblico o per la sanità. Il passaggio alla prevenzione del rischio, che dovrebbe avere come ovvia e conseguente ricaduta la limitazione delle situazioni d’emergenza, è dovuto principalmente a due fattori: l’aumento delle norme, interne ed europee, che hanno affidato alle Amministrazioni il compito di valutare il rischio, che diventa così un parametro dell’azione amministrativa; l’affermazione del principio di precauzione come principio generale che opera come supporto tecnico e scientifico nell’attività amministrativa.

I terremoti tra prevenzione ed emergenza.

I rischi sismici sono stati i primi a essere considerati dalle norme che hanno definito un sistema di prevenzione basato sulla definizione di zone di rischio sismico a opera dello Stato e sulla definizione di particolari tecniche costruttive finalizzate alla sicurezza degli edifici. Sulla scia dell’emergenza del terremoto del Molise e della Puglia del 2002, vennero emanate nuove norme con l’ordinanza del 20 marzo 2003 n. 3274, in base alla quale sono stati finalmente definiti i criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e per la definizione delle norme tecniche per le costruzioni in zona sismica. Queste norme, di rinvio e rinvio, sono entrate in vigore solo recentemente.
Gli interventi di ricostruzione e il ruolo del Piano di Ricostruzione.
A circa un anno dall’evento sismico che ha colpito la regione Abruzzo, con il Decreto del Commissario Delegato per la Ricostruzione, del 9 marzo 2010, n° 3, sono state emanate norme speciali per la “ripianificazione” dei comuni danneggiati, con il preciso obiettivo di assicurare la ripresa socio-economica, la riqualificazione dell’abitato e la ricostruzione armonica del tessuto urbano abitativo e produttivo, così come già previsto all’art. 2, comma 12 bis del D.L. 28-4-2009 n° 39. Per la ricostruzione dei centri storici dei paesi colpiti dal sisma è stato individuato uno strumento urbanistico straordinario (art. 14, comma 5 bis del suddetto decreto legge). Il Piano di ricostruzione può essere considerato un piano speciale essendo stato introdotto da norme straordinarie – quali il decreto del Presidente del consiglio dei Ministri del 6 aprile 2009 e il decreto del commissario Delegato per la Ricostruzione 9 marzo 2010 – che, operando in un contesto emergenziale, per loro stessa natura, possono derogare al sistema ordinario delle fonti.
Il Piano di Ricostruzione dell’Area Omogenea della Neve come strumento di prevenzione del rischio. 
Sulla base della normativa nazionale, attraverso un accordo di collaborazione tra le Amministrazioni pubbliche, l’Università di Roma Sapienza, ha provveduto alla redazione dei Piani di Ricostruzione dei Comuni dell’Area Omogenea della Neve che, poi, sono stati approvati nell’estate del 2012 e sono in fase di attuazione. L’obiettivo del gruppo di lavoro, interdisciplinare, è stato quello di fare del Piano di Ricostruzione uno strumento di prevenzione del rischio futuro. Il Piano non è stato inteso come un mero strumento per riportare le singole costruzioni e i centri abitati allo stato antecedente al sisma ma quello di ricostruire, ristrutturare o, semplicemente, riparare alzando i livelli di sicurezza. Il forte richiamo alla qualità della spesa delle Amministrazioni pubbliche da ispirarsi a rigorosi principi di efficienza ed efficacia imporrà, nel futuro una richiesta di partecipazione di tipo assicurativo a tutti coloro che si trovano in situazioni di rischio. Lo Stato italiano ha finora adottato un sistema solidaristico che prevede la totale copertura pubblica dei danni agli edifici privati; considerata, però, la frequenza e la consistenza dei danni provocati da eventi di varia natura il costo degli interventi sta diventando insostenibile anche in rapporto alla riduzione della complessiva capacità di spesa dello stato. Quindi il Piano di Ricostruzione assume un ruolo di garanzia dell’efficienza e dell’efficacia della spesa pubblica. Le sue previsioni, tese ad assicurare non solo la mera ricostruzione ma l’innalzamento delle soglie di sicurezza, vanno proprio nella direzione di ottimizzare l’uso delle scarse risorse pubbliche”.


Ricostruire è uguale a governare il rischio attraverso la semplificazione normativa e la prevenzione sismica (scritto da Rossana Corrado).
L’introduzione di elementi di governo del rischio all’interno della normativa predisposta per la ricostruzione delle aree colpite dal sisma in Abruzzo ha posto l’accento sulla necessità di sostenere la linea culturale della prevenzione nelle ordinarie politiche di governo del territorio. 
La prevenzione deve essere attuata attraverso una gestione “integrata” del rischio. Per un efficace governo di tali processi, le amministrazioni locali necessitano di un adeguato supporto tecnico, basato su una opportuna attività di informazione e formazione sulla pianificazione della prevenzione del rischio sismico, sia alla scala urbana che locale. Riuscire a costruire una cultura della prevenzione non è facile, ma rappresenta il più grande investimento per il futuro che l’umanità tutta è chiamata a fare…”.
Sarà possibile applicare tutto questo a Lucoli?

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