Stamattina alle 10.00 passando per le vie deserte di Colle di Lucoli appena tirate a lucido dal lavoro degli scout di sedici anni venuti da Roma, in Largo Iannini siamo stati accolti dalla scena di un atto vandalico perpetrato nella notte.
Qualcuno si è divertito a rompere i vasi con le piante posti fuori delle case, piante gelate, uniche testimoni di una comunità che non c’è più. Qualcuno si è accanito rompendo e distruggendo ciò che restava a testimonianza di una vita quotidiana finita ad aprile del 2009: una tenda di plastica strappata in mille pezzi, una lampada di ferro, dei vasi di cemento, una panca di legno portata a spasso per il paese e lasciata sulle scale che partono dall’Ortere.
Si tratta di una bravata?
Non possiamo non annotare la diabolica concomitanza dei tempi dei due fatti descritti: l’attività di pulizia volontaria del paese abbandonato dalla gente e da ogni servizio di nettezza urbana e l’atto vandalico che getta un’ombra scura insozzando di nuovo quanto restituito a dignità civica.
E’ per questo che abbiamo informato dell’accaduto i carabinieri invitandoli ad effettuare un sopralluogo.
I ragazzi del Gruppo Scout “Armaggeddon” hanno di nuovo dato una mano a mettere in ordine: ma i danni fatti restano come anche la delusione e la frustrazione che tale evento ha suscitato nelle coscienze di chi si è offerto volontario per aiutare gli altri nel ridare una pur minima dignità alla frazione più distrutta dal sisma ma non ancora definitivamente morta..
Sono molti i temi e le riflessioni conseguenti sui quali si potrebbe aprire una discussione pubblica: sicurezza dei beni della Frazione disabitata, cultura chiusa che conduce al disprezzo di ciò che civicamente va condiviso, preservato ed alimentato, iniziative da parte delle Istituzioni nel contrastare questi fenomeni……
La linfa vitale sembra non scorrere più a Colle, ma il suo borgo non è un cadavere di cui fare scempio, è per questo motivo che ci rivolgiamo all’Amministrazione Comunale, in primis, perché abbia tutela con tutti gli strumenti in suo potere di questa parte di Lucoli e, poi, a quanti sappiamo motivati a custodire e preservare non solo i loro beni immobiliari ma la cultura e le tradizioni di un nucleo umano dal quale discendono affinché siano più assidui nel controllare di persona questo abitato che sembra morto.
La prima richiesta che facciamo al Sindaco di Lucoli è quella di ripristinare l’illuminazione pubblica danneggiata dal sisma, il buio è da sempre complice di molti delitti anche di quelli alle case dei padri.
Nel frattempo speriamo che le indagini avviate dalle Autorità diano il frutto sperato e che i vandali una volta individuati vengano messi alla pubblica gogna.
Qualcuno si è divertito a rompere i vasi con le piante posti fuori delle case, piante gelate, uniche testimoni di una comunità che non c’è più. Qualcuno si è accanito rompendo e distruggendo ciò che restava a testimonianza di una vita quotidiana finita ad aprile del 2009: una tenda di plastica strappata in mille pezzi, una lampada di ferro, dei vasi di cemento, una panca di legno portata a spasso per il paese e lasciata sulle scale che partono dall’Ortere.
Si tratta di una bravata?
Non possiamo non annotare la diabolica concomitanza dei tempi dei due fatti descritti: l’attività di pulizia volontaria del paese abbandonato dalla gente e da ogni servizio di nettezza urbana e l’atto vandalico che getta un’ombra scura insozzando di nuovo quanto restituito a dignità civica.
E’ per questo che abbiamo informato dell’accaduto i carabinieri invitandoli ad effettuare un sopralluogo.
I ragazzi del Gruppo Scout “Armaggeddon” hanno di nuovo dato una mano a mettere in ordine: ma i danni fatti restano come anche la delusione e la frustrazione che tale evento ha suscitato nelle coscienze di chi si è offerto volontario per aiutare gli altri nel ridare una pur minima dignità alla frazione più distrutta dal sisma ma non ancora definitivamente morta..
Sono molti i temi e le riflessioni conseguenti sui quali si potrebbe aprire una discussione pubblica: sicurezza dei beni della Frazione disabitata, cultura chiusa che conduce al disprezzo di ciò che civicamente va condiviso, preservato ed alimentato, iniziative da parte delle Istituzioni nel contrastare questi fenomeni……
La linfa vitale sembra non scorrere più a Colle, ma il suo borgo non è un cadavere di cui fare scempio, è per questo motivo che ci rivolgiamo all’Amministrazione Comunale, in primis, perché abbia tutela con tutti gli strumenti in suo potere di questa parte di Lucoli e, poi, a quanti sappiamo motivati a custodire e preservare non solo i loro beni immobiliari ma la cultura e le tradizioni di un nucleo umano dal quale discendono affinché siano più assidui nel controllare di persona questo abitato che sembra morto.
La prima richiesta che facciamo al Sindaco di Lucoli è quella di ripristinare l’illuminazione pubblica danneggiata dal sisma, il buio è da sempre complice di molti delitti anche di quelli alle case dei padri.
Nel frattempo speriamo che le indagini avviate dalle Autorità diano il frutto sperato e che i vandali una volta individuati vengano messi alla pubblica gogna.
2 comments
Veramente increscioso quanto si legge, specchio di una realtà chiusa, gretta e ingrata. Poi ci si chiede perché alcune parti d'Italia siano ancora così regredite, soprattutto economicamente. La risposta è qui e in tanti altri ottusi comportamenti che invece di promuovere il territorio, valorizzandolo, aprendolo allo sviluppo e al turismo (non di massa e di sfruttamento ma di qualità e di crescita) lo condannano ad una morte lenta ed inevitabile. Se mai si capirà che i lucolani da soli non potranno mai ricostruire lucoli, rimarranno tra le loro macerie, vecchi e soli, perché il giovani, come già hanno fatto (ed io sono uno di questi) continueranno ad andare via, i turisti non torneranno in un territorio abbandonato ed inospitale, rimarranno solo faggete, cani e gatti selvatici, un paesaggio bello ma desolante e vuoto.
Andrea
Paesaggio bello? ma con tutti quelli orribili residence di pratolonaro e i map abbandonati del Colle , con tutte quelle case dei vari paesi che (tranne pochi casi) sembrano costruzioni abusive li possiamo attribuire la parola "bello" ??? anzichè continuare a cementificare il territorio prendiamo esempio dai paesi di Toscana e Umbria che hanno ristrutturato i loro paesi facendoli diventare dei gioielli e circondandoli di verde.
MARCO