Gli oggetti esposti |
Amministratore
Chiesa di S. Menna Affresco di Saturnino Gatti – La Crocifissione |
In questi tesori architettonici di Lucoli e Tornimparte sono custodite queste “gemme” meravigliose dell’arte di Saturnino Gatti.
Rete di recinzione tagliata lato Abbazia |
Rete di recinzione tagliata lato strada provinciale |
Lucchetto divelto: la parte di metallo a chiusura di colore nero è staccata sul legno |
Alcune delle piante irreparabilmente danneggiate: specie di Albicocco di Rocca Calascio spezzata |
Specie denominata “melo a candela” spezzata |
I cavalli lasciati incustoditi di fronte all’Abbazia di San Giovanni Battista |
Interrogativi sulle prospettive future: Galleria di Serralunga un vantaggio per il territorio di Lucoli? |
La galleria di Serralunga: oggi, prima dell’inaugurazione |
Campo Felice la strada che porta agli impianti |
Sarà inaugurata il 22 dicembre prossimo la galleria “Serralunga”, lunga 1.299 metri (dei quali 48 metri in galleria artificiale) che collegherà la Piana di Campo Felice e l’Altopiano delle Rocche della strada statale 696 “del Parco Sirente Velino”, per una lunghezza complessiva di 2,5 chilometri.
Un’indagine condotta dal gruppo Cresme per Legambiente e Confcommercio sui comuni italiani con meno di 2000 abitanti ha individuato in Rocca di Mezzo e Ovindoli i due Comuni abruzzesi con le migliori performance insediative per la elevata utilizzazione delle strutture turistico-ricettive nonché “per la capacità dei singoli territori di offrire sé stessi, nel rispetto delle proprie vocazioni/tradizioni e nel rispetto del rapporto con le proprie doti ambientali”. Nella percezione degli amministratori ed operatori locali, le potenzialità turistiche dell’Altipiano però, non sono sembrate pienamente valorizzate fino a questo momento per problemi quali l’elevato grado di stagionalità delle attrezzature, la loro scarsa interconnessione, la mancanza di specificità e di rapporto con il contesto.
Tutti problemi ben noti sui quali si è dibattuto da molto tempo, anche da prima del terremoto del 2009, problematiche che oggi sembrano trovare miracolosa soluzione nella prossima apertura della galleria di “Serralunga”.
Ma ci chiediamo se il territorio di Lucoli si avvantaggerà realmente dal rilascio di quest’opera infrastrutturale.
Senz’altro il numero di presenze, che si immaginano massicce, che percorreranno l’Altipiano nella parte del territorio di Lucoli non porteranno agli operatori locali benefici economici commisurati al livello di usura ambientale che produrranno nel contesto. I turisti, inoltre, tenderanno a non fruire delle strutture ricettive e commerciali delle Frazioni di Lucoli collocate nella vallata (unica eccezione, forse, Casamaina), dirigendosi, invece, verso i comuni meglio organizzati e con più offerte di servizi, raggiungibili proprio attraverso la galleria.
La vera ricchezza del Comune di Lucoli è compresa nella sua biodiversità e naturalità che va conservata e difesa strenuamente combattendo soprattutto le idee di facile trasformazione del territorio portate avanti sull’esigenza del miglioramento economico, purtroppo al momento, di altri comuni che hanno già fatto delle scelte turistiche intensive.
L’Altopiano di Campo Felice è un sito di importanza Comunitaria (SIC) che ricade nell’area omogenea n° 9 che, con l’apertura della galleria di “Serralunga”, sarà ridotto in una sua ampia parte ad una strada di percorrenza e passaggio: la parte di territorio di Lucoli rappresenterà un comprensorio spaziale dove ci si sposterà, scierà, camminerà, ma dove non si alloggerà perché le strutture ricettive saranno al di là della galleria in altre aree comunali.
Questa tendenza prospettica di minor vantaggio potrebbe essere in parte contenuta con la realizzazione di opere di miglioramento della SS584 verso l’Aquila, strada che consentirebbe ai flussi turistici di raggiungere facilmente questa Città passando per Lucoli, apprezzandone i contesti abitativi ed i borghi (belli anche se terremotati) e viceversa.
Molti sostenitori dell’apertura della galleria hanno spesso parlato di strenue resistenze di tutela ecologica messe in atto da parte degli ambientalisti, ignorando, a vantaggio di altri interessi, i processi irreversibili di modifica degli ambienti naturali dell’Altipiano, originati da opere infrastrutturali quali: la galleria, i 20 km di asfalto della SS696 (che ricadono sul nostro territorio), i parcheggi e, in ultimo, le presenze turistiche intensive, veloci e poco consone per natura del loro stesso target alla conservazione della natura.
Non siamo convinti che siano stati previsti tutti gli accorgimenti per evitare le pesanti ricadute di queste infrastrutture sui contesti naturali dell’Altopiano. La realizzazione di queste opere mira all’esclusivo potenziamento dell’offerta turistica sciistica ed alberghiera dei Comuni di Rocca di Cambio, Ovindoli e Rocca di Mezzo raggruppati insieme a Lucoli nell'”area omogenea della neve“.
Il modello di territorio come “sistema vitale” ipotizzato in tutti gli studi strategici per lo sviluppo di quest’area, indirizza, sulla carta, verso una rappresentazione utile a supportare decisioni di governo che migliorino le probabilità di sopravvivenza del sistema territoriale nel suo complesso: quindi, della parte ricettiva alberghiera e di servizi e della parte ambientale e naturale.
Le componenti fisico-naturali e di scenario, rappresentano il punto di forza del territorio di Lucoli ed andranno tutelate rispetto alla prospettiva di sviluppo che si intravede con l’apertura della galleria di “Serralunga”, rendendo centrale il rapporto “impresa-salvaguardia del territorio” in un’azione di governo ispirata ad una visione di sviluppo sostenibile.
Riteniamo che gli Amministratori di Lucoli siano consapevoli della loro responsabilità di gestione operativa del “sistema vitale” del territorio che si sta caratterizzando con un intreccio di dinamiche che coinvolgono i portatori di una varietà di interessi e, sono, al momento, sbilanciate e difficili da conciliare. La salvaguardia e la tutela delle ricchezze ambientali sono oggi strettamente connesse al grado di civiltà degli uomini, alla loro cultura e sensibilità, un turismo “mordi e fuggi” non ha i tempi per tutelare ed assaporare i valori ambientali, tende ad essere intensivo e distruttivo.
Probabilmente il territorio andrà protetto con sistemi di lotta tecnologicamente avanzati (le ordinanze già ci sono), le sanzioni e la vigilanza dovrebbero essere intensificati, oppure dovranno essere prodotte altre iniziative in presenza di una coscienza sociale poco attenta alle esigenze dell’ambiente. Un “piano di area“, più volte auspicato da queste pagine, consentirebbe di regolare e vincolare anche interventi infrastrutturali futuri.
Con il disgelo sul terreno di Campo Felice si trovano le plastiche |
In ultimo, ma non ultime per importanza, dovrebbero essere realizzate attività di sensibilizzazione e di informazione della Comunità, anche con il coinvolgimento dei mass media, che non saranno mai pienamente efficaci se non mirate a realizzare una cultura della tutela del patrimonio ambientale, inteso come bene imprescindibile che appartiene alla stessa collettività, promuovendo la consapevolezza che uomini e risorse ambientali appartengono al medesimo contesto naturale. |
Riferimenti stampa: http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=29596
1930 – Colle di Lucoli foto di bambini con la loro insegnante (foto per gentile concessione di Edda Giannone) |
Dall’Italia alla Germania, spira un vento di abissale inverno demografico. A Madrid è uscito il libro di Alejandro Macarrón Larumbe dal titolo emblematico, “El suicidio demográfico de España”. Dagli attuali 47 milioni di abitanti, la Spagna è destinata a passare a 35 milioni in trent’anni. “La Spagna sta attraversando una grave crisi economica, ma alla fine molto più pericolosa, anche se vi si presta poca attenzione, è la crisi demografica”.
Secondo i dati recenti dell’Instituto Nacional de Estadística, rispetto al 2011 c’è stato ben il 3,5 per cento in meno di figli in Spagna. La fertilità è scesa al tasso irrisorio di 1,35 figli per donna, 1,31 per le donne spagnole native. Scrive Macarrón Larumbe che “in ventuno province spagnole su cinquanta, ci sono più morti che nati”, e senza il contributo dei bambini degli immigrati, il numero di province con popolazioni in declino sarebbe stato di almeno quaranta. “L’età media del popolo spagnolo è in aumento senza sosta, a un ritmo di un anno di età ogni quattro anni”. Larumbe parla della “morte demografica a cui ci siamo condannati da quando abbiamo insieme deciso di ignorare il più fondamentale di tutti gli istinti di sopravvivenza, avere dei figli”.
Anche in Italia un libro prende di petto la questione dell’eclisse demografica. Scrive l’ex governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, nel suo recente saggio “Sviluppo e declino demografico in Europa e nel mondo” (edizioni Marietti), che la popolazione italiana – al pari di quella giapponese – è la più invecchiata del mondo. “Se non ci saranno aumenti nei prossimi decenni per l’indice di fertilità, nel corso di due generazioni il numero delle donne italiane e quindi degli italiani sarà dimezzato”. In generale per l’Europa, Fazio sostiene che “popolazioni con tendenze in atto come quelle rilevate e sommariamente descritte nei paesi europei sembrano condannare queste popolazioni nel giro di qualche generazione a una sorta di eutanasia sociale”.
Nel 1910, al tempo della Belle Epoque, due milioni di bambini nascevano ogni anno in Germania. Un secolo più tardi, con il cinquanta per cento di persone in più, ne sono nati meno di 700 mila all’anno, di cui oltre 200 mila da genitori stranieri. Il numero delle nascite in Germania è sceso ai livelli del dopoguerra. Il tutto nonostante gli incentivi del governo a ribaltare il trend in quella che è la più fiorente economia d’Europa.
Le statistiche dell’Onu, da poco diffuse, sono una condanna a morte per l’Europa: Grecia (con un tasso di fertilità pari a 1,46), Portogallo (1,36), Italia (1,38) e Germania (1,36) sono le più deprimenti. Francia (1,97), Inghilterra (1,83) e Svezia (1,9) fanno meglio, ma soltanto grazie a una nutrita presenza di immigrati. Adesso paragoniamo le cifre degli stessi paesi negli anni Sessanta: Grecia (2,27), Spagna (2,7), Portogallo (3,29), Italia (2,29), Germania (2,3), Francia (2,7), Inghilterra (2,49) e Svezia (2,23).
In Italia il numero di nascite è stato soverchiato dal numero di morti: ogni anno a cominciare dal 1994.
Questo fenomeno è ben conosciuto a Lucoli, dove ci si incontra sempre più spesso ai funerali, questa ultima estate è stata drammatica per i decessi verificatisi.
Dalle pagine di questo blog suggeriamo spunti per percorsi intellettuali nella realtà geografica ed umana di Lucoli, quella delle Frazioni abbandonate, dei ricordi degli anziani e di una Comunità che inizia a faticare per riconoscersi, è per questo che riproponiamo le foto della vita che fu.
La foto della scolaresca del Colle ci fa immaginare le difficili condizioni di vita di un tempo non troppo lontano: volti di bambine e bambini già grandi nonostante l’età, diffidenti di fronte allo scatto fotografico, impegnati già a combattere la miseria.
Ma erano tanti. Il problema demografico allora non c’era, i paesi erano vivi.
La foto pubblicata è uno strumento di ricerca sulle persone, sulle loro storie, siamo riusciti a riconoscere pochissimi di loro, chi potesse aiutarci a trovare gli altri nomi è pregato di scriverci.
I bambini riconosciuti: n° 29 Ettore Giannone e n° 28 Carlo Giannone.
Alla presenza del Sindaco Cialente, molti artigiani e professionisti sono stati premiati e tra questi Pasqualina Iapadre che a Lucoli tutti conoscono perché titolare dell’omonimo ristorante nella Frazione di Casamaina.
Ma……, Pasqualina è riservatissima.
Alcune delle materie prime utilizzate provengono dalla coltura di alcune varietà tipiche di granaglie di montagna (i legumi) che stanno divenendo rare sulle tavole cittadine o dalla raccolta delle erbe spontanee, un’altra usanza quasi dimenticata.
Festa di San Michele Arcangelo 29 settembre 2012 – Ji Briganti eseguono dei brani musicali |
“Un Secolo di Banda” meritava il giusto rilievo ripercorrendo alcune tappe di storia, cultura, tradizione, presenza, nella vita sociale di Lucoli.
Credits: Jerry Uelsmann – 1969 – Alberi galleggianti |
La meravigliosa cornice del progetto “Giardino dei patriarchi dell’Unità d’Italia” a Villa dei Quintili a Roma |
Il Dott. Sergio Guidi partecipa alla piantumazione dell’albero di melograno che rappresenta L’Italia centrale e Roma |
Monika Bulaj fotografa ed antropologa.
Donne con il grammofono – Lucoli, 1945 – Località Fontenova |
1) ……………………………………………………………………………………………………………
2) LUCIA PUPI – Moglie di Eugenio Soldati detto Baggià (Largo Masciocchi)
3) NINA AMBROSIA – Moglie di Domenico di Pietro mamma di Battista (Ara Iannini)
4) RITA FALASCA – Moglie di Domenico Michetti
5) …………………………………………………………………………………………………………..
6) CRISTINA GIANFELICE – Sorella di Tullio Gianfelice papà di Giulio
7) …………………………………………………………………………………………………………..
8) PINA PROPERZI – Moglie di Ermenegildo Falasca detto “GIRDIGLIO”
9) DORA SOLDATI – Sorella di Cesare moglie di Eligio Gasperini (la Madonna)
10) ANNA AMBROSIA – Moglie di Popò (Ara Iannini)
11) …………………………………………………………………………………………………………
12) …………………………………………………………………………………………………………
13) EVELINA PIETROGIACOMO
14) …………………………………………………………………………………………………………
15) EMILIA PUPI – Sorella di Iva (Largo Masciocchi)
16) RAFFELINA PIETROGIACOMO – Mamma di Tony ed Adelmo (Tiglio)
17) MANOLA MASCIOCCHI – Moglie di Cesare detto “JU PICCIOTTO” (la Madonna)
18) ARMIDA MICHETTI – Moglie di Mario (Corso Visconti)
19) LOLA COLAFIGLI – Sorella di Tito moglie di Domenico Falasca mamma di Giulio e Giovanni
20) …………..…………………………………………………………………………………………….
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Volto femminile in una foto di M. Bulaj |
Il campanile della Chiesa della Beata Cristina da Lucoli: sulla sinistra la pianta di mandorlo cresciuta tra le pietre – Foto di Gianni Soldati |
Particolare con il mandorlo – Foto di Gianni Soldati |
Ci viene in mente una massima di Heiddeger: “Ciò che minaccia l’uomo nella sua essenza è l’ingannevole convinzione che, attraverso la produzione, la trasformazione, l’accumulazione e il governo delle energie naturali, l’uomo possa rendere agevole a tutti e in genere felice la situazione umana“.
Vincent Van Gogh – Rami di Mandorlo in fiore |