Inaugurazione del Giardino della memoria: video parte 1
La natura, gli alberi, i fiori ed i frutti più di qualsiasi altra cosa simboleggiano questa unione.
Gli alberi, tutti identificati per specie, recuperano antiche tradizioni di “cultivar” ormai quasi dimenticate. I nomi dei sostenitori del progetto, che con le loro donazioni, anche simboliche, hanno aiutato la realizzazione del giardino, sono incisi su targhe di rame poste ai piedi degli alberi.
Piante aromatiche e fiori completano l’area che si sposa perfettamente con l’ambiente circostante. L’antica Abbazia di S. Giovanni Battista, ferita profondamente dal sisma del 6 aprile 2009, domina e richiama il visitatore distratto.
Questo giardino vuole essere soprattutto un segno di speranza per una rinascita possibile, alla luce della consapevolezza che sempre e comunque dalle grandi tragedie e dalle catastrofi si può trarre un insegnamento per la riscoperta del senso dell’umana natura.
Seguire la crescita dei 65 alberi da frutto piantati, appartenenti alle specie autoctone in via di estinzione, sarà un buon modo per mantenere un senso di continuità della memoria delle 309 vittime del sisma d’Abruzzo. E ci auguriamo che tutta la Comunità locale ed anche le persone che hanno presenziato alla cerimonia inaugurale, provenienti da molti Comuni del cratere vogliano unirsi a noi in questa attività che richiederà dedizione, pazienza e lo spirito del dono: tutte qualità che ci porteranno a riscoprire la nostra umanità.
Ringraziamo Sua Eccellenza Giovanni d’Ercole Vescovo ausiliare di L’Aquila, che ci ha seguito sin dai primi passi realizzativi di questa attività presso l’Abbazia di San Giovanni Battista.
Ringraziamo i bambini della Scuola Pietro Marrelli di Lucoli e le loro insegnanti e quelli della Camillo Corradini di Avezzano. I bambini, realizzando i loro bellissimi mosaici hanno dato bellezza e messaggi di speranza per un futuro che è già iniziato e che parte anche per loro da basi solidali.
Diciamo grazie a tutti i soci del Keren Kayemet LeIsrael Italia ed agli amici di Israele, infatti, la volontà di partecipare a questo progetto è giunta da Israele. Conoscere il loro mondo è stato un altro dono che ci ha resi tutti più ricchi, che ci ha consentito di comprendere anche il significato spirituale della memoria legata alla nascita di una nuova pianta, alla crescita di un albero, alla sacralità della vita ed al ricordo delle vittime e dei Giusti con i quali identifichiamo tutte le vittime del sisma del 2009.
Ringraziamo la Regione Abruzzo che ci ha sempre indirizzati con spirito di servizio e fattiva collaborazione. Diciamo grazie alla Parrocchia di San Giovanni Battista di Lucoli, a Don Amedeo Passarello, che ci ha messo a disposizione un’area, a ridosso dell’Abbazia, ove si respira una spiritualità antica, costantemente rinnovata da gruppi di fedeli, profonda e serena: il luogo più giusto per coltivare la memoria di chi non c’è più.
Diciamo grazie al Corpo Forestale dello Stato, Nazionale e Regionale che ci ha costantemente guidati e sostenuti.
Diciamo grazie al Credito Credito Cooperativo dell’Abruzzo e del Molise ed a quello degli Istituti Centrali del Gruppo del Credito Cooperativo, che ci hanno sostenuti permettendoci di realizzare questo progetto.
Diciamo grazie alla Carispaq da sempre presente in molte attività che riguardano l’Abbazia di San Giovanni Battista cuore di questo territorio.
Per quasi tutti noi, con pochissime eccezioni, la Onlus è stata la prima esperienza di volontariato e, passato il momento dell’emergenza e dell’iniziale slancio di solidarietà indirizzato verso le persone costrette a vivere nelle tendopoli abbiamo incontrato molte difficoltà ambientali che hanno ostacolato fortemente il lavoro dei nostri soci.
Non ci siamo arresi, non siamo caduti nel disfattismo e nella polemica a tutto campo.
Volevamo portare il testimone al traguardo correndo la nostra staffetta: il progetto del Giardino della Memoria.
Forse questa è stata la nostra prova maggiormente riuscita, per il resto, ci siamo trovati a vivere esperienze comuni a tutte le associazioni.
Siamo convinti di aver offerto al territorio un modello di altruismo, di cooperazione e di dialogo. Siamo stati sempre protesi a dare l’esempio, donando anche le nostre risorse personali, cercando di promuovere cambiamenti positivi, cercando di eliminare i problemi prodotti da ogni possibile forma di diffidenza o chiusura culturale e sociale. Una delle prime prove che ci siamo trovati ad affrontare è stata determinata dalla nostra volontà di passare dall’assistenza emergenziale a qualcosa di più duraturo che promuovesse un possibile richiamo per il territorio, abbiamo cercato il coinvolgimento locale, su un progetto da realizzare con il contributo delle nostre esperienze professionali e culturali ma da condividere con tutti.
Da questo sogno è nata l’idea del Giardino della Memoria, progetto ecosostenibile in grado di accrescere il patrimonio boschivo di Lucoli e di promuovere il rispetto e la difesa della natura collegandolo alla memoria di chi non c’è più.
Abbiamo più volte azzerato i nostri programmi, semplificandoli, abbiamo cercato punti fermi: i bambini del territorio che hanno creduto in noi e la natura bellissima di Lucoli e queste due spinte ci hanno portato al prossimo 29 di maggio, all’oggi, e a questo piccolo risultato, fatto in casa, tessuto con le nostre mani, alle quali però si sono aggiunte altre mani ed aiuti insperati. Quelli di molti Lucolani ed anche dei parenti delle vittime universitarie del sisma e di nuovi amici che ci hanno donato: chi il lavoro, chi risorse economiche, chi soltanto una pianta da frutto.
Questa è la nostra ricchezza essere stati all’altezza non della qualità del risultato, sempre discutibile, ma della fiducia riposta da tante persone anche della “porta accanto” che si sono fidate: dei bambini delle scuole che hanno realizzato i mosaici e delle loro insegnanti di Lucoli ed Avezzano, dei ragazzi dei gruppi giovanili di Roma, degli anziani, dei parenti delle vittime del sisma. A tutti loro dobbiamo dire grazie perché ci hanno rafforzato dandoci spinta e motivazione e perché oggi ci fanno sentire un poco migliori.
Diciamo grazie ai soci del Keren Kayemet ed agli amici di Israele. Conoscere il loro mondo è stato un altro dono che ci ha resi tutti più ricchi che ci ha consentito di comprendere anche il significato spirituale della memoria legata alla nascita di una nuova pianta, alla crescita di un albero, alla sacralità della vita ed al ricordo delle vittime e dei giusti.
ECO LOGICA MENTE agendo….. domenica 15 maggio 2011 il gruppo dei “cacciatori” fotografici dei fiori ha realizzato la prima battuta sulla piana di Campofelice.
Per capire la vita, devi capire la morte.
Per capire la grazia della natura, devi capire la forza della natura.
Un nemico ti fa comprendere cos’e’ un amico.
L’infelicita’ ti fa capire la felicita’.
L’indifferenza ti fa capire l’amore.
Queste parole ci sono state scritte da due amici giapponesi ai quali abbiamo fatto visitare Lucoli poco prima del terremoto del 2009. La loro terra è oggi devastata ma è sempre grande l’insegnamento che questo popolo unito riesce a trasmetterci in ogni suo comportamento sociale o individuale. Vogliamo dedicare i nostri pensieri e le luci dei ceri, che accenderemo il 6 aprile 2011 per ricordare le vittime del terremoto in Abruzzo, anche alle migliaia di giapponesi deceduti a causa del terribile sisma dell’11 marzo u.s.
Their land is now devastated but it’s always great teaching that united people can send in any individual or social behavior. We want to devote our thoughts and the lights of the candles that will light April 6, 2011 to commemorate the victims of the earthquake in Italy, even the thousands of Japanese died as a result of the terrible earthquake of March 11th.