Siamo arrivati al coronamento di un sogno, la consegna del nostro “dono” alla Comunità locale ed ai parenti delle vittime del sisma del 2009: Il GIARDINO DELLA MEMORIA DEL SISMA DEL 2009.
Per quasi tutti noi, con pochissime eccezioni, la Onlus è stata la prima esperienza di volontariato e, passato il momento dell’emergenza e dell’iniziale slancio di solidarietà indirizzato verso le persone costrette a vivere nelle tendopoli abbiamo incontrato molte difficoltà ambientali che hanno ostacolato fortemente il lavoro dei nostri soci.
Non ci siamo arresi, non siamo caduti nel disfattismo e nella polemica a tutto campo.
Volevamo portare il testimone al traguardo correndo la nostra staffetta: il progetto del Giardino della Memoria.
Forse questa è stata la nostra prova maggiormente riuscita, per il resto, ci siamo trovati a vivere esperienze comuni a tutte le associazioni.
Siamo convinti di aver offerto al territorio un modello di altruismo, di cooperazione e di dialogo. Siamo stati sempre protesi a dare l’esempio, donando anche le nostre risorse personali, cercando di promuovere cambiamenti positivi, cercando di eliminare i problemi prodotti da ogni possibile forma di diffidenza o chiusura culturale e sociale. Una delle prime prove che ci siamo trovati ad affrontare è stata determinata dalla nostra volontà di passare dall’assistenza emergenziale a qualcosa di più duraturo che promuovesse un possibile richiamo per il territorio, abbiamo cercato il coinvolgimento locale, su un progetto da realizzare con il contributo delle nostre esperienze professionali e culturali ma da condividere con tutti.
Da questo sogno è nata l’idea del Giardino della Memoria, progetto ecosostenibile in grado di accrescere il patrimonio boschivo di Lucoli e di promuovere il rispetto e la difesa della natura collegandolo alla memoria di chi non c’è più.
Abbiamo più volte azzerato i nostri programmi, semplificandoli, abbiamo cercato punti fermi: i bambini del territorio che hanno creduto in noi e la natura bellissima di Lucoli e queste due spinte ci hanno portato al prossimo 29 di maggio, all’oggi, e a questo piccolo risultato, fatto in casa, tessuto con le nostre mani, alle quali però si sono aggiunte altre mani ed aiuti insperati. Quelli di molti Lucolani ed anche dei parenti delle vittime universitarie del sisma e di nuovi amici che ci hanno donato: chi il lavoro, chi risorse economiche, chi soltanto una pianta da frutto.
Questa è la nostra ricchezza essere stati all’altezza non della qualità del risultato, sempre discutibile, ma della fiducia riposta da tante persone anche della “porta accanto” che si sono fidate: dei bambini delle scuole che hanno realizzato i mosaici e delle loro insegnanti di Lucoli ed Avezzano, dei ragazzi dei gruppi giovanili di Roma, degli anziani, dei parenti delle vittime del sisma. A tutti loro dobbiamo dire grazie perché ci hanno rafforzato dandoci spinta e motivazione e perché oggi ci fanno sentire un poco migliori.
Per quasi tutti noi, con pochissime eccezioni, la Onlus è stata la prima esperienza di volontariato e, passato il momento dell’emergenza e dell’iniziale slancio di solidarietà indirizzato verso le persone costrette a vivere nelle tendopoli abbiamo incontrato molte difficoltà ambientali che hanno ostacolato fortemente il lavoro dei nostri soci.
Non ci siamo arresi, non siamo caduti nel disfattismo e nella polemica a tutto campo.
Volevamo portare il testimone al traguardo correndo la nostra staffetta: il progetto del Giardino della Memoria.
Forse questa è stata la nostra prova maggiormente riuscita, per il resto, ci siamo trovati a vivere esperienze comuni a tutte le associazioni.
Siamo convinti di aver offerto al territorio un modello di altruismo, di cooperazione e di dialogo. Siamo stati sempre protesi a dare l’esempio, donando anche le nostre risorse personali, cercando di promuovere cambiamenti positivi, cercando di eliminare i problemi prodotti da ogni possibile forma di diffidenza o chiusura culturale e sociale. Una delle prime prove che ci siamo trovati ad affrontare è stata determinata dalla nostra volontà di passare dall’assistenza emergenziale a qualcosa di più duraturo che promuovesse un possibile richiamo per il territorio, abbiamo cercato il coinvolgimento locale, su un progetto da realizzare con il contributo delle nostre esperienze professionali e culturali ma da condividere con tutti.
Da questo sogno è nata l’idea del Giardino della Memoria, progetto ecosostenibile in grado di accrescere il patrimonio boschivo di Lucoli e di promuovere il rispetto e la difesa della natura collegandolo alla memoria di chi non c’è più.
Abbiamo più volte azzerato i nostri programmi, semplificandoli, abbiamo cercato punti fermi: i bambini del territorio che hanno creduto in noi e la natura bellissima di Lucoli e queste due spinte ci hanno portato al prossimo 29 di maggio, all’oggi, e a questo piccolo risultato, fatto in casa, tessuto con le nostre mani, alle quali però si sono aggiunte altre mani ed aiuti insperati. Quelli di molti Lucolani ed anche dei parenti delle vittime universitarie del sisma e di nuovi amici che ci hanno donato: chi il lavoro, chi risorse economiche, chi soltanto una pianta da frutto.
Questa è la nostra ricchezza essere stati all’altezza non della qualità del risultato, sempre discutibile, ma della fiducia riposta da tante persone anche della “porta accanto” che si sono fidate: dei bambini delle scuole che hanno realizzato i mosaici e delle loro insegnanti di Lucoli ed Avezzano, dei ragazzi dei gruppi giovanili di Roma, degli anziani, dei parenti delle vittime del sisma. A tutti loro dobbiamo dire grazie perché ci hanno rafforzato dandoci spinta e motivazione e perché oggi ci fanno sentire un poco migliori.
Diciamo grazie alle Associazioni del Comitato Promotore del Progetto del Memoriale: Giovani nella Giustizia, Unione Italiana Forense, Città Solidale in modo particolare al suo Segretario Generale, Loris Facchinetti, primo ispiratore di questa iniziativa.
Diciamo grazie alla Parrocchia di San Giovanni Battista al suo Parroco Don Amedeo Passarello.
Diciamo grazie ai soci del Keren Kayemet ed agli amici di Israele. Conoscere il loro mondo è stato un altro dono che ci ha resi tutti più ricchi che ci ha consentito di comprendere anche il significato spirituale della memoria legata alla nascita di una nuova pianta, alla crescita di un albero, alla sacralità della vita ed al ricordo delle vittime e dei giusti.
Diciamo grazie ai soci del Keren Kayemet ed agli amici di Israele. Conoscere il loro mondo è stato un altro dono che ci ha resi tutti più ricchi che ci ha consentito di comprendere anche il significato spirituale della memoria legata alla nascita di una nuova pianta, alla crescita di un albero, alla sacralità della vita ed al ricordo delle vittime e dei giusti.
Diciamo grazie al Corpo Forestale dello Stato, che ci ha indirizzati ed aiutati.
Diciamo grazie al Ministro della Gioventù Giorgia Meloni, che ha creduto in questa iniziativa e che rivolgerà un particolare saluto ai bambini partecipanti alla celebrazione.
Diciamo grazie al Credito Cooperativo: Nazionale e dell’Abruzzo e del Molise, che ci ha sostenuto in modo convinto e come sempre attento alla valorizzazione di tutte le piccole istanze locali che potrebbero creare ricchezza e sviluppo.
Ringraziamo tutti coloro che ci sono stati idealmente e fattivamente vicini e che non abbiamo citato.
L’appuntamento è per domenica 29 maggio alle ore 14.30 per la premiazione del Concorso un Mosaico per il Giardino della Memoria che sarà effettuata alla presenza del Sindaco di Lucoli e per le 15.30 per la cerimonia inaugurale.