Il nostro messaggio di auguri ha al centro il Giardino della Memoria ed il Presepe: il bello ed il Sacro.
Il presepe è la nascita di un Bambino, di una famiglia, di una comunità. E’ il calore in pieno inverno, è il cielo stellato nel gelo di dicembre, è la luce al buio della notte. Nel presepe da bambini noi vedevamo per la prima volta insieme bianchi e neri, arabi ed ebrei, persino i re magi rispettavano l’integrazione perché uno dei tre era moro. Nel presepe imparavamo a riconoscere ed amare la natura, la bellezza dei monti riprodotti in carta da imballaggio travestita e maculata, dei fiumi e dei laghetti, anche se erano specchietti rubati alla vanità femminile, il muschio vero e la neve finta, poi gli alberi e le palme, il cielo stellato e il prodigio di una stella cometa posata sopra una grotta, spesso in modo precario. Nel presepe acquistano dignità gli animali più umili, a cominciare dall’asino e dal bue, primi caloriferi animati per un Divino Utente e per i suoi santi congiunti. Il presepe apre i cuori all’aspettativa, alla nascita e per noi, che curiamo il Giardino della Memoria al risveglio delle piante, nella speranza che siano sane e vigorose. E’ un esempio di fiducia nell’avvenire, una comunità fondata non sull’interesse e sullo sfruttamento ma sul comune amore per il Bambino che nasce e una fede che unisce.
Per chi crede, invece, il presepe è il sacro ad altezza d’uomo, è la santità a domicilio, la spiritualità che si fa carne, popolo e paesaggio, una divinità che prende in braccio il mondo e lo accarezza. E’ anche aspra la religione, è anche tosta, esige sacrifici, è martirio e sopraffazione, a volte è l’alibi per esercitare violenza e dominio; ma nel presepe no, è un esempio mite di comunità armoniosa, di una beatitudine casereccia, perfino musicale.
Abbiamo immaginato un presepe al centro del Giardino della Memoria per chiedere fiduciosamente un aiuto futuro per le piante che custodiamo e che lo scorso anno si sono ammalate, anche per la siccità e che abbiamo curato sostenendo delle spese non banali. Vorremmo aiuto perché tante volte ci sentiamo soli in questa nostra missione ideale che, con il solo ritorno degli apprezzamenti stupiti dei visitatori di fronte alla bellezza del Giardino, perseguiamo da dodici anni.
Apriamo i cuori all’aspettativa e auguriamo a tutti serene Festività.