Apprezzatissimo il suo libro, ‘Un soldato di montagna’.
Apprezzatissimo il suo libro, ‘Un soldato di montagna’.
Certificato di morte di Cesare Soldati richiesto ed inoltratoci dall’amico Todd Cambio |
Ferdinando Soldati prega sulla tomba del fratello |
Cesare Soldati fratello di Ferdinando e zio di Cesare Soldati, ex custode del cimitero ed autore dell'”Ultima Alba” |
veduta del Redstone Cemetery
Ricordando la sua vita sfortunata, mantenendo la luce del ricordo, gli abbiamo reso omaggio, stava tornando a casa……sarebbe meraviglioso riportarcelo ben 94 anni dopo!
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31 maggio programma dell’evento di Assergi |
Questo problema si pone anche nel caso dei santi.
Melo renetta aranciata – Giardino Botanico della Memoria di Lucoli |
Sorbo domestico – Giardino Botanico della Memoria di Lucoli |
I lavori di fresatura del terreno |
Credits: http://www.benecomune.net/articolo.php?notizia=1668
Ringraziamo gli organizzatori per questa iniziativa meritevole che riporta alla considerazione dei contemporanei i caduti del territorio di Lucoli.
NoiXLucoli Onlus era rappresentata dal presidente Gianni Soldati.
Inaugurazione del monumento – foto di Gianni Soldati |
Alcuni convenuti: il Sindaco Chiappini, la Signora Properzi con la foto di Alberto Properzi morto sull’Adamello uno dei caduti di Lucoli – Foto G: Soldati |
Il convegno con i relatori, tra questi: David Adacher e Sandro Cordeschi – Foto Gianni Soldati |
Particolari del monumento – Foto G. Del Zoppo |
Foto G. Del Zoppo |
Foto G. Del Zoppo |
Foto G. Del Zoppo |
Foto G. Del Zoppo |
Foto G. Del Zoppo |
I papaveri, simbolo di commemorazione dei caduti di tutte le guerre |
Elenco dei militari caduti nella Grande Guerra alcuni nomi di Lucoli |
Foto di Chiara Marcotulli |
31 dicembre 2013 il falò dell’anno vecchio – Foto Chiara Marcotulli |
“Vi era in Abruzzo qualche antica usanza natalizia di cui non conoscevo l’origine.
Quando, dopo la messa di mezzanotte, si tornava a casa, nostro padre lasciava socchiusa la porta d’ingresso.
La mamma ci spiegava che, da mezzanotte, la Santa Famiglia vagava per il mondo per sfuggire ai terribili soldati di Erode che avevano l’ordine di uccidere il Bambin Gesù.
Bisognava dunque che, in caso di pericolo, la Santa Famiglia potesse, senza perdere tempo, rifugiarsi nella casa più vicina.
Per questo la porta doveva rimanere aperta, il camino acceso tutta la notte e la tavola apparecchiata, con buone provviste.
La nostra notte di Natale trascorreva di conseguenza nell’insonnia e nell’ascolto più ansioso.
Il minimo rumore ci faceva trasalire.
Anche ai giorni nostri la festa di Natale rappresenta un evento di straordinaria importanza. Essa viene celebrata con simboli e riti in quasi tutti i paesi del mondo. Infatti in occasione di queste festività, ad esempio tutti siamo soliti addobbare le nostre case, e le strade con i caratteristici alberi di Natale e i Presepi.
Non tutti conoscono alcuni significati dell’albero di Natale (non potevamo non trattare di alberi…) che rappresentava le esperienze di un essere umano fatte durante una vita. L’albero di Natale rappresenta proprio quest’albero della vita. Alla base dell’albero natalizio stanno gli antichissimi usi, presso varie culture, di decorare i vari Alberi del Paradiso con nastri e oggetti colorati, fiaccole, piccole campane, animaletti votivi, nonché la credenza che le luci che li illuminavano corrispondessero ad altrettante anime. Egualmente venivano ornati anche i vari alberi cosmici con simboli del Sole, della Luna, dei Pianeti e delle stelle.
In particolare l’abete era sacro a Wotan, il potente dio dei Germani. L’abete è uno degli alberi che mantiene i suoi rami verdi tutto l’anno e anche perché presso la sua forma simmetrica e i rami sempre verdi, simboleggiavano una vita che dura per sempre. Nel Medioevo oltre a significare la potenza offerta alla natura da Dio, l’albero divenne quindi simbolo di Cristo, inteso come linfa vitale, e della Chiesa, rappresentata come un giardino voluto da Dio sulla terra. Nella Bibbia il simbolo dell’albero è peraltro presente più volte e con più significati, a cominciare dall’Albero della vita posto al centro del paradiso terrestre (Genesi, 2.9) per arrivare all’albero della Croce, passando per l’Albero di Jesse.
Un tempo al posto delle luci elettriche, sull’albero venivano fissate le candele, le quali simboleggiavano le perle di saggezza. Le perle di saggezza sono la saggezza che si conquista per ogni esperienza fatta e compresa. Esse sono come delle porte per un futuro equilibrio. Le luci delle candele, che illuminano l’albero, rappresentavano la fiamma sacra che è in ogni essere umano e i potenziali e le possibilità che possono scaturire dalle decisioni o dalle scelte che si fanno durante una vita.
Anche le palline colorate avevano un profondo significato. Infatti oltre ad abbellire l’albero, esse rappresentavano le esperienze che si erano fatte o che si volevano fare.
Ogni cosa sull’albero era una celebrazione. I festoni, ad esempio, simboleggiavano la celebrazione della vita.
La stella che viene messa in cima all’albero, rappresentava la Grande Opera. In parole semplici, la Grande Opera è il viaggio di ritorno a Dio. Il viaggio consiste nel conquistare tutte le perle di saggezza disponibili attraverso le esperienze e nel ricordare chi siamo. La stella in cima all’albero è quindi il punto di arrivo, dove ogni essere umano eventualmente dovrebbe arrivare. Essa veniva posta in cima per ricordare il viaggio di ritorno da completare.
I regali sotto l’albero rappresentavano la grande virtù del dare. Essendo Dio colui che da, quando diamo, senza attaccamento o bisogno di avere indietro, facciamo circolare energia divina. La virtù del dare è tipica dei cuori evoluti.
Per quanto riguarda il Presepe lasciamo che siano le immagini del Presepe realizzato a Casavecchia di Lucoli (AQ) a descrive l’emozione del Natale.
Lucoli – Il Presepe di Casavecchia |
Particolare del quadro di Murillo “donne alla finestra” |
La moneta del tempo: Napoli – Ferdinando IV – 4 Ducati 1765 |
E di dette doti se ne dichiara esso futuro sposo ben contento, e soddisfatto, senza che altro pretender possa, o domandare sopra i beni paterni tantum, riserbandosi bensì lo stesso l’azione sopra la legitima materna, e beni zierni, e non altrimenti.
Ed in caso di restituzione di dette doti, il che Iddio non voglia, sia tenuto detto futuro sposo quelle restituire a chi spetteranno, cioè li contanti in contanti, o sopra quei corpi, ove saranno rinvestiti, e li mobili nel modo, che si ritroveranno.
E con patto ad invicem convenuto, che in caso, quod absit, che restasse detta futura sposa vedova; in tal caso vuole il medesimo Giuseppantonio Corona, per dimostrare atto di gratitudine, e benevolenza verso la medesima, che sia la stessa Signora, e Padrona unitamente con i figli del suo primo letto, ed altri (deo dante nascituri) di tutti i beni, che lo stesso possiede, e lascierà, convivendo con i medesimi, oltre il frutto delle sue doti, e mantenendo l’abito vedovile.
Ma se passerà a seconde nozze decada in tal caso da detto usofrutto; e possa soltanto ripetere le sue doti: Ma tenendo detto abito vedovile, come sopra, in caso venisse maltrattata, possa in tal caso abbitare senza de’ medesimi figli del primo letto, ed altri nascituri, come si è detto, se venisse anche da questi maltrattata, con usufruttuarsi le sue doti; ed oltre di ciò, che sieno tenuti li medesimi suoi figli a darle un congruo assegnamento da sua pari, durante la sua vita naturale tantum”.
Chissà quale sarà stata la sua nuova vita di sposa e di donna?
Catasto Preonciario del 1627 nella villa del Colle sono presenti molti capi famiglia con il nome Marrello |
Le famiglie del Colle |