Madonna con Bambino
Chiesa Confraternitale del Santuario della Madonna della Misericordia Arcidiocesi di Fermo |
Madonna con Bambino
Chiesa Confraternitale del Santuario della Madonna della Misericordia Arcidiocesi di Fermo |
L’organo di Giovanni Farina |
Due sono le definizioni filosofiche fondamentali che sono state date alla musica. La prima è quella che la considera come la rivelazione all’uomo di una realtà privilegiata e divina: rivelazione che può assumere o la forma della conoscenza, o quella del sentimento. La seconda è quella che la considera come una tecnica o un insieme di tecniche espressive, che concernono la sintassi dei suoni.
La dottrina della musica come scienza dell’armonia e dell’armonia come ordine divino del cosmo è nata coi Pitagorici i quali affermavano che la musica è armonia dei contrari e accordo dei discordanti. La funzione e i caratteri dell’armonia musicale sono gli stessi dell’armonia cosmica: la musica perciò è il mezzo attraverso il quale ci si eleva alla conoscenza di tale armonia. Platone pertanto includeva la musica al quarto posto fra le scienze propedeutiche (dopo l’aritmetica, la geometria e l’astronomia) e la considerava la più vicina alla dialettica e la più filosofica.
Nel Medioevo la musica fu inclusa nel novero delle arti liberali ritenute fondamentali, in questo periodo. Sant’Agostino espone il passaggio della musica dalla fase della sensibilità (in cui essa si occupa dei suoni) alla fase della ragione in cui diventa contemplazione dell’armonia divina. Anche oggi si fa frequentemente ricorso alla definizione della musica come espressione del sentimento o almeno la si presuppone come cosa ovvia e sicura. In Italia ha contribuito a rafforzarla la dottrina dell’arte di Croce, come espressione del sentimento; ma ovviamente, questa dottrina non è che la generalizzazione a tutto il dominio dell’arte della definizione romantica della musica.
L’invenzione dell’organo è frutto della scienza dei greci; esso trova ragion di vita ad Alessandria d’Egitto durante l’età ellenistica. Alla fine del III secolo a.C., tra gli uomini dotti di Alessandria, figurava un certo Ctesibio, meccanico di professione, individuabile oggi come ingegnere idraulico, motivato dallo spirito d’avventura tipico del suo tempo. Da ragazzo, garzone barbiere nella bottega paterna, inventò un apparecchio pneumatico per sollevare, abbassare e tenere inclinati gli specchi secondo le esigenze dell’arte della rasatura e dell’acconciatura. Questo meccanismo gli aprì le porte agli studi scientifici prima, e ad ulteriori scoperte poi, scoperte che lo resero fondatore della pneumatica. Le sue indagini sull’elasticità dell’aria e dell’acqua, che partono dal principio aristotelico che l’inspirazione dell’aria è trazione e l’espirazione è spinta l’illuminarono a costruire il prototipo della classica pompa aspirante-premente, che da duemila anni è modello d’infinite applicazioni meccaniche e tecniche e che, nella sua forma primordiale (tubo, cilindro, pistone a stantuffo, leva a mano), sopravvive tuttora per estrarre l’acqua dai pozzi di campagna.
I suoi primi tentativi pratici verso questa direzione lo portarono alla costruzione di un “albero sonoro” collocato nel tempio votivo dedicato alla regina Arsinoe, presso il delta del Nilo a Zefiron. Di questo strumento automatico si sa che emetteva modulanti suoni di tromba e cinguettio di uccelli a intervalli regolari, mediante un getto d’acqua che comprimeva l’aria racchiusa in un contenitore. Dall’automa sonoro all’organo, il passo fu assai breve: Ctesibio, con una riserva d’aria il cui flusso era alimentato da una pompa aspirante-premente e la cui pressione veniva equilibrata dal peso dell’acqua spostata in un’ingegnosa combinazione di vasi comunicanti, riuscì a far suonare un sistema di aulòi (gli antenati dell’oboe), superando le limitazioni del fiato umano. Di comune accordo si considera il 245 a.C. come la data di invenzione dell’organo anche se, per ovvi motivi, non può esser stabilita con certezza.
Le foto realizzate durante l’ispezione dello strumento |
Il Prof. Alberto Mammarella Ispettore della Soprintendenza |
Le foto e lo studio durante l’ispezione dello strumento |
La predica di San Francesco Saverio in India |
Tutte le immagini presentate in questo articolo sono state gentilmente concesse dal Ministero per i Beni e le Attività culturali – Soprintendenza per il Patrimonio Storico Artistico ed Etnoantropologico per l’Abruzzo di L’Aquila, si fa divieto di riproduzione con qualsiasi mezzo delle stesse.
Cavalli a Campo Felice |
I rovi tagliati ed i detriti organici bruciati |
Vecchi e pericolosi fili di filo spinato tolti dal terreno |
Ribattitura del sentiero |
Marcatura del sentiero con pietre più grandi |
9 ottobre 2011 la prima neve |
Renato Giardini e Donald Cushman |
Una delle pietre posizionate da Renato Giardini ed i fiori |
Il gatto “Accollo” nel suo giro di “guardia”, bellissimo maschio di soriano: vive con la carità di quanti lo nutrono |
“Accollo” in un momento di meditazione |
Colle di Lucoli: il tempo si è fermato al 6 aprile 2009 |
La Fonte Locusù: la Frazione ha solo due abitanti ma alla fonte ci sono sempre molti ragazzi |
Cominciamo dalla Fonte e prendendo spunto dalla scritta ridiamo vita al Colle! |
Lavandaie abruzzesi |
L’elenco dei benefattori che hanno contribuito a finanziare l’opera |
Veduta dell’opera inaugurata |
Il ringraziamento del Sindaco |
Studio medico del Poliambulatorio con attrezzatura |
Uno degli studi del Poliambulatorio |
Karen e Sean O’ Neill nella stampa irlandese |
I tanti artisti che si sono esibiti nel concerto di Galway per Lucoli |