La legge del tempo è molto semplice, quasi banale, nel dimostrarci continuamente che ciò che è passato finisce nell’oblio e che l’unico modo che conosciamo di perpetrare qualcosa è raccontarla, trasformarla in arte o in bellezza, ovvero in rappresentazione. Ci sono due modi per tentare di ricordare un evento. Il primo è dedicargli monumenti, il secondo è trasformarli in narrazione, raccontarli. I primi vivono una veloce decadenza: prima ci abituiamo e ai nostri occhi diventano arredo urbano; poi si anneriscono di smog. I secondi, se sono fatti con l’urgenza e la passione di chi sa raccontare le storie, resistono molto meglio. La nostra Associazione riguardo al Sisma del 2009 ha provato tutte e due le soluzioni: è stato realizzato un “monumento verde” che è il Giardino della Memoria di Lucoli e dal 2010, ogni anno, inventiamo una narrazione, pratica, di progetto nel progetto, per arricchire questo luogo.
L’anniversario del terremoto del 2009 si allontana, il ricordo delle vittime è divenuto un fatto familiare, la vita è andata avanti. Ma nel Giardino della Memoria di Lucoli, che con le sue piante vive e migliora, la memoria è “frequentata” ed è condita dalla bellezza della natura, dai cicli stagionali oltre che dal lavoro quotidiano per la coltivazione che non ammette dimenticanze.
Il frutteto coltivato nel Giardino è molto bello e ogni anno si arricchisce di qualche varietà nuova segnalataci da vivaisti appassionati. Passeggiare tra gli alberi solo per leggere i nomi delle piante derivati dalla tradizione contadina è un’attività culturale che ai più anziani ricorda i frutti perduti dell’infanzia.
Per questo quindicesimo anniversario abbiamo deciso di rendere maggiormente accessibile il Giardino realizzando un piccolo stradello che possa consentire un passaggio meno accidentato soprattutto ai visitatori anziani. Ogni lavoro eseguito è condotto in armonia con il paesaggio e la natura lo stesso stradello sarà a breve seminato ad erba e quindi si manterrà l’aspetto precedente.
Sono piccole azioni dal grande costo economico per un’Associazione come la nostra che fonda le sue entrate sul 5×1000 e sulle quote dei soci ma che denotano la resilienza di un luogo e la motivazione di un gruppo di persone dai valori umani che non si scalfiscono.