VADO LUCOLI: 12 AGOSTO 2012 MOSTRA MERCATO ARTIGIANALE DI MEZZ’AGOSTO
Come attirare farfalle nel proprio giardino?
Piantando fiori appetibili per esse come lavanda, centaurea e margherite varie. Se il terreno è umido arrivano ancora più numerose e danzano sui fiori.
Un esemplare di Papillo Machaon |
Crisalide di Papillo Machaon |
Bombo |
Tratto da www.italyworldclub.com
The “catasti” are among the most important resources for the study of the social and economic history of Southern Italy, as well as family genealogy back into the 1700’s.
Until mid-18th century the ancient catasti were evaluations of the possessions of the citizens and the revenue of their activities, to establish the amount of taxes due and this kind of fiscal levy was called “battaglione”. However, it was possible for the Universitates (the municipalities) to pay taxes with a simpler method, called “gabella” which was basically a tax on consumer goods. For this reason only a minority of municipalities, until 1740, chose to pay taxes with the “battaglione” method, and for many places there are no ancient catasti. However all this changed with a Law by Charles II Bourbon of 4 October 1740, ordering the catasto system for the whole kingdom. In the following two years 1741 and 1742 the Regia Camera della Sommaria gave out instructions on how to make these catasti, and on 28 September 1742 the final ordnance was to deliver the catasto fiscal census within four months. Over ten years later many “universitates” had not accomplished the job, so the king sent his Commissioners in May 1753 to close the works where the municipalities had not been able to do the catasto by themselves. The result was a kind of census of all the population of Southern Italy with all their ages, profession and property, including houses and lands with extension and boundaries, big animals (horses, cows, oxen, donkeys, sheep, goats), debits, rents, credits. A kind of Domesday book, that each universitas (municipality) had to make out in two copies, one to be kept at the universitas for further updates, the other to be sent to Naples to the regia Camera della Sommaria, the central tax authority of the Kingdom.
Since then, many of the copies that were held locally have been destroyed or delivered to province archives. The copies that were sent to Naples are now kept in a special section containing thousands and thousands of books, most of them still not studied.
In the lists here supplied, however incomplete and certainly not without mistakes, of the onciari books existing in Naples, the places are listed alphabetically divided by Province and are followed by the official date when the book was finished. The books can be requested for study in the Archive of Naples, and the archive has a photographic section that can release microfilms or prints from microfilms of whole books.
For a thorough family and demographic study a very good knowledge of handwritten Italian and acquaintance with land use regulations, measures, names of places of the mid 18th century is advisable
The list of different surnames is based on the index of the “capo fuochi“, including widows, single ladies and priests, in the catasto onciario of 1753. Source: the original manuscript in the Archivio of l’Aquila.
171 different surnames are recorded, in 409 fuochi (families) for an estimated population of about 2000 inhabitants.
There may be transcription mistakes, since the index is a manuscript. Details on any single family, with individuals, relation and age are available in the original manuscript. For professional help in obtaining genealogical data, visit the genealogy section of www.italyworldclub.com
Nel 1753 erano registrate 409 famiglie e la popolazione di Lucoli era di 2.000 abitanti. Segue l’elenco dei cognomi registrati. |
Abbruscia * Alessandrini * Ammacca 2 * Ammannito 4 * Baldassarro * Baldi 2 * Bellini * Benedetto * Bernabeo * Bianchini 5 * Bianco 3 * Bruno * Brusco * Bulmini * Bulmino * Cacervo * Calcagni 3 * Canciulla * Cappelli * Carissimo * Carrozzi 3 * Cassetti 5 * Castellano * Centofanti 5 * Cerella * Chiappino 5 * Chiarelli 2 * Cialente 4 * Cianfrini 3 * Cianfrino * Ciavatta 2 * Ciccano 2 * Ciotti 4 * Cipriani 2 * Cipriano 2 * Cirella * Ciufilitto 5 * Colacchia 5 * Colafarina * Colafiglio 9 * Colaiuda 2 * Colangelo 3 * Conti * Conti * Cordeschi 4 * Cosella 2 * Cozza * Croce 5 * Cruciani * Cruciano 2 * Curti 2 * D’Angelosanto * D’Anibale * D’Orazio 2 * De Marchi * De Santis * Del Bianco * Del Fante * Del Signore 2 * Del Soldato * Di Battista * Di Carlo * Di Dioniso * Di Fabio 5 * Di Felice 2 * Di Giamberardino 2 * Di Giandomenico * Di Girolamo * Di Giuseppe * Di Gregorio 3 * Di Marco * Di Marzio * Di Massimo * Di Pasquale * di Persio * Di Pietro 2 * Faggia 5 * Fante 3 * Fattapposta * Fiaschetta 3 * Figliolo * Fiorenza * Fiori Pasqualetta * Flati * Franchetta * Francischino * Francischitto 2 * Fratecola * Fulgenzio * Gabriele 3 * Galle * Giannone 2 * Giardino 2 * Giulianetti * Grugnale * Iannini 4 * Iapadre 10 * Infoca 3 * Lepre * Lico * Ludovicis * Lupacchino * Magagnino * Mancino * Mandi * Mariani seu Ferro * Marinanza * Marinanzi 3 * Marinardi 6 * Marinella * Marola 2 * Marotta 7 * Marrelli 6 * Martinella 2 * Masciocchi 11 * Mazza 2 * Micarelli 3 * Michitti 3 * Michitto * Miocco 2 * Montagna 3 * Morelli 2 * Mosca 6 * Moscone * Mucciola * Nardi * Palummo 5 * Paolucci 2 * Pasqualetta * Peretti 12 * Perticoni * Pesce * Petricone 7 * Petriconi 6 * Pierromurro * Pietrogiacomo * Pietrogiacomo * Pirro * Properzio 6 * Pupatti * Ranieri 8 * Ratini 3 * Ratino 3 * Ricci 2 * Ricciardi * Rincotto * Rosone * Rossi 2 * Ruberti 3 * Savotta 2 * Sciasciara 2 * Seneca 2 * Senica * Sollecchia 11 * Sponta 8 * Taddeo * Taggia * Tartaglia * Tempesta 5 * Tocci * Tornaglia 2 * Trapasso 2 * Tribuzio * Ulpiani 2 * Ulpiano 3 * Valente 6 * Vannicelli 5 * Vanozzi * Vecchi * Vespasiano * Visconti.
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il testatico, che gravava sui capifamiglia, ad eccezione di coloro che avevano compiuto i sessant’anni, ed era uguale per tutti (in genere ammontava ad un ducato per fuoco);( quì 12 once )
l’imposta sui redditi da lavoro – sull’industria – che gravava sui soli maschi a partire dall’età di quattordici anni (dai quattordici ai diciott’anni si pagava la metà), che era calcolata in base al reddito presuntivo previsto per i vari mestieri e non in base al reddito reale;
l’imposta sui beni, che gravava sugli immobili (case, terreni, mulini, frantoi, ecc.) sul bestiame e sui capitali dati in prestito ad interesse.
I proprietari sono divisi per categorie: i cittadini, le vedove e le vergini in capillis (vale a dire le nubili che non avevano preso i voti religiosi), i forastieri abitanti, i forastieri non abitanti bonatenenti (coloro che possedevano beni nel comune senza risiedervi), gli ecclesiastici secolari tanto cittadini che forestieri, le chiese e i luoghi pii, sia locali che forestieri.
Nell’ambito di ogni categoria i contribuenti sono elencati in ordine alfabetico per nome e non per cognome.
Il catasto fornisce dettagliate informazioni sui beni dei contribuenti: delle abitazioni è descritta la tipologia, l’ubicazione, spesso anche la grandezza (“casa palaziata”, “comprensorio di case di vani … soprani e sottani”); dei terreni sono indicati i confini, l’estensione e la natura delle colture; vi è quindi la descrizione degli eventuali capi di bestiame.
All’elenco dei beni segue quello dei pesi, costituiti, in genere, dal pagamento di censi e canoni agli enti ecclesiastici e al feudatario e da interessi su capitali presi in prestito. Il catasto fornisce altresì dettagliate informazioni sui nuclei familiari, indicando, per ciascuno di essi, il numero dei componenti, la loro età, l’attività svolta ed il rapporto di parentela con il capofamiglia.
Dal testatico e dall’imposta sul lavoro erano, esonerati coloro che vivevano more nobilium, cioè di rendita, o che esercitavano professioni liberali.
Il catasto si conclude con la collettiva delle once, vale a dire con l’elenco dei contribuenti, divisi per categoria, e delle rispettive rendite.
La Renetta è la regina delle Mele carnose, siccome la Carla lo è delle Mele croccanti. Sono due frutti squisiti, e i soli, nel genere delle Mele, che possano gareggiare colle pere d’inverno, e far di sè bella mostra sulle tavole di lusso, e presso le persone di ottimo gusto.
L’albero della Renetta è grande, ramoso e fronzuto. Il frutto è turbinato, e di una grossezza mediocre. La sua buccia al principio è verdastra e sparsa di un poco di ruggine. Si schiarisce nel maturare e diventa giallognola: è ruvida e punteggiata in tutta la sua superficie di una quantità di stellette irregolari bruno-rossiccie che la caratterizzano. La polpa è carnosa e acida quando è acerba, ma se giunge alla maturità diventa fina, gentile, butirrosa e saporita, e non conserva del suo acido che quanto le è necessario per darvi un piccante. La sua maturità botanica si può fissare al finir di Settembre, e allora deesi cogliere, e serbare in dispensa. Ivi essa dura per molti mesi senza cangiare, e non comincia ad acquistare la maturità pomologica che in Gennaio. È allora che si principia a trovarne qualcheduna nella sua perfezione. Le altre vanno maturando a poco a poco gradatamente, e durano sino alla primavera avanzata, e anche sino alla state. Quelle che maturano nell’inverno sono liscie al di fuori, e la loro polpa è morbida, butirrosa e gentile, ma consistente. Quelle che maturano nella primavera avvizziscono, e la polpa, che infloscisce, diviene alquanto più zuccherina, e ciò in compenso dell’acido che sparisce quasi del tutto. Le poche, che pervengono fino all’estate, perdono quasi affatto il sapore, e restano pastose e senza piccante. Nel primo e nel secondo caso esse sono sempre preziose; e non vi è Mela, tranne la Carla, che le pareggi. Il Renetto si moltiplica coll’innesto. Quantunque in origine egli provenga da un seme come gli altri frutti, pure, per averlo identico, bisogna propagarlo col suddetto mezzo. La vera è la Renetta bianca, o, per esprimersi con più esattezza, la Renetta gialla. I Pomologi danno il nome di Renetta a molte razze che la somigliano per la natura della polpa e per il gusto, ma che ne diversificano molto nelle forme e nel colore. così si conta in questa classe la Renetta grigia, la Renetta d’Inghilterra, la Renetta del Canadà, e diverse altre. Nessuna però può stare al confronto della Renetta vera, che i Francesi distinguono col nome di Reinette Franche. Essa conserva il primato fra le sue congeneri, e perciò sopra tutte le Mele carnose, e lo avrebbe anche sulle croccanti se non esistesse la Mela Carla. I Russi e gli Svedesi vantano una razza di Mele che pretendono sorpassi in bontà qualunque altra, e la quale si conosce sotto i nomi di Mela d’Astrachan, o di Mela trasparente. «Si pretende originaria della China. È un poco più picciola della Renetta e non è così turbinata. Si fonde in bocca come la crema, e si riempie tanto di sugo che si rompe quando la colgono in tempo: guardandola al sole trasparisce fino al punto da poterne numerare i semi». Così è dipinta nei giornali di viaggi, e così l’ho sentita descrivere da molti Signori Russi e Svedesi, che ho conosciuti. Il Conte di Possen Ciambellano di S. M. il Re di Svezia, con cui ne ho tenuto spesso discorso in Pisa, la preferiva alla Renetta, ma non conosceva la Carla. Se la Mela dei Russi è la stessa che la Mela trasparente che si coltiva nel giardino di Monza, come si pretende, bisogna dire, o che ha degenerato passando in Italia, o che le descrizioni dei viaggiatori sono esagerate. Fra noi è un frutto gentile, di pasta delicata e singolare per una certa diafanità, ma ha poco sapore, e non regge nell’insieme al confronto delle nostre Capispecie. La Renetta è la Mela dei paesi mediterranei, e non si coltiva in abbondanza che nei climi un poco freddi. In Francia è riguardata come la prima fra le Mele. Pare che sia originaria di quel paese. Ora è introdotta in tutta l’Europa, e gode ovunque il primato che merita. Non vi è pomologo che non la descriva, nè giardino in cui non si trovi, e sempre conserva lo stesso nome.* *P. Malus Renetto fructu hyemali, medio, turbinato, cortice flavescente, maculisque ocraceis punctato, pulpa subflava, butyrrosa, delicatissima, succo grate-acido suavissimo.Vulgo, Mela Renetta. Tratto da: La Pomona Italiana, di Giorgio Gallesio (Finalborgo, 1772 – Firenze, 1839) è la prima e più importante raccolta di immagini e descrizioni di frutta e alberi fruttiferi realizzata in Italia. L’opera, pubblicata in fascicoli tra il 1817 e il 1839, oggi è conservata in pochi esemplari completi, ed è consultabile in formato elettronico ed ipertestuale (http://www.pomonaitaliana.it/index.htm). |
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Proprietà curative e benefici della Mela Renetta
Confermando il messaggio che ci lancia il famoso detto “Una mela al giorno leva il medico di torno”, è particolarmente importante sottolineare la necessità di assumerla regolarmente in funzione preventiva riguardo ad una grande quantità di disturbi. Una ricerca italiana svoltasi all’Istituto Tumori di Genova conferma le sue proprietà antitumorali; consumare mele in buona quantità diminuisce del 21% il rischio di sviluppare un tumore. I risultati di tale studio sono stati pubblicati sugli Annals of Oncology e dimostrerebbero appunto ,che le persone che mangiano una o più mele al giorno vedono scendere di circa il 21% il rischi di ammalarsi di tumore. La varietà di mela più efficace nella prevenzione tumorale sarebbe quella renetta seguita dalla Stark Delicious e dalla Granny Smith. Tutto questo è dovuto ad una sostanza antiossidante presente nella mela, denominata procianidina, che riesce a contrastare in modo efficace l’invecchiamento delle cellule e quindi lo svilupparsi dei tumori.
L’acqua è tornata.
Anche gli animali hanno sete |
Lucoli, St. John the Baptist Abbey |
Fresco of the Abbey: the Annunciation
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Attività già in corso di realizzazione |
Serata G’Astronomica – 14 agosto 2012 |
Cena spettacolo di una notte dimezza estate – 16 agosto 2012 |