Pascolo abusivo sul territorio di Lucoli. Chi sta dalla parte degli animali?

by Amministratore
Periodicamente sui giornali locali si parla di animali vaganti nel territorio di Lucoli  quasi sempre in occasione di situazioni spiacevoli, negative, di incidenti stradali, l’ultimo di due giorni fa.
Gli animali rimangono feriti e nei casi più gravi, per abbaterli si rasenta la farsa attendista: l’iniezione letale ne rovina la carne non più commestibile e quindi è meglio che muoiano senza aiuto, tra enormi sofferenze.
Siamo stati testimoni angosciati qualche tempo fa di un episodio che vedeva colpito un puledro, agonizzante da dodici ore al Valico della Crocetta, e solo le nostre decise proteste hanno portato all’abbattimento dell’animale.
Il pascolo abusivo sull’altopiano di Campo Felice a Lucoli (AQ) è sempre attivo con  nuove introduzioni di equini e bovini la maggior parte di provenienza illegale.
Molte le denuce del Corpo Forestale dello Stato del Comando Provinciale di l’Aquila, che interviene per dare esecuzione all’Ordinanza del Sindaco di Lucoli che dispone la cattura degli animali per i pericoli derivanti alla circolazione stradale.
I Forestali del Comando Stazione di Lucoli, unitamente al reparto a cavallo del CFS di L’Aquila, sono intervenuti ed interverranno generalmente in prossimità della Statale 696 nel tratto che collega Campo Felice allo svincolo autostradale della A24.
Ma chi sta dalla parte degli animali?
Fino a quando potrà durare tutto ciò? Risulta (notizie di settembre) che per i precedenti rastrellamenti nessuna Associazione animalista si è messa in contatto con il Comune di Lucoli per provare a riscattare i poveri animali le cui spese di mantenimento presso la stalla di un privato, si aggiravano intorno ai 120 euro al giorno cadauno, ivi compresi i costi di guardiania. Dei cavalli catturati lo scorso luglio, solo in pochi sono tornati ai padroni. Si trattava degli animali microchippati ed i proprietari  sono stati denunciati per pascolo abusivo.
Al momento tutti i cavalli sono stati collocati o venduti all’asta.
Ai proprietari rintracciati sono state anche contestate le sanzioni amministrative derivanti dalle numerosi violazioni del regolamento di Polizia Veterinaria ed ammontanti a circa 9000 euro per mancata vaccinazione, omessa microcippatura, etc. Ci sono poi le spese di mantenimento.
Il pastore-allevatore è quasi un “ladro d’erba” ….dalla notte dei tempi. Nulla di nuovo sotto il sole, nonostante i microchip e le concessioni di pascolo legali, le abitudini sono sempre le stesse, al limite della legalità (se poi ci sono da pagare le tasse dichiarando il possesso degli armenti  microchippati) e la presenza massiccia soprattutto dei cavalli sul territorio lucolano non si è risolta con i due sequestri eseguiti dal Corpo Forestale durante l’estate.
Gli animali sono ancora lasciati per mesi senza alcuna custodia al pascolo libero, i proprietari secondo le notizie della stampa sono soprattutto gli allevatori dell’Aquilano, della Marsica e del Lazio.  Cavalli e bovini, quindi, sono i pratogonisti del pascolo abusivo a basso costo: nessuna microchippatura e, pertanto, totale impossibilità di rintracciare i proprietari. Questi ultimi, nel caso, dovrebbero rispondere del reato di cui all’art. 636 del Codice Penale (introduzione o abbandono di animali nel fondo altrui e pascolo abusivo).
La morte del cavallo di una “botticella”
(un cavallo di città ma quelli di Campo Felice stanno meglio?)

Non ricordo da quanto tempo sono qui. Un giorno, forse. O forse è passata solo qualche ora. Ma che importanza ha, ormai? È tutto finito, finalmente. Sono finite le sofferenze, le botte, le iniezioni che mi facevano perché così potevo correre più veloce. Sono finite le frustate, le urla della gente che schiumava dalla rabbia per aver perso una scommessa, sono finiti per sempre gli inseguimenti con i motorini e le auto, che mi facevano da scorta per impedire a chiunque di intromettersi nella corsa.
Non ricordo molto della mia morte. Ricordo che mi hanno portato via da quel luogo sudicio e asfittico in cui mi rinchiudevano dopo avermi fatto correre sulle strade di Palermo per scaricarmi qui sull’asfalto, accanto a un marciapiede, un luogo molto frequentato dalla gente. Mi guardano tutti, alcuni con incredulità, altri con orrore, glielo si vede dipinto negli occhi: bambini col gelato, mamme, innamorati, semplici curiosi. Qualcuno mi ha coperto con un lenzuolo, come testimonia la foto che vedete in pagina, scattata dai ragazzi di GeaPress, l’agenzia di stampa che si batte per l’affermazione dei diritti di tutti gli esseri viventi.
E, pensate, addirittura alcune guardie municipali mi stanno vegliando da diverse ore, in attesa che arrivi qualcuno a prendermi. Ho sentito che parlavano tra di loro, commentando il fatto che sono qui da tanto tempo per questioni burocratiche. Pare, infatti, che l’ufficio dell’assessorato comunale all’igiene, di domenica, sia chiuso, e io sono qui da sabato sera. D’altronde, la ditta a cui è stato affidato l’appalto per la rimozione delle carcasse di animali (anch’io, adesso, sono una carcassa) è stata avvertita con ritardo, in fondo è domenica anche per loro.
Dunque, sono qui da molto tempo, sembra addirittura da venti ore. Non me n’ero accorto.
Il tempo è una cosa strana: passa velocemente quando si è felici, quando si fa qualcosa che ci piace o ci diverte, mentre sembra non passare mai quando si sta male, quando si soffre, quando si aspetta qualcosa di terribile e ineluttabile. Proprio come quando mi tiravano fuori da quella gabbia di lamiere, mi facevano indossare i finimenti, mi attaccavano al sulky e poi, via, la strada, i clacson, la frusta, gli zoccoli che si ferivano sull’asfalto…
Ecco, scusate, ma devo lasciarvi. È arrivato il camion che mi porterà via. Così la gente potrà tornare a passeggiare tranquillamente e a mangiare il gelato, perché un cavallo morto per strada, da queste parti, rovina gli affari.





Cavalli a Campo Felice

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