“Tornate, non dovete fare altro. Qui se ne sono andati tutti, specialmente chi è rimasto”.
Sono i versi del poeta e paesologo Franco Arminio. La sezione “territorio” è intesa anche in accezione ampia comprendendo l’intero Abruzzo e non solo Lucoli. Un territorio e il suo ambiente e le testimonianze della sua gente rappresentate anche per mezzo di un archivio fotografico storico.
Ambiente
Le montagne di Lucoli sono una ricchezza, in termini di diversità delle specie e dei paesaggi e sono l’esito di processi storici di continua modificazione degli ambienti “naturali”. Dal punto di vista geologico, la maggior parte del territorio è formato da calcare e rispecchia le caratteristiche delle catene Gran Sasso, Sirente e Velino. Sono visibili molte doline diffuse di piccola e media ampiezza.
Un cenno particolare va dedicato all'altopiano di Campo Felice. E' un antico letto lacustre situato a 1.550 m s.l.m, e gli ultimi residui acquiferi risalgono a circa 500 anni fa. E' chiuso a Est dal M. Cefalone, di origine tettonica con la faglia ben visibile; a Nord scende verso la valle di Lucoli mentre a Sud Ovest sfocia nella valle del Puzzillo e Vena Stellante. Le colline moreniche chiamate Centomonti, alte fino a 20-30 m. rispetto al piano, testimoniano antichi e maestosi ghiacciai fra i più alti d’Italia. Ad Ovest, verso il Valico della Chiesola, si forma il temporaneo lago nivale originato da falde affioranti e legato direttamente allo scioglimento delle nevi.
Sulle vette più alte vi sono affioramenti di Bauxite in sacche non molto estese. Le più ampie sono state sfruttate negli anni 50-60 per creare lavoro in zona. Da esse sono state estratti approssimativamente un milione di quintali di minerale con una percentuale in ferro al massimo del 60%. Raramente, si incontrano marmi bianchi o rosati, di bella struttura. Si ritrovano in piccole sculture delle nostre chiese.
La pratica del pascolo e della transumanza verticale (dalla valle agli altipiani) ha portato alla formazione di straordinarie praterie secondarie che sono tutt’ora mantenute dal pascolo. La transumanza orizzontale, che legava il territorio al Molise e alla Puglia ha contribuito alla ibridazione di ecosistemi tra loro anche molto distanti. I boschi (a dominanza di faggio e di cerro) sono stati sempre utilizzati per la produzione di legna e carbone da boscaioli e carbonai rispettando i cicli naturali, utilizzando tecniche di taglio idonee alla riproduzione del bosco, e alla conservazione di habitat forestali di grande valore ecologico. La grande resilienza di questi sistemi ambientali e il sostanziale equilibrio dinamico tra attività “produttive” e ambiente, è testimoniata dalla quantità e qualità dei siti di interesse comunitario presenti nel territorio. Anche le attività agricole prevalentemente di sussistenza, praticate nelle piane e nei rilievi in prossimità dei centri abitati hanno contribuito alla creazione di una matrice di paesaggio caratterizzata da campi terrazzati delimitati da muri a secco e alberature isolate e da campi aperti di colture foraggere.
Si raccomanda di consultare il sito “flora di lucoli” che contiene una ricerca floristica, censimento e mappatura della ricchezza botanica del territorio. La ricerca floristica ha avuto inizio dieci anni fa con un censimento su alberi ed arbusti mirato al territorio comunale.
Rif.:
“Ricostruzione dei territori” – Alineia Editrice s.r.i. 2010.