Giovedì 10 Marzo il Consiglio dei Ministri ha approvato il disegno di legge contenente «Disposizioni per lo sviluppo e la
valorizzazione delle zone montane» – frutto di un lavoro di consultazione inclusivo finalizzato a garantire l’accessibilità a tutti i servizi essenziali anche in montagna, promuovendo lo sviluppo di attività imprenditoriali agricole e forestali, giovani e innovative.
I territori montani rappresentano una risorsa importante per un Paese come l’Italia, che possiede l’intero versante meridionale delle Alpi ed è percorsa dall’Appennino. Per questo, una legge specifica per lo sviluppo e la valorizzazione delle montagne, che ha visto, tra gli altri, il contributo del mondo accademico italiano e degli operatori della montagna, riuniti nel Tavolo Tecnico Scientifico (TTS), è un grande e importante risultato per l’incremento della competitività del Paese.
L’iniziativa è nata con gli obiettivi di contrastare lo spopolamento delle aree montane e di creare opportunità e occasioni per le giovani generazioni desiderose di continuare a vivere e lavorare in questi territori.
Il disegno di legge, prevede tre direttive di intervento (servizi essenziali, sanità e scuola) da attuare nell’ambito della Strategia Nazionale per la Montagna Italiana (SNAMI), mira a garantire l’accessibilità a tutti i servizi essenziali anche in montagna, promuovendo lo sviluppo di attività imprenditoriali agricole e forestali, giovani e innovative. Queste iniziative verranno attuate grazie all’istituzione del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane (FOSMIT) con uno stanziamento di 100 milioni di euro per il 2022 e di 200 milioni a decorrere dal 2023.
Si è voluto porre al centro la figura del montanaro nella sua dimensione individuale e di comunità, lo sviluppo integrale della montagna, che vede nei giovani la capacità di ripopolamento e rifunzionalizzazione.
Ci sono benefici immediati che la nuova legge porterà, primi tra tutti gli incentivi per chi sceglierà di vivere e lavorare in montagna: insegnanti e medici su tutti, due figure che scarseggiano sempre più in quota. Si tratta il tema dell’agricoltura di montagna, con specifiche agevolazioni e l’incentivo per i professionisti della montagna, come maestri di sci e guide alpine.
Quindi come primo risultato si vuole garantire anche in montagna la fruibilità di tutti i servizi essenziali, dalla sanità alla scuola: chi sceglie di fare il medico o l’insegnante in Comuni montani avrà delle agevolazioni. «Io resto in montagna»: è una misura che prevede detrazioni sul mutuo per chi, con meno di 41 anni, acquista una prima casa in un Comune montano. Ci saranno misure fiscali ad hoc per i giovani che avviano una propria attività in montagna; e poi si prevede un credito di imposta per gli imprenditori agricoli e forestali che investono nella eco sostenibilità nei Comuni montani.
Ora dobbiamo arrivare all’approvazione in Parlamento.
Si pensa al via libera definitivo da parte delle Camere entro l’estate.
Il prof. Giovanni Cannata, Presidente Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise pensa che il provvedimento sia un’occasione per mettere in attenzione la problematica delle terre alte nelle quali insistono molti dei Parchi e delle aree protette che debbono essere sempre più considerati come laboratori per lo sviluppo sostenibile. Auspica che sia data particolare e inderogabile attenzione alla copertura digitale dei territori quale prerequisito indispensabile per ogni azione di conservazione attiva e sviluppo.
Si associa anche NoiXLucoli, come custode della biodiversità vegetale, auspicando una pronta approvazione, da parte del Consiglio dei ministri, della nuova legge sulla montagna che rappresenta un momento estremamente importante per tanti territori che aspettavano da quasi trent’anni un provvedimento organico, necessario per favorire lo sviluppo di molti Comuni svantaggiati, per valorizzare le specificità delle terre alte.