Con i cambiamenti climatici ora la ritroviamo anche sotto i mille metri.
Uno dei fattori limitanti di questa specie sono sostanzialmente le basse temperature invernali. Quest’anno però il clima è stato mite. L’esperto Sandro Zanghellini, naturalista, accompagnatore di media montagna e componente della società Albatros, afferma: ”Negli ultimi anni l’aumento delle temperature ha anticipato il ciclo vitale di questo animale”.
Un inverno con le temperature miti è una delle principali cause che porteranno quest’anno ad un vero e proprio boom di processionaria il nostro GIARDINO DELLA MEMORIA di Lucoli non è esente da questo fenomeno e quest’anno avremo pochissimi frutti. Sono moltissimi i grossi nidi bianchi sugli alberi che nelle ultime settimane cerchiamo di debellare con molteplici interventi.
Il nome scientifico è Thaumetopaea pityocampa è una farfalla diffusa in tutta l’Europa meridionale che attacca soprattutto il pino silvestre e il pino nero. Uno dei fattori limitanti di questa specie, infatti, è rappresentato sostanzialmente dalle basse temperature invernali. Ogni anno ci sono quindi delle fluttuazioni numeriche sulla presenza che per il 2020 è prevista consistente.
Il ciclo vitale della processionaria fa si che l’inverno venga superato in forma di bruco e non sono molte le specie che effettuano questa trasformazione. I bruchi durante la stagione fredda rimangono protetti in un grosso nido di seta che si costruiscono dopo essere nati sulla pianta dove la femmina della falena ha deposto le uova. Da qui scenderanno solo quando avverrà la metamorfosi nella primavera successiva. Sulle piante adesso ci sono i nidi che contengono i bruchi nati durante l’estate 2019 dalle uova depositate dagli adulti. Sono rimasti in quel posto in agosto, settembre, ottobre e poi tutti assieme hanno fanno il nido dove passare l’inverno. I bruchi sono già usciti e pur mantenendosi ben ancorati alle piante, escono di notte per mangiare le foglie. Hanno già terminato la loro crescita, e dovrebbero lasciare definitivamente il nido per poi scendere sul terreno dove sprofondare e fare il bozzolo, trasformarsi in crisalide e poi in falene.
L’inverno quest’anno è stato mite e la mortalità di questa specie è stata quindi molto bassa anche se ovviamente ci sono stati dei parassiti.
Questo insetto può causare problemi di ordine sanitario all’uomo e agli animali che entrano in contatto con i peli urticanti di cui sono provviste le larve. I peli urticanti possono provocare reazioni allergiche con sintomi a carico della pelle, degli occhi o del sistema respiratorio.
Oggi 26 Giugno i nostri soci hanno lavorato per la cura degli alberi e per la sfalciatura dell’erba.
Cerchiamo di recuperare la situazione e di salvare i nostri alberi.
Il lavoro di sfalciatura |