Soprintendenza BSAE dell’Abruzzo
Calendario etnoantropologico
Santa Messa nella Chiesa di San Michele Arcangelo
Vado Lucoli (AQ)
31 dicembre, 2013 – Festa
L’attività organizzata ogni anno il 31 dicembre alimenta un bene comune che merita di essere partecipato da più persone possibili, proprio per costruire il senso della Comunità locale, minacciata come tante altre, dalla massificazione.
La fiaccolata del ritorno, su di un terreno impervio, ha tante valenze antropologiche arcaiche: il fuoco nelle sue molteplici sfaccettature brucia, scalda, purifica, propizia, trasforma, distrugge, cancella, attira, ricrea, concentra, allontana, consuma, ispira, da energia, feconda, trasmuta, fonde, ma illumina anche il mondo, l’anima e la mente. Il fuoco ha una valenza molto contrastante, è utile ed è devastante, è santo ed e maledetto, illumina ma si disperde nel buio, scende dal cielo e riempie l’inferno. Il fuoco fonde i contrari. Il fuoco è considerato il mediatore tra il divino e l’umano per questo è stato usato in tutti i sacrifici agli dei ed è divenuto il simbolo della presenza divina. Nell’Aquilano era vivo nella tradizione delle feste natalizie l’uso della “‘ntossa”, è probabile che anche a Lucoli fosse presente e, le fiaccole di oggi, sono le eredi di questa. Ogni famiglia preparava la tradizionale torcia che veniva ricavata munendosi di una cerquotta, ossia tagliando una piccola quercia ricavandone dal tronco dritto un grosso bastone della lunghezza minima di 150 cm, la cui sommità veniva aperta ad imbuto e inzeppata di altro legno fino a formarne una grossa estremità, che veniva fatta seccare in attesa della vigilia di Natale. Dato fuoco alle `ntosse, le famiglie, guidate dal piu giovane che portava in mano la caratteristica fiaccola, si avviano alla funzione religiosa. Giunti nei pressi della chiesa, le `ntosse venivano ammucchiate tutte in un punto in mezzo alla piazza del paese così da formare un ulteriore falò (tradizione citata per San Giovanni Valleroveto AQ).