“Ogni tipo di variabilità tra gli organismi viventi, compresi, tra gli altri, gli ecosistemi terrestri, marini e altri acquatici e i complessi ecologici di cui essi sono parte; essa comprende la diversità entro specie, tra specie e tra ecosistemi”. Così la Conferenza dell’Onu su Ambiente e Sviluppo tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992 (articolo 2 della Convenzione sulla Diversità Biologica) definisce la biodiversità.

Una definizione ben chiara a NoiXLucoli Odv, un’Associazione nata nel 2010 che ha proprio l’obiettivo di salvaguardare la biodiversità fruttifera dell’Appennino abruzzese, e soprattutto aquilano, grazie al Giardino della Memoria.

Ma facciamo un passo indietro. A seguito del forte terremoto che nel 2009 ha colpito la città de L’Aquila e parte della provincia, oltre alla macchina dei soccorsi è partita una gara di solidarietà per rimettere in piedi un territorio ferito. Tra le tante iniziative c’è stata anche quella di alcune persone, originarie del luogo ma residenti altrove, che si sono unite per “realizzare un progetto che durasse nel tempo, che potesse essere anche sotto gli occhi delle nuove generazioni e che racchiudesse vari e profondi significati della conservazione della memoria: quella delle vittime del terremoto e della cultura agricola locale legata agli antichi frutti dell’Appennino aquilano, spiega orgogliosa Emanuela Mariani, una tra i tanti soci, tutti volontari, che compongono questa realtà.

Tutela dell'ambiente, conservazione della biodiversità e cura delle aree rurali: questo è il Giardino della Memoria del Sisma di Lucoli

Tutela dell’ambiente, conservazione della biodiversità e cura delle aree rurali:  questo è il Giardino della Memoria del Sisma di Lucoli (Fonte foto: NoixLucoli Odv)

Ripartire dopo il terremoto, il (piccolo) segnale di Lucoli

Ripartire dopo il sisma non è stato facile e ancora oggi, a distanza di più di dieci anni, la ricostruzione non è stata completata e molti luoghi, soprattutto i piccoli borghi, sono segnati dallo spopolamento. Come per esempio Lucoli, un comune di poco più di ottocento abitanti situato ai margini settentrionali del Parco Naturale Regionale Sirente-Velino che però ha visto un piccolo ma significativo segnale di ripartenza grazie all’Associazione NoixLucoli, nata in forma di Onlus e, in ottemperanza alla normativa sul Terzo Settore, divenuta Organizzazione di Volontariato – Ets; è iscritta inoltre al Runts, il Registro Unico Nazionale Terzo Settore.

Guidati da ideali come la tutela e la valorizzazione dell’ambiente, la conservazione della biodiversità e la cura delle aree rurali e montane, il passo successivo dei soci è stato quello di cercare un sito dove realizzare il Giardino della Memoria del Sisma di Lucoli, trovato poi in un terreno circostante l’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli, oltre che ricercare la frutta cosiddetta “dimenticata”.

“È nato così il sodalizio con Enzo Sebastiani, vivaista da tre generazioni, già fautore di un ripopolamento di cultivar antiche nel Parco Nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga”, racconta Emanuela.

Le piante del Giardino sono state trovate nei poderi abbandonati che un tempo erano coltivati, nei conventi e grazie a delle ricerche e al passaparola. Ma perché questi frutti nel tempo sono stati dimenticati? “Quando si parla di ‘frutti dimenticati’ ci si riferisce a piante di antica tradizione, abbandonate o accantonate a favore di colture più produttive, o comunque meglio adattabili alle logiche industriali. Negli ultimi decenni – racconta Emanuela – sono molte le varietà che hanno subìto un declino commerciale. L’evoluzione dell’agricoltura, da sempre, spinge alla selezione di determinate coltivazioni, ritenute preferibili per il consumo e per la commercializzazione. È innegabile che l’evoluzione agricola spinta dal mercato abbia avuto come effetto collaterale l’impoverimento della biodiversità, con il patrimonio ambientale, culturale e gastronomico che questa rappresentava”.

Il Giardino della Memoria è un sito di conservazione della biodiversità vegetale riconosciuto dalla Regione Abruzzo

Il Giardino della Memoria è un sito di conservazione della biodiversità vegetale riconosciuto dalla Regione Abruzzo

Il posto delle mele

In tredici anni di vita il Giardino si è arricchito di molte varietà di volta in volta reperite e oggi è un sito di conservazione della biodiversità appenninica dove si affrontano i temi legati alla sostenibilità delle produzioni agroalimentari, seguendo i principi dell’economia circolare, della bioeconomia e della conservazione delle tradizioni agricole locali. Un luogo che provvede alla messa in sicurezza delle risorse genetiche iscritte proteggendole e salvaguardandole da qualsiasi forma di contaminazione, alterazione o distruzione e che diffonde la conoscenza e la coltivazione di queste risorse genetiche di cui è custode, attenendosi ai principi delle leggi regionali.

Per tali caratteristiche, infatti, “la nostra Associazione dopo un lungo iter di accreditamento è divenuta ‘agricoltore custode’ spiega la socia, dove per custodi si intendono quegli “agricoltori che si impegnano nella conservazione, nell’ambito dell’azienda agricola ovvero in situ, delle risorse genetiche di interesse alimentare ed agrario locali soggette a rischio di estinzione o di erosione genetica, secondo le modalità definite dalle regioni e dalle province autonome di Trento e di Bolzano”, in base a quanto recita l’articolo 2 comma 3 della Legge del primo dicembre 2015, n. 194. Legge recepita dalla Regione Abruzzo con la Deliberazione della Giunta Regionale 1050 del 28 dicembre 2018 e successivi provvedimenti. Con il Decreto Mipaaf (oggi Masaf) n° 0069389 del 12 febbraio 2021 il Giardino è stato riconosciuto nell’Anagrafe Nazionale della Biodiversità di Interesse Agricolo e Alimentare per la presenza di alcune varietà di mele iscritte, appunto, nell’Anagrafe.

Mela LimoncellaMela GelataMela Renetta Ruggine e Mela Zitella sono le quattro varietà di mele conservate nel Giardino.

La Mela Limoncella è un’antica varietà di origine imprecisata, molto conosciuta in tutte le regioni meridionali, area Etna della Sicilia, Calabria, Sardegna, Abruzzo, Basilicata, Molise e Campania, dov’è ancora coltivata nella provincia di Avellino, destinata ai mercati locali o commercializzata a chilometro zero. “Le tre cultivar del Giardino della Memoria appartengono a varietà ritrovate nell’aquilano, nel territorio di San Felice d’Ocre. I nomi Meloncella o Limoncella – precisa Emanuela Mariani – sono riferiti al suo gradevole gusto acidulo capace di ricollegare il consumatore che già la conosce ai sapori a alle atmosfere dell’inverno. Varietà tra le più caratteristiche e di immediata riconoscibilità, dalla marcata identificazione con il territorio.

La Mela Limoncella è molto conosciuta in tutte le regioni meridionali

La Mela Limoncella è molto conosciuta in tutte le regioni meridionali  (Fonte foto: NoixLucoli OdV)

Diffusa nel Centro e nel Sud Italia è invece la Mela Gelata; “le marze per l’innesto realizzato al Giardino della Memoria di Lucoli provengono dal territorio di Capitignano (L’Aquila). Cultivar autunno invernale, apprezzata per la pezzatura e per la precocità e produttività degli alberi, oltre che per l’intenso profumo delle mele. È tra le cultivar dal germoplasma giunto dai secoli passati ai giorni nostri – continua la socia – rappresentava fino al 1964 il 20% della produzione in Abruzzo e Molise e il 9% di quella siciliana, oltre ad essere presente in Toscana come mela ‘dall’Olio’. Oggi può definirsi in via di estinzione. Ottima da consumare fresca per la spiccata fragranza e croccantezza dei frutti appena raccolti”.

La Mela Renetta Ruggine è un’antica varietà di origine sconosciuta, presente in Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria. “Uno dei sinonimi più diffusi è quello di mela ruzza-raggiata, da intendersi quale sinonimo di ruggine. La pianta madre è un esemplare molto vecchio ritrovato nell’aquilano nel frutteto delle Sorelle Povere di S. Chiara a Paganica di Montereale (Aq). Nonostante il suo aspetto poco appariscente, ha una pasta dolce. I frutti, di piccola pezzatura (76 grammi), sono di forma obloide con leggera asimmetria in sezione longitudinale (altezza 42 millimetri, diametro massimo 57 millimetri)”.

La Mela Renetta Ruggine è presente in Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria

La Mela Renetta Ruggine è presente in Abruzzo, Marche, Toscana e Umbria (Fonte foto: NoixLucoli OdV)

Infine, la Mela Zitella è un’antica varietà di origine sconosciuta presente in Abruzzo, Molise, Lazio, Campania e nel meridione che prende il nome dalla maturazione tardiva, tipica di questa specie. “Frutti con discrete caratteristiche organolettiche, ma non rispondenti agli standard attuali. La sua caratteristica peculiare è la longevità: si conserva infatti fino a sei mesi in ambiente privo di luce e fresco. Il frutto contiene poca pectina, ragion per cui non gelifica al di sopra di una certa temperatura. Il nome deriva dal fatto che un tempo le donne nubili erano solite utilizzare la sua polpa come cosmetico”.

Oltre a queste quattro mele nel Giardino si possono trovare anche peri, susini, ciliegi, gelsi, pesco platicarpa, ribes, corbezzolo e giuggiolo.

Tutti questi alberi sono adottati e chi adotta una pianta ne raccoglie anche i frutti. Chi adotta “versa, talvolta e senza canoni predefiniti, delle modeste cifre per la cura dell’albero. Molti alberi sono adottati da stranieri, più sensibili ai temi” afferma Emanuela.  L’adozione è infatti la modalità di finanziamento scelta dall’Associazione, che è composta infatti, è doveroso ricordarlo, da tutti volontari: “non abbiamo dipendenti e per Statuto nessun socio può ricevere compensi dall’attività associativa. Fatti salvi i ruoli di rappresentanza, amministrativi e decisori del direttivo, tutti i soci contribuiscono quando possono al lavoro comune necessario al mantenimento del Giardino. Le cure di un frutteto sono molteplici e se a questo si aggiungono gli sfalci di erba necessari per garantire l’accesso ai visitatori si può comprendere l’impegno necessario.

Oltre all’impegno richiesto nella difesa delle piante, in quanto “le fitopatie rappresentano una vera emergenza: da tre anni le piante vengono attaccate da malattie fungine perché il clima è troppo umido, la primavera è troppo piovosa e soprattutto l’estate ha temperature molto calde. Il Giardino della Memoria fruisce di poche fonti di acqua, che si assottigliano in estate per i consumi incrementati e questo contribuisce a minacciare il frutteto. Anche l’assenza di misure di difesa nei terreni vicini e abbandonati contribuisce alla diffusione dei patogeni”.

La ticchiolatura è la principale malattia fungina con cui devono fare i conti, ma ci sono stati anche dei casi di maculatura bruna e oidio.

Turismo, internazionalità e tante idee in testa

Alla base delle attività di NoixLucoli Odv c’è l’idea di diffondere la cultura del volontariato e l’attenzione per il territorio di Lucoli attraverso la partecipazione ad iniziative di salvaguardia ambientale.

“Ci interroghiamo spesso da semplici volontari sul come poter invertire la tendenza allo spopolamento dei territori più tradizionalmente rurali. Le possibili soluzioni sono molteplici e complesse come il problema. L’unica certezza – precisa Emanuela – è la necessità e l’urgenza di politiche pubbliche decise e coraggiose. All’interno del territorio di Lucoli ci sono meccanismi relazionali e processi socioeconomici disomogenei tra le frazioni (ben diciassette), i centri delle stesse e le case sparse. Il Comune dovrebbe sviluppare delle politiche di coesione all’interno del territorio comunale e tra i comuni limitrofi”.

Molto importante a tal proposito è anche il legame con il turismo, grazie alle attività didattiche e culturali organizzate nel Giardino della Memoria soprattutto nel periodo estivo e che richiamano molte presenze tra gli addetti al settore.

L’intero progetto è molto seguito anche all’estero e fin dall’inizio c’è stata, e prosegue tuttora, una collaborazione internazionale con Keren Kayemeth LeIsrael, la più antica Organizzazione ecologica al mondo “che da oltre un secolo opera a beneficio dello sviluppo, della bonifica e del rimboschimento della Terra di Israele”“Per l’anniversario dei dieci anni del Giardino ci ha donato una pianta di olivo proveniente dalle colline di Gerusalemme, dono graditissimo visto che appartiene al genoma degli olivi dell’orto dei Getsemani” conclude con entusiasmo Emanuela Mariani.

Uno dei tanti momenti di incontro nel Giardino della Memoria del Sisma di Lucoli

Uno dei tanti momenti di incontro nel Giardino della Memoria del Sisma di Lucoli (Fonte foto: NoixLucoli Odv)

 

NoixLucoli Odv https://www.noixlucoli.it/

Via Madonna del Colle, 13 – 67045 Lucoli (Aq)
Cel: +39 3489366586
Email: info@noixlucoli.it

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