Luigi Peretti in una foto del 2005 |
Vogliamo raccontarvi la storia di Luigi Peretti, classe 1934, che ha vissuto gran parte della sua vita “ascoltando l’aria” e il suono dei campanacci del gregge. Quando era giovane e fino al 1975, anche il crepitio del fuoco negli stazzi e il tamburellare ritmico della pioggia visto che viveva molto all’aperto.
“Ascoltava l’aria” ed i suoni che accompagnano le giornate di un pastore, condivisi con la solitudine. Ma ci si abitua alla solitudine, si impara ad osservare e pensare. E poi le bestie sono amiche.
Quella del pastore è una vita fatta di fatica fisica, caldo, freddo, silenzio e osservazione di tutto ciò che è intorno, per questo Luigi sembra possedere in mano il vero senso della vita. Appoggiato al suo bastone sembra davvero un re. La natura, l’alternarsi sempre uguale e sempre diverso delle stagioni sono il suo regno. E in questo regno Luigi Peretti si muove con umiltà e rispetto.
Parla il dialetto lucolano e anche questo gli fa acquisire un piglio antico che talvolta lo fa duro e resistente come una roccia, anche perchè le idee le ha chiare su tutto ed è difficile abbindolarlo.
Sorride spesso Luigi, soprattutto quando arriva il sole e sente l’aria tiepida che gli tocca il viso, gli sembra un miracolo dopo il lungo inverno lucolano, fatto di nebbia, freddo e neve. In primavera è tutto diverso quando il sole lo riscalda e mitiga gli acciacchi dell’età e di una vita passata alle intemperie.
La vita di Peretti è stata centrata sul sapere antico del lavoro fisico, che richiede tenacia, costanza, pazienza e spirito di adattamento. Per lui la prospettiva è ancora oggi quella di altri tempi: di media e lunga gittata, incompatibile con la velocità del consumismo. Il suo lavoro si svolge con gli animali e gli “elementi” della natura, è un’attività che pesca all’indietro nella storia a distanze siderali e sfida la contemporaneità promuovendo con le sue attività quotidiane un pensiero economico minimo ma sensato, a misura di persona.
Pecore alla fonte – Foto di Valentina Tirelli |
Ci sembra un poeta contemporaneo perché solletica in profondità il nostro ancestrale bisogno di natura e di contatto con la materia viva dell’esistenza; ci ispira molte riflessioni sul concetto puro della libertà, la radice del nostro essere, sulla nostra ricerca esistenziale. Luigi Peretti è una ricchezza di Lucoli, una persona da ascoltare ed osservare attentamente, di quelle rare che hanno tanto da insegnare. Un uomo come lui, sempre attivo nel suo lavoro, ci fa riscoprire la magia e gli antichi saperi del mondo rurale e pastorale di Lucoli. Imparò da suo padre Valentino il modo di fare il formaggio.
Peretti nella sua stalla – Foto di Gianni Soldati |
Nel dopoguerra il formaggio artigianale era personale non vi era commercio, ogni famiglia con un gregge lo produceva e lo consumava in casa. Luigi già nel 1947 lavorava e seguiva suo padre a Roma nella transumanza che iniziava da ottobre e durava fino a giugno, la meta era la zona di Cesano Romano dove le pecore pascolavano e lì in un casolare facevano il formaggio. Con la primavera riportavano il gregge nel lucolano.
Dal 1972 si è stabilito definitivamente a Lucoli, ove si vede spesso per le strade con il suo gregge di quasi 200 pecore.
Il suo formaggio è una leccornia completamente fatto a mano!
Il suo formaggio è una leccornia completamente fatto a mano!
Inizia la preparazione del formaggio |
La mescola del latte per farlo addensare |
Il formaggio si addensa |
Il formaggio si è consolidato e viene tagliato con una sottile corda di cotone |
Tanti pezzi di formaggio da porre negli stampi |
Le mani sapienti, con i segni della fatica del lungo lavoro, modellano il formaggio nelle forme |
Gli stampi per far scolare il formaggio |
A seguire un giorno nell’acqua salata. Che ci fa un uovo nell’acqua? Indica il grado di salatura della stessa: quando galleggia il dosaggio è giusto. |
A ciclo ultimato il formaggio inizia la stagionatura |
1 comment
Grandissimo Luigi … quasi ogni domenica passo a casa sua (in realtà trovo sempre Albina e raramente lui) a prendermi la ricotta o il pecorino.
Persona veramente deliziosa.
MARCO