Con grande piacere continuiamo questa linea editoriale di riscoperta dei grandi uomini originari di Lucoli e di ogni forma artistica nata, nei tempi, in questo territorio.
Un blog si presta agilmente alla divulgazione di notizie storiche e culturali, disponibili nei musei o nei libri e ben salde nella conoscenza dei cultori della materia, noi vogliamo riportarle all’attenzione della Comunità in modo semplice. E’ per questo che le ricerchiamo con pazienza per pubblicarle, in qualche caso, interpretandole con gli occhi dei contemporanei abitanti degli stessi luoghi. Ci è sembrato bellissimo poter fare gli auguri per il Natale 2011 pubblicando l’immagine del dipinto sulla Natività di un pittore del ‘600 senz’altro nato a Lucoli.
Giovanni Antonio (Giannantonio) da Lucoli (Giovanni Antonio Aquilano) nacque con ogni probabilità nel 1491 da Gregorio di Cola di Taiano da Lucoli, non è certo se a L’Aquila o a Lucoli stesso.
Nel “libro de’ fuochi” – un registro comunale delle famiglie residenti all’Aquila – del 1508 relativo al quartiere di Santa Giusta, alla data del 7 giugno, si legge che Giannantonio aveva diciassette anni e che era figlio di Gregorio di Lucoli, morto durante la peste del 1503 (Chini, p. 118). Se nel 1508 L ‘Aquila risulta essere il luogo di residenza dell’artista, nulla lascia intendere che sia stato anche quello di nascita; la famiglia poteva infatti essersi lì trasferita successivamente, e nei documenti Giannantonio è spesso citato come “de Luculo” (ibid., pp. 119 s.). È comunque certo che mantenne rapporti con il vicino borgo paterno, secondo quanto testimonia una voce del “libro dei conti” del Comune aquilano del 1529, nella quale Giannantonio risulta debitore della tassa su una “partita” proveniente dal castello di Lucoli.
La prima opera certa di questo grande artista del ‘600 è la statua in pioppo policromato del santuario della Madonna della Misericordia a Petriolo (presso Macerata) raffigurante la Madonna con Bambino, sulla quale solo nel 1984 è comparsa, sotto alcuni strati di pittura, l’iscrizione apposta nel 1525 dall’artista, che si dichiarava “magister” e “aquilanus”, a riconoscimento del luogo della propria attività: ciò va anche a conferma di una tradizione locale, fondata su un episodio considerato miracoloso, che voleva la statua proveniente dall’Aquila (Crocetti).
Nel giugno del 1527 stipulò un contratto con la Confraternita del Ss. Sacramento, impegnandosi a ornare la cappella di sua pertinenza nella cattedrale aquilana di S. Massimo con figure a rilievo in terracotta (Antinori). Deve risalire a questa commissione l’esecuzione delle grandi statue dei quattro protettori della città, ritenute tra le più belle opere d’arte locale, che purtroppo andarono distrutte nel terremoto del 1703.
Madonna con Bambino
Chiesa Confraternitale del Santuario della Madonna della Misericordia Arcidiocesi di Fermo |
Per gli anni compresi tra il 1529 e il 1532 rimangono alcuni documenti che, se attestano la presenza all’Aquila di Giannantonio nulla dicono riguardo alla sua attività artistica.
L’artista torna a essere ricordato in qualità di scultore nel luglio 1534: a quella data si impegnava con un tal Marino di Giovan Paolo di Sulmona a eseguire una Madonna con il Bambino in terracotta, che potrebbe essere quella che ancora oggi si trova nella chiesa sulmonese di S. Maria della Tomba (Crocetti, p. 23).
È del 28 maggio 1537 l ‘unico documento relativo a un’opera di pittura del pittore in questo giorno, infatti, il pittore, scultore e architetto Cola dell’Amatrice (Nicola Filotesio) fu eletto arbitro dalla Confraternita aquilana del Ss. Sacramento e da Giannantonio affinché valutasse un suo dipinto. Cola mostrò di apprezzare molto l’opera al punto da stimarla 560 ducati. La critica è concorde nell’individuare questo dipinto nella Natività (sopra raffigurata) ora conservata al Museo nazionale d’Abruzzo all’Aquila.
Se, come sembra ormai accertato, la Natività dell’Aquila è riconducibile a Giannantonio, prende maggior corpo l’importanza già attribuita all’artista – a lungo, ma erroneamente, considerato allievo di Pietro Vannucci, detto il Perugino (Leosini, p. 139) – di mediatore, e finanche di attento importatore in terra d’Abruzzo della cultura figurativa fiorentina della fine del XV secolo, anche se attualmente non si può che supporre un suo viaggio a Firenze.
Tra le opere più belle di Giovanni Antonio c’è la Madonna con Bambino custodita nella Chiesa di San Domenico a Teramo.
La preziosa scultura in terracotta, policroma e dorata, è attualmente collocata in Cornu Evangeli nella chiesa ma proviene da altro sito non individuato. L’attuale sistemazione, risalente forse ai primi decenni del ‘900 ha comportato un montaggio assolutamente improprio che ne ha addirittura alterato le dimensioni e la postura e stuccato le mancanze e coperto le cromie più antiche con malte di gesso e colate di cera pigmentata. Il restauro del 1997, dopo lo smontaggio dalla sede, ha ricomposto tutte le parti sostenendole con un traliccio inox interno, consolidato la terracotta, rimosso le ridipinture e recuperata la delicatissima cromia dei carnati e le preziose dorature.
All’avo lucolano sembrano poter essere attribuite molte altre opere scultoree lignee ed in terracotta esistenti nell’Abruzzo e nelle Marche.