Cavalli che hanno danneggiato il Giardino della Memoria davanti all’Abbazia di San Giovanni |
Cavalli che hanno danneggiato il Giardino della Memoria davanti all’Abbazia di San Giovanni |
Campo Felice (Lucoli – AQ) un tesoro ambientale da proteggere |
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Risultati delle segnalazioni per L’Abruzzo |
Come pubblicato dai giornali la risposta è stata sorprendente e il censimento ha avuto la partecipazione di un milione di persone: 10.173 sono stati i siti culturali segnalati, tra questi l’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli si è posizionata al 55° posto per numero di segnalazioni; al secondo posto tra i siti del cuore dell’intero Abruzzo.
Le 4.310 segnalazioni ritenute valide per l’Abbazia, raccolte quasi esclusivamente con firme, hanno superato quelle per la Città di l’Aquila ed hanno superato di tre volte la popolazione del Comune di Lucoli.
Abbazia di San Giovanni Battista – Foto Roberto Soldati |
Nella Lucoli di oggi quanta bellezza è condensata nell’architettura dell’Abbazia di San Giovanni Battista, quanto spirito umano dei suoi costruttori e fedeli dell’anno Mille ci è stato tramandato? Questo bene culturale è il bene più prezioso di questo territorio da considerarsi come vertice e sunto della sua gente passata, presente e futura.
Classifiche dei siti abbaziali a livello nazionale |
Risultati a livello nazionale |
Articolo del giornale il Centro su Lucoli e l’Abbazia di San Giovanni Battista |
Luigi Peretti in una foto del 2005 |
Pecore alla fonte – Foto di Valentina Tirelli |
Peretti nella sua stalla – Foto di Gianni Soldati |
Nel dopoguerra il formaggio artigianale era personale non vi era commercio, ogni famiglia con un gregge lo produceva e lo consumava in casa. Luigi già nel 1947 lavorava e seguiva suo padre a Roma nella transumanza che iniziava da ottobre e durava fino a giugno, la meta era la zona di Cesano Romano dove le pecore pascolavano e lì in un casolare facevano il formaggio. Con la primavera riportavano il gregge nel lucolano.
Inizia la preparazione del formaggio |
La mescola del latte per farlo addensare |
Il formaggio si addensa |
Il formaggio si è consolidato e viene tagliato con una sottile corda di cotone |
Tanti pezzi di formaggio da porre negli stampi |
Le mani sapienti, con i segni della fatica del lungo lavoro, modellano il formaggio nelle forme |
Gli stampi per far scolare il formaggio |
A seguire un giorno nell’acqua salata. Che ci fa un uovo nell’acqua? Indica il grado di salatura della stessa: quando galleggia il dosaggio è giusto. |
A ciclo ultimato il formaggio inizia la stagionatura |
Alberi centenari di Lucoli |
Un documento del 1920 che celebra la festa degli alberi – documento gentilmente concesso da Fernando Rossi |
Se già la procedura, più snella, delineata dal Codice del paesaggio è quasi completamente inattuata da più di tre anni, si può ben immaginare quanto questa nuova e più farraginosa procedura potrà esserlo.
Di fronte a tutto ciò, Regioni avanzate in campo ambientale come l’Abruzzo hanno recentemente approvato (con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 72 del 14/09/2012) un elenco ufficiale di 370 alberi monumentali, dichiarati “monumenti naturali protetti” ai sensi della Legge Regionale quadro sulle aree protette n. 38/1996, tutti censiti, documentati e georeferenziati in un volume a colori di 500 pagine appena pubblicato dalla Regione stessa (Artese, Di Fabrizio, Di Giulio & Petriccione, Cogecstre Edizioni, 2012). Peccato però che né la Legge Regionale in questione, né il recente Decreto, prevedano alcuna sanzione per chi li danneggi, non potendosi neppure applicare le sanzioni previste dal Codice del paesaggio, in quanto nel Decreto non vi si fa riferimento alcuno e l’elenco non è stato neppure approvato con la procedura da questo prevista.
Su suggerisce l’approfondimento della tematica sul sito di Gaianews leggendo l’articolo del Dott. Bruno Petriccione, (biologo e dottore di ricerca in ecologia).
http://gaianews.it/ambiente/estinzione-ambiente/decine-di-leggi-e-decreti-regionali-e-due-leggi-nazionali-ma-gli-alberi-monumentali-sono-davvero-tutelati-35465.html
Difendiamo l’ambiente di Lucoli – Campo Felice lago niveo – Foto Fabrizio Soldati |
Tubifex tubifex – CLICCARE SULLA FOTO PER VEDERE IL FILMATO |
Il Tubifex tubifex
Tutto cominciò per capire come mai alcune sorgenti di alta quota a Lucoli avevano una colorazione rosso brillante. Si pensò ad alghe e batteri descritti in alcuni laghetti di montagna, si temette la presenza di qualche inquinante, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che, alla vicinanza, quella colorazione brillante si sarebbe improvvisamente ritratta scomparendo, per poi riapparire, quasi danzando, dopo qualche secondo.
Si trattava di una colonia di Tubifex tubifex, un piccolo innocuo vermicello di pochi millimetri, che vive in sedimenti acquosi. Il suo colore rosso è dovuto ad una sostanza simile alla nostra emoglobina, che utilizza per catturare ossigeno e respirare.
L’attenzione appassionata che a Lucoli viene prestata da attenti ambientalisti verso la fauna e la flora locale porta al voler approfondire gli aspetti naturalistici, geologici ed ambientali, che generalmente restano materia di studio di cattedratici, è così che si è iniziato a studiare il Tubifex tubifex varietà rossanensis.
La nostra Associazione si spende per promuovere la conoscenza della ricchezza dell’ambiente di Lucoli che risulta elemento indispensabile per promuoverne la valorizzazione e tutela consapevole ed è per questo che pubblichiamo questo articolo sul “vermetto dei fanghi”, di cui, quello scoperto a Lucoli potrebbe costituire una nuova varietà mai studiata prima.
L’anellide Tubifex tubifex vive nei fondali fangosi dei corsi d’acqua, è normalmente considerato un indicatore biologico della qualità delle acque dolci. Questi vermi possono sopravvivere con poco ossigeno agitando le estremità, ricche di emoglobina, sfruttando tutto l’ossigeno disponibile. Essi possono sopravvivere in aree così pesantemente inquinate da materia organica che quasi nessun’altra specie potrebbe sopportare. La sua presenza nelle acque sorgive della valle di Sett’acque consentirà di fare particolari considerazioni sugli ecosistemi a ridottissima presenza umana, ma, ad esempio, soggetti a forte pascolamento inquinante.
Il verme rossastro fu classificato per la prima volta nel 1774 dal naturalista danese Otto Friedrich Muller (1730-1784).
La valle di Sett’acque ed aree simili rappresentano dei veri e propri laboratori ambientali, dove conoscere ed imparare a proteggere la natura e l’ambiente. Sett’acque è una vallata atipica, a circa 1900 m s.l.m. ed è formata da un substrato arenaceo contornata da calcare. L’arenaria forma uno strato impermeabile e permette la formazione di piccoli scorrimenti e pozzanghere che a causa dell’eccessivo carico del bestiame che vi pascola sono sempre fangose e comunque generano un habitat atipico rispetto ai dintorni.
Anche il mondo di un piccolo vermetto come il Tubifex, ha rivelato una più grande ed elegante complessità e rappresenta un valido esempio di ricerca interdisciplinare che abbraccia tematiche ecologiche di impatto sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo e, anche sull’economia locale e la qualità della vita delle persone.
Per saperne di più:
Tubifex tubifex pubblicazione realizzata a cura del costituendo gruppo di lavoro Centro Ricerche di Lucoli – febbraio 2011.
Il presente articolo è liberamente tratto dalla pubblicazione citata. |
Armando Tresca |
Armando Tresca |
Campo Felice il lago niveo |
Campo Felice cartolina d’epoca |
Festa di San Giovanni Battista Patrono di Lucoli- 24 giugno |
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