Colle di Lucoli: il tempo si è fermato al 6 aprile 2009 |
La Fonte Locusù: la Frazione ha solo due abitanti ma alla fonte ci sono sempre molti ragazzi |
Cominciamo dalla Fonte e prendendo spunto dalla scritta ridiamo vita al Colle! |
Le fontane, nel corso dei secoli, hanno sempre avuto molteplici finalità: funzionale, come mezzo di distribuzione dell’acqua, decorativa ed aggregativa. Oggi, in un’ottica urbanistica, non si realizzano più lavatoi e abbeveratoi ed è sopravvissuto il solo aspetto decorativo: le fontane sono diventate principalmente fulcri di arredo urbano rafforzando al tempo stesso anche l’elemento aggregante. In Abruzzo, regione in cui la natura si è conservata pressoché intatta, le acque e le fonti hanno sempre avuto un ruolo significativo. Certo in passato la funzionalità era l’elemento fondamentale – si pensi agli abbeveratoi e ai lavatoi – che ovunque avevano un ruolo centrale nella società e costituivano un punto di riferimento per due figure significative, il pastore e la lavandaia, il fattore estetico subentrerà successivamente con l’applicazione di fregi e decorazioni, e trasformerà le fontane in elementi urbani.
Lavandaie abruzzesi |
In ogni paese dell’Abruzzo ci sono fontane che raccontano vicende storiche, feste tradizionali, chiacchericci e che, oggi come quella del Colle, con la loro “voce” sono rimaste, nei borghi abbandonati, l’unico elemento vitale.
Ma per la Fonte “Locusu'”, nonostante il terremoto, sembra non prospettarsi lo stesso destino.
La fonte di Locosù è uno degli elementi architettonici più importanti del Colle insieme alla Chiesa della Beata Cristina (assolutamente inagibile dopo il sisma). Si chiama così poiché sorge sul lato alto della montagna. L’acqua che vi scorre è di sorgente e dicono che in inverno sia calda e d’estate sia fredda.
Questa Fonte viene chiamata anche “Fonte dell’amore” perchè i ragazzi del paese, oggi uomini maturi, potevano vedere le loro fidanzate soltanto quando si recavano a raccogliere l’acqua. Altre storie vi sono legate, come quella raccontata da Roberto, che ragazzino, volle incendiare l’acqua della fontana versandovi alcool e dandogli fuoco, forse qualcuno gridò al maleficio.
Anche ora, nonostante la desertificazione del Colle, per un fascino attrattivo la fontana attira ancora i ragazzi che vi sostano, chiaccherando, sentendo musica, facendo pic nic, in ogni modo vivendola.
E’ bellissima la scritta che abbiamo fotografato, che qualcuno ha rifatto (ne esisteva un’altra già pre-terremoto) sull’intonaco bianco a testimoniare la voglia di non lasciar morire questo luogo, con tutto ciò che ha significato in termini di incontro, di vita quotidiana, di tradizione, di spirito vitale di un paese.
Partendo dalla Fonte, dal nostro passato, la scritta ci sprona forse a mantenere il presente e costruire il futuro del dopo terremoto.
Tutto questo ci sembra difficilissimo se non impossibile…….guardando il futuro con gli occhi disincantati ed un poco cinici di chi sa “come va il mondo”.
E’ bellissima la scritta che abbiamo fotografato, che qualcuno ha rifatto (ne esisteva un’altra già pre-terremoto) sull’intonaco bianco a testimoniare la voglia di non lasciar morire questo luogo, con tutto ciò che ha significato in termini di incontro, di vita quotidiana, di tradizione, di spirito vitale di un paese.
Partendo dalla Fonte, dal nostro passato, la scritta ci sprona forse a mantenere il presente e costruire il futuro del dopo terremoto.
Tutto questo ci sembra difficilissimo se non impossibile…….guardando il futuro con gli occhi disincantati ed un poco cinici di chi sa “come va il mondo”.
I ragazzi non sono ancora corazzati di fronte alla vita ed alle sue dolorose battute di arresto, hanno un atteggiamento positivo verso il futuro, forse ci possono aiutare a ricominciare proprio con una scritta.
Grazie.
Grazie.