L’emergenza in Emilia Romagna ha mostrato ancora una volta la grande disponibilità al volontariato degli italiani.
Volontari sono però più fuori che dentro un’associazione. Lo stesso accade per l’attivismo civico sui beni comuni dinamica che viviamo, impegnati con un bene comune del territorio: Il Giardino della Memoria del Sisma del 2009.
La nostra Associazione ben conosce questa dinamica, oltre al lavoro riguardante la mission associativa, lavora costantemente per cercare di sviluppare un ecosistema stabile, con delle forme di collaborazione strutturate e consolidate, che possano attrarre energie, persone, risorse attorno al tema dell’ambiente e dei beni comuni. Questo sforzo dispiega il 50% delle nostre energie con risultati non eclatanti, che, se paragonati al calo nazionale dei volontari, appaiono, invece, buoni: riusciamo ad incrementare il numero dei soci.
L’Istat ha condotto un’indagine ed ha rilevato un calo delle motivazioni al volontariato.
Questo dato è stato affiancato ad altri indicatori relativi alla partecipazione, ad esempio la partecipazione al voto: non tanto nelle elezioni politiche, ma nelle amministrative In generale è evidente (e non da oggi) che c’è una difficoltà di tenuta delle forme più classiche della partecipazione, forse delle forme novecentesche della partecipazione, fra cui anche l’associazionismo. Un altro pensiero è legato alla trasformazione demografica, sia perché le persone potenzialmente attive nel volontariato sono oggettivamente meno di un tempo, soprattutto tra i giovani, sia perché c’è una fascia di popolazione i 60-65enni, quelli che un tempo con la pensione si dedicavano al volontariato – che oggi invece dopo il lavoro o accanto al lavoro deve dedicare molto tempo al welfare familiare, alla cura di genitori anziani non autosufficienti: da un lato così si ha meno tempo disponibile per il volontariato classico, dall’altro lato però queste persone praticano una modalità di relazione solidale gratuita che l’Istat non vede.
Siamo convinti che ci sia anche una crisi culturale profonda, quasi filosofica, dei grandi motori culturali della motivazione all’altruismo e alla solidarietà. L’umanesimo di tipo cristiano cattolico piuttosto che la solidarietà del movimento operaio si sono molto affievoliti quindi, queste motivazioni i giovani o le hanno respirate dentro i circuiti familiari, quasi con un passaggio di testimone oppure… non sanno cosa siano.
NoiXLucoli è impegnata su vari temi: quelli ambientali, la rigenerazione, la cura dei beni comuni, degli spazi comuni. Tutto questo funziona molto bene in alcune realtà perché attira partecipazione, forse a Lucoli occorrerebbe moltiplicare gli sforzi anche a livello di Amministrazione pubblica per sviluppare una cultura in tal senso. I nostri soci vivono anche il bisogno di reciprocità e per questo ci sforziamo di essere promotori di lavoro insieme, incontri tematici e conviviali. Questa effervescenza non si trasforma in forme stabili di volontariato: resta molto legata alla situazione, però notiamo una energia, una motivazione solidale e prosociale attorno ai beni comuni, il nostro Giardino, la nostra Abbazia… che in ogni caso rappresenta qualcosa. Non c’è solo ripiegamento.
Dopo questa piccola analisi dei “sentimenti” dei volontari ricordiamo a tutti che ci vedremo il 10 Giugno p.v. per il lavoro comune al Giardino della Memoria. Non solo lavori di manutenzione ma anche esame di temi cari all’agricoltura come quelli degli innesti e delle marze. Nuovi amici si uniranno a noi per l’adozione di due alberi e concluderemo con i discorsi di chi si ritrova in allegria.