Non parlo, non vedo, non sento. Non può essere così abbiamo il dovere civico di rappresentare ciò che accade a Lucoli |
CARO, CARISSIMO VANDALISMO
Marc Chagall – Volare |
uno dei cassoni di zinco che viene rifornito da NoiXLucoli Onlus d’Acqua |
L’altro cassone |
Il cassone mobile che viene caricato con l’acqua della fontana della Beata Cristina e trasportato al Giardino per irrorare gli alberi da frutto. |
Le erbe officinali del Giardino della Memoria poste vicino alla Madonnina |
La chiesetta con la Madonnina con le piante fiorite |
NoiXLucoli Onlus ha preso l’iniziativa e svolgerà, fino alla risoluzione del problema, quest’attività di volontariato per la Comunità locale, naturalmente, a totale titolo gratuito.
Le operazioni di travaso dei 1.300 lt di acqua |
(1) Tratto dalla poesia “Temp’e Fieno” di Francesco di Gregorio
Disegno realizzato Da Sollecchia Michela – Lucoli 2010 |
Il progetto avviato da NoiXLucoli Onlus nel novembre del 2011, in collaborazione con l’Arcidiocesi dell’Aquila, la Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici per l’Abruzzo e con la Soprintendenza per i beni Storico Artistici ed Etnoantropologici per l’Abruzzo, era finalizzato a conservare la memoria del Santo proprio nell’Abbazia che lo aveva ospitato per venti anni e dove non esisteva ricordo visibile della sua permanenza.
Nella formella è raffigurato il Santo con l’Abbazia sulla sinistra, circondata da boschi ed illustra il miracolo della fonte sgorgata dalla roccia. Compaiono nel decoro piante, frutti con bacche selvatiche, delle quali si cibò vivendo nei boschi e fiori, in modo particolare le rose irrorate da angeli, di lussureggiante festosità, tutto ciò alimentato dal “dono” prezioso dell’acqua. Nella realizzazione dell’opera l’autore si è liberamente ispirato ad un affresco del 1945 realizzato dal pittore messicano Fernando Leal per la Cappella del Santuario di Nostra Signora di Guadalupe a Città del Messico. Tale ispirazione è stata suggerita in omaggio al culto Mariano che viene praticato da molti fedeli presso l’Abbazia.
NoiXLucoli Onlus, in stretto raccordo con il Parroco, si è occupata della progettazione del decoro artistico curando tutti i riferimenti storico agiografici, della realizzazione del manufatto ed altresì della richiesta di tutte le autorizzazioni necessarie per la sua posa in opera presso un bene storico-architettonico soggetto al vincolo delle Soprintendenze dell’Abruzzo.
Assergi: Eremo di San Franco. Foto tratta dai siti http://www.sanfranco.valleaterno.it/Storia/index.html e http://blog.abruzzoupndown.com; |
Testo liberamente tratto da:
Materiale del Convegno: “San Franco di Assergi: storia di eremitismo e santità alle pendici del Gran Sasso” – Assergi-L’Aquila – 2 giugno, 2012
Sito Enciclopedia Cattolica: http://it.cathopedia.org/wiki/San_Franco_da_Assergi
Sito Regione Abruzzo: http://www.regione.abruzzo.it/xcultura/index.asp?modello=eremoAQ&servizio=xList&stileDiv=monoLeft&template=intIndex&b=menuErem2851&tom=851
Sito Abruzzo Up n’ Down: http://blog.abruzzoupndown.com;
“Un ‘click’ per salvare l’Abbazia di San Giovanni Battista
Segreteria Generale
00178 ROMA Italy – Via Lucrezia Romana, 41 – 47
Tel +39.06.7207.5634 Fax +39.06.7207.4590
Cell +39.335.319827
e-mail : idee@iccrea.bcc.it http://www.idee.bcc.it/ “
Un grazie in più da una vostra socia.
Il Rappresentante Legale Emanuela Mariani |
I partecipanti in fila per essere serviti |
Tutti che ballano e volteggiano in allegria |
La sede della Pro-loco: una fucina di lavoro per preparare 1.400 coperti nella sola serata di sabato 16 giugno |
Il contrassegno del tavolo riservato ai nostri soci |
Partecipanti alla sagra che aspettano di ballare |
l’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli ed il Giardino della Memoria – Foto aerea di Roberto Soldati |
Vedute aeree dell’Abbazia di San Giovanni Battista – Foto di Roberto Soldati |
Aereo RO 41 |
Aerei Nardi F 305 |
Il distintivo dei “Sorci Verdi” dipinto su una aereo Savoia Marchetti |
Mentre i CR 32 potevano far ben poco contro i veloci trimotori della Savoia Marchetti, a una delle esercitazioni partecipava anche la 351^ Squadriglia del 51° Stormo su Fiat G 50. Con il nuovo aereo i cacciatori riuscirono a scompaginare i bombardieri attaccanti, e al rientro del volo, qualcuno ebbe a dire che i “Sorci verdi” avevano trovato il gatto in grado di “sistemarli”.
L’aereo MACCHI 202 |
Gli aerei Spitfire (in Italia chiamati “sputafuoco”) furono i grandi vincitori delle battaglie aeree di Malta |
Il primo combattimento si verificò il 2 giugno quando una ventina di Macchi 202 del CLV entravano in contatto con una formazione di Spitfire; il capitano Carlo Miani abbatteva il primo apparecchio inglese. Da quel momento i combattimenti si fecero sempre più serrati e difficili. Se il nuovo aereo in dotazione al CLV, il 202, aveva una velocità di tutto rispetto e una manovrabilità eccezionale, era purtroppo armato con due sole armi da 12,7 mm. Per contro lo Spitfire, dalle caratteristiche di volo più o meno della stessa classe di quelle del nostro caccia, era potentemente armato.
Tutti i piloti del CLV e del XX Gruppo combatterono con grande valore per molti mesi, anche quando, per assenza di aerei efficienti, si trovarono in netta inferiorità numerica. In quegli accaniti combattimenti i piloti del “Gatto Nero” riuscirono ad abbattere molti velivoli avversari, principalmente Spitfire. Molte le nostre vittime al 51° non erano rimasti in molti, ma di nuovo, ogni giorno, i suoi 202 volavano nel cielo di Malta. Nel mese di ottobre 1942 si ebbero durissimi combattimenti, resi sempre più difficili dalla superiorità numerica avversaria, e dalla maggior efficienza degli Spitfire. Ma il 51° non mollò e continuò a combattere sino agli inizi del mese di dicembre con grandissimo valore. In questo ultimo periodo operarono nell’isola inglese i piloti del XX Gruppo, mentre i superstiti del CLV, in data 10 novembre 1942, venivano trasferiti sulla base di El Aouina in Tunisia, per essere impiegati sul nuovo fronte del Mediterraneo. Il XX Gruppo era rischierato lo stesso giorno sull’aeroporto di Castelvetrano (Sicilia).
Il 51° Stormo caccia, in sei mesi di durissima ed eroica lotta, perdette quindici dei suoi piloti, forse i migliori: tra questi il sottotenente Urbano Barberini con lui si estinse il ramo maschile della sua famiglia nobiliare: lui fu l’ultimo Conte di Lucoli. Il mattino dell’11 ottobre si alzò in volo con il gruppo di 25 caccia MC 202 comandati dal Maggiore Callieri diretti a Malta col compito di assicurare la scorta avanzata e diretta ad alcuni bombardieri tedeschi, a poche miglia dall’isola furono intercettati ed attaccati da una ventina di Spitfire V, nel combattimento furono abbattuti 4 aerei inglesi. Il Macchi C 202 di Urbano Barberini fu gravemente colpito, ma il giovane pilota riuscì a lanciarsi con il paracadute ed a fare uso del battellino di salvataggio, purtroppo scomparve in mare.
Questo altro capitolo della nostra storia di guerra non lo tratteremo, a tanti anni di distanza queste notizie fanno ancora accapponare la pelle pensando ai nostri soldati che venivano mandati a morire senza mezzi, forti solo del loro coraggio, possiamo solo dire che ad un anno circa di distanza dal dislocamento su Malta, non rimanevano quasi più aeroplani; ancora meno erano i piloti rimasti di quello che era stato uno dei nostri più efficienti Stormi da caccia.
Dopo l’armistizio lo Stormo si ricostituì sull’Aeroporto di Lecce e nel dopoguerra si trasferì definitivamente sull’ Aeroporto di Istrana a Treviso dove, attualmente, svolge una intensa attività per la difesa aerea del nostro territorio nazionale.
Abbiamo il rammarico di non essere riusciti a trovare un’immagine del sottotenente Urbano Colonna, abbiamo però scritto a molte possibili fonti e ci riserviamo di arricchire l’articolo in seguito.
Una falcidie, un tragico dramma che vedeva coinvolti uomini e mezzi. Ma il duro ciclo operativo, collegato alle sorti rovinose della guerra, non era ancora terminato; s’era aperto il fronte tunisino e, il CLV con soli 22 Macchi 202 (alcuni dei quali del XX Gruppo), al comando del Ten. Colonnello Remondino e del maggiore Fanali, decollava nel novembre 1942 dalla Sicilia e atterrava a El Aouina, una base senza nessuna infrastruttura, frequentemente bombardata dagli aerei anglo-americani.
GLI AEREI DELL’AVIAZIONE ITALIANA
Gli aviatori italiani: “film i 3 aquilotti”
Il materiale riportato è tratto dal Capitolo XIX del volume “STORMI D’ITALIA, di Giulio Lazzati, ed. Mursia.
A proposito della storia del 51° Stormo Caccia, si vedano inoltre i seguenti volumi:
Giulio Lazzati – STORMI D’ITALIA, ed. Ugo Mursia, Milano 1977,
Giovanni Massimiello: FURIO NICLOT DOGLIO, un pilota indimenticabile – Edizioni Aerofan
Pier Paolo Paravicini- PILOTA DA CACCIA – Ed. Mursia, Milano 2007
Giovanni Massimello e Giorgio Apostolo – ITALIAN ACES OF WW 2 – Osprey Aircraft of Aces, Vol. No.34 – Osprey Aviation Publishing, UK, 2000
Si ringrazia l’Aeronautica Militare per il materiale concesso: http://www.aeronautica.difesa.it/Organizzazione/Reparti/Repartivolo/Pagine/51Stormo.aspx. http://www.aviation-report.com/dblog/articolo.asp?articolo=18
Si ringrazia il pittore Alberto Parducci: http://users.libero.it/aparducci/index.html
Tutte le informazioni araldiche sono tratte da: http://www.genmarenostrum.com/pagine-lettere/letterac/Colonna/colonna-palestrina.htm.
“AMBIENTE