ABBIAMO PERCORSO TUTTI I GRADINI DELLO SVILUPPO ASSOCIATIVO: L’IMPULSO E L’EMOZIONE ORA COLTIVIAMO IL SENTIMENTO

by Amministratore
Nello sviluppo psicologico, esistono sostanzialmente tre gradini da percorrere. Il primo è l’impulso, che ci è dato per natura; e chi si ferma all’impulso non si esprime con le parole, ma con i gesti: si pensi come esempio al bullismo. Il secondo livello è quello dell’emozione, ovvero della risonanza emotiva che i nostri gesti e le nostre parole producono dentro di noi. Ambedue questi stadi li abbiamo provati subito dopo il terremoto, cercando di raccogliere fondi pensando a tante possibili finalità che garantissero un futuro migliore al territorio di Lucoli, collaborando con l’Amministrazione comunale ad esempio per reperire parte dei fondi per il Poliambulatorio.

Il terzo e ultimo livello è quello del sentimento, che non è dato per natura, ma per cultura: tutti i popoli, dai più primitivi a quelli contemporanei, hanno raccontato miti, storie dove sono indicati nomi e percorsi sull’ordine sentimentale: per intenderci, ad esempio nella mitologia greca, noi ritroviamo una fenomenologia dei sentimenti impersonati da Zeus, che è il potere, da Atena che è l’intelligenza, da Apollo, la bellezza, da Dioniso, la follia, da Ares, l’aggressività, … da questo tipo di racconti abbiamo imparato a scuola i sentimenti degli antichi ma anche i nostri di uomini contemporanei.
I nostri sentimenti associativi sono prevalentemente racchiusi nel progetto del GIARDINO BOTANICO DELLA MEMORIA, nato sulla spinta di tanti valori culturali, da quelli ambientali a quelli della predisposizione di un bene comune concepito come un monumento verde, da quelli del significato della memoria e dell’albero come ricordo dell’uomo “giusto” (che ci hanno trasmesso gli amici ecologisti del Keren Kayemet LeIsrael, partner esteri del progetto, che volevano ringraziare gli abruzzesi per aver salvato durante la seconda guerra mondiale molti correligionari) ed infine abbiamo voluto confezionare un “mito” per i giovani delle scuole di Lucoli e di Avezzano, legandolo ai loro mosaici raffiguranti il dopo sisma, mosaici incastonati dietro al monumento che riporta i nomi delle vittime del 2009.
Con la parola “mito”, vogliamo intendere quel modo di pensare comune, quei dettati gnotici, ad esempio gli slogan televisivi, che trasmettono un “pensiero non pensato”. Un pensiero non pensato che però l’uomo comune assume, perché costituisce per lui una direzione semplice del proprio percorso di vita.
I bambini di Lucoli delle Scuole Pietro Marrelli e Jean Mirò parteciparono ad un progetto sostenuto dalla nostra Associazione per raffigurare, attraverso la tecnica del mosaico, immagini del dopo sisma del 2009.

A quel tempo pensammo ai mosaici come ad un emblema, come ad un simbolo: quando gli ex alunni (sono passati cinque anni) rivedranno i loro mosaici, fissati nel monumento, saranno costretti ad attivare un pensiero, un ricordo ed a prendere coscienza delle loro speranze di bambini, espresse in quel momento, con manufatti artistici: hanno raffigurato arcobaleni, soli splendenti, fiori, simboli di amore. Hanno percepito un futuro migliore. 

Siamo coscienti che l’unico luogo in cui si può riattivare il pensiero è la scuola è per questo motivo che investiamo risorse su progetti con e per i giovani.
I mosaici, furono eseguiti in alcuni casi con materiali per interno,  o con resine e collanti che non hanno resistito agli agenti atmosferici esterni del luogo e per questo motivo si sono deteriorati. 
Abbiamo restaurato il monumento, riproducendo fedelmente i decori dei bambini su formelle ceramiche resistenti al gelo: sono esattamente identici agli originali e più resistenti.
Questa attività di costante manutenzione del GIARDINO è l’espressione del nostro sentimento di uomini e donne per un territorio.
I mosaici riprodotti su ceramiche e posti in opera

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