Trasparenze invernali a Lucoli – Campo Felice – foto di Roberto Soldati |
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Lettera scritta dalla Federazione Nazionale Pro Natura al Segretario Generale del CITIES (Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora) |
Lettera scritta dalla Federazione Nazionale Pro Natura al Ministro Clini |
Il prossimo congresso del 3-14 marzo in cui si discuterà del Camoscio d’Abruzzo |
Cavalli che hanno danneggiato il Giardino della Memoria davanti all’Abbazia di San Giovanni |
Campo Felice (Lucoli – AQ) un tesoro ambientale da proteggere |
Cliccare sui simboli delle Associazioni per visualizzare il documento |
Risultati delle segnalazioni per L’Abruzzo |
Come pubblicato dai giornali la risposta è stata sorprendente e il censimento ha avuto la partecipazione di un milione di persone: 10.173 sono stati i siti culturali segnalati, tra questi l’Abbazia di San Giovanni Battista di Lucoli si è posizionata al 55° posto per numero di segnalazioni; al secondo posto tra i siti del cuore dell’intero Abruzzo.
Le 4.310 segnalazioni ritenute valide per l’Abbazia, raccolte quasi esclusivamente con firme, hanno superato quelle per la Città di l’Aquila ed hanno superato di tre volte la popolazione del Comune di Lucoli.
Abbazia di San Giovanni Battista – Foto Roberto Soldati |
Nella Lucoli di oggi quanta bellezza è condensata nell’architettura dell’Abbazia di San Giovanni Battista, quanto spirito umano dei suoi costruttori e fedeli dell’anno Mille ci è stato tramandato? Questo bene culturale è il bene più prezioso di questo territorio da considerarsi come vertice e sunto della sua gente passata, presente e futura.
Ha creduto in un progetto comune e nella possibilità di contribuire, seppur con una sola firma, alla salvaguardia dell’Abbazia, che rappresenta da sempre il cuore del territorio.
Quando la gente di questa terra la guarda, sa che in essa è condensata la vita di chi l’ha costruita, frequentata, di chi ci è stato battezzato, coniugato e ci ha fatto un funerale, di chi l’ha semplicemente ammirata, di tutti coloro che con una firma hanno cercato di salvarla dalla rovina del terremoto e dall’incuria più o meno consapevole di coloro che potrebbero sanarla.
Grazie a tutti coloro che ci hanno creduto ed hanno partecipato per raggiungere questo risultato.
In modo particolare e dedicato ringraziamo il giovane Federico, il più piccolo di noi volontari, che da solo ha raccolto decine e decine di firme.
Classifiche dei siti abbaziali a livello nazionale |
Risultati a livello nazionale |
Articolo del giornale il Centro su Lucoli e l’Abbazia di San Giovanni Battista |
Luigi Peretti in una foto del 2005 |
Pecore alla fonte – Foto di Valentina Tirelli |
Peretti nella sua stalla – Foto di Gianni Soldati |
Nel dopoguerra il formaggio artigianale era personale non vi era commercio, ogni famiglia con un gregge lo produceva e lo consumava in casa. Luigi già nel 1947 lavorava e seguiva suo padre a Roma nella transumanza che iniziava da ottobre e durava fino a giugno, la meta era la zona di Cesano Romano dove le pecore pascolavano e lì in un casolare facevano il formaggio. Con la primavera riportavano il gregge nel lucolano.
Il suo formaggio è una leccornia completamente fatto a mano!
Inizia la preparazione del formaggio |
La mescola del latte per farlo addensare |
Il formaggio si addensa |
Il formaggio si è consolidato e viene tagliato con una sottile corda di cotone |
Tanti pezzi di formaggio da porre negli stampi |
Le mani sapienti, con i segni della fatica del lungo lavoro, modellano il formaggio nelle forme |
Gli stampi per far scolare il formaggio |
A seguire un giorno nell’acqua salata. Che ci fa un uovo nell’acqua? Indica il grado di salatura della stessa: quando galleggia il dosaggio è giusto. |
A ciclo ultimato il formaggio inizia la stagionatura |
Alberi centenari di Lucoli |
LA GIORNATA NAZIONALE DEGLI ALBERI
La legge ridefinisce a livello nazionale anche la “Giornata nazionale degli alberi”, celebrata il 21 novembre in tutta Italia all’insegna della valorizzazione dell’ambiente e del patrimonio arboreo e boschivo, in linea con l’attuazione del protocollo di Kyoto.
Un documento del 1920 che celebra la festa degli alberi – documento gentilmente concesso da Fernando Rossi |
Ogni anno la Giornata sarà ispirata ed intitolata ad uno specifico tema di rilevante valore etico, culturale e sociale.
In occasione della celebrazione della Giornata le istituzioni scolastiche cureranno, in collaborazione con i comuni, le regioni e con il Corpo forestale dello Stato, la messa a dimora in aree pubbliche di piantine di specie autoctone secondo modalità che dovranno essere stabilite con apposito decreto.
Con questa nuova legge le normative fino ad ora emanate risultano numerose e varie e la materia appare comunque controversa. Infatti, i provvedimenti di attuazione delle stesse da parte delle Autorità Statali e Regionali competenti risultano non adeguati. Solo pochissime Regioni hanno adempiuto ad elaborare gli elenchi previsti dalla legge entro il termine previsto, mentre in nessun caso il Ministero competente ha provveduto in via sostitutiva. Quindi, paradossalmente, la protezione degli alberi monumentali è oggi meno effettiva di quella esistente prima dell’emanazione del D.Lgs. 63/2008. Infatti, in assenza degli elenchi approvati dalle Autorità competenti, neppure l’art. 734 del Codice Penale può essere oggi invocato per sanzionare comportamenti dannosi per i beni tutelati.
Dopo più di tre anni di inadempienza da parte di quasi tutte le Autorità competenti, il Parlamento ha ora approvato, nel dicembre scorso, il disegno di legge “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, che è divenuto finalmente legge, con la sua pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n. 27 del 01/02/2013. E’ la Legge n. 10/2013 (di cui parliamo) e che entrerà in vigore il 16/02/2013, essa pur essendo di ottima qualità, presenta però parecchi problemi, tra i quali:
- si sovrappone a quella del Codice del paesaggio, innovata appena 4 anni fa, creando due procedure parallele per il riconoscimento formale degli alberi monumentali;
- stabilisce una lunga e complessa procedura per tale riconoscimento, delegando il censimento ai Comuni, la raccolta dei dati alle Regioni e il definitivo inserimento in un Elenco nazionale gestito dal Corpo Forestale dello Stato. Mente la procedura non prevede alcun termine per il censimento affidato ai Comuni, le Regioni sono obbligate a trasmettere i relativi elenchi al Corpo Forestale entro un anno. L’eventuale inottemperanza da parte delle Regioni comporta la diffida e l’attivazione dei poteri sostitutivi da parte del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali.
Se già la procedura, più snella, delineata dal Codice del paesaggio è quasi completamente inattuata da più di tre anni, si può ben immaginare quanto questa nuova e più farraginosa procedura potrà esserlo.
Di fronte a tutto ciò, Regioni avanzate in campo ambientale come l’Abruzzo hanno recentemente approvato (con Decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 72 del 14/09/2012) un elenco ufficiale di 370 alberi monumentali, dichiarati “monumenti naturali protetti” ai sensi della Legge Regionale quadro sulle aree protette n. 38/1996, tutti censiti, documentati e georeferenziati in un volume a colori di 500 pagine appena pubblicato dalla Regione stessa (Artese, Di Fabrizio, Di Giulio & Petriccione, Cogecstre Edizioni, 2012). Peccato però che né la Legge Regionale in questione, né il recente Decreto, prevedano alcuna sanzione per chi li danneggi, non potendosi neppure applicare le sanzioni previste dal Codice del paesaggio, in quanto nel Decreto non vi si fa riferimento alcuno e l’elenco non è stato neppure approvato con la procedura da questo prevista.
Su suggerisce l’approfondimento della tematica sul sito di Gaianews leggendo l’articolo del Dott. Bruno Petriccione, (biologo e dottore di ricerca in ecologia).
http://gaianews.it/ambiente/estinzione-ambiente/decine-di-leggi-e-decreti-regionali-e-due-leggi-nazionali-ma-gli-alberi-monumentali-sono-davvero-tutelati-35465.html
- Diffondere e favorire la conoscenza e il rispetto della natura e dei suoi equilibri;
- Adoperarsi per una tutela dell’ambiente che tenga conto delle esigenze biologiche e culturali dell’uomo;
- Ottenere la valorizzazione ed un’adeguata protezione delle zone d’interesse naturalistico e/o culturale e delle specie viventi, nonché una seria programmazione di ogni intervento sull’ambiente;
- Difendere la biodiversità nelle sue varie forme quale valore naturale oltre che economico, sociale e culturale.
- Biodiversità: quale ricchezza della nazione;
- Patrimonio costituito dai beni culturali;
- Consumo di suolo e Governo del territorio;
- Difesa del suolo e adattamento ai cambiamenti climatici;
- Contenuti verdi della filiera agroalimentare;
- Turismo: sostenere le vocazioni del territorio;
- Governo dell’ambiente.
- Diritto all’ambiente: tutela costituzionale e penale;
Difendiamo l’ambiente di Lucoli – Campo Felice lago niveo – Foto Fabrizio Soldati |
Tubifex tubifex – CLICCARE SULLA FOTO PER VEDERE IL FILMATO |
Il Tubifex tubifex
Tutto cominciò per capire come mai alcune sorgenti di alta quota a Lucoli avevano una colorazione rosso brillante. Si pensò ad alghe e batteri descritti in alcuni laghetti di montagna, si temette la presenza di qualche inquinante, ma nessuno avrebbe potuto immaginare che, alla vicinanza, quella colorazione brillante si sarebbe improvvisamente ritratta scomparendo, per poi riapparire, quasi danzando, dopo qualche secondo.
Si trattava di una colonia di Tubifex tubifex, un piccolo innocuo vermicello di pochi millimetri, che vive in sedimenti acquosi. Il suo colore rosso è dovuto ad una sostanza simile alla nostra emoglobina, che utilizza per catturare ossigeno e respirare.
L’attenzione appassionata che a Lucoli viene prestata da attenti ambientalisti verso la fauna e la flora locale porta al voler approfondire gli aspetti naturalistici, geologici ed ambientali, che generalmente restano materia di studio di cattedratici, è così che si è iniziato a studiare il Tubifex tubifex varietà rossanensis.
La nostra Associazione si spende per promuovere la conoscenza della ricchezza dell’ambiente di Lucoli che risulta elemento indispensabile per promuoverne la valorizzazione e tutela consapevole ed è per questo che pubblichiamo questo articolo sul “vermetto dei fanghi”, di cui, quello scoperto a Lucoli potrebbe costituire una nuova varietà mai studiata prima.
L’anellide Tubifex tubifex vive nei fondali fangosi dei corsi d’acqua, è normalmente considerato un indicatore biologico della qualità delle acque dolci. Questi vermi possono sopravvivere con poco ossigeno agitando le estremità, ricche di emoglobina, sfruttando tutto l’ossigeno disponibile. Essi possono sopravvivere in aree così pesantemente inquinate da materia organica che quasi nessun’altra specie potrebbe sopportare. La sua presenza nelle acque sorgive della valle di Sett’acque consentirà di fare particolari considerazioni sugli ecosistemi a ridottissima presenza umana, ma, ad esempio, soggetti a forte pascolamento inquinante.
Il verme rossastro fu classificato per la prima volta nel 1774 dal naturalista danese Otto Friedrich Muller (1730-1784).
La valle di Sett’acque ed aree simili rappresentano dei veri e propri laboratori ambientali, dove conoscere ed imparare a proteggere la natura e l’ambiente. Sett’acque è una vallata atipica, a circa 1900 m s.l.m. ed è formata da un substrato arenaceo contornata da calcare. L’arenaria forma uno strato impermeabile e permette la formazione di piccoli scorrimenti e pozzanghere che a causa dell’eccessivo carico del bestiame che vi pascola sono sempre fangose e comunque generano un habitat atipico rispetto ai dintorni.
Anche il mondo di un piccolo vermetto come il Tubifex, ha rivelato una più grande ed elegante complessità e rappresenta un valido esempio di ricerca interdisciplinare che abbraccia tematiche ecologiche di impatto sulla qualità dell’ambiente in cui viviamo e, anche sull’economia locale e la qualità della vita delle persone.
Per saperne di più:
Tubifex tubifex pubblicazione realizzata a cura del costituendo gruppo di lavoro Centro Ricerche di Lucoli – febbraio 2011.
Il presente articolo è liberamente tratto dalla pubblicazione citata. |
Armando Tresca |
Subito dopo la guerra, gli «Amici della Domenica» si ritrovavano nel salotto di casa Bellonci. Erano un gruppo nutrito di letterati, un tempo indice degli umori dell’ambiente culturale e politico del paese e forza capace di indirizzare i gusti dell’establishment intellettuale. Tra i partecipanti alle riunioni c’erano Carlo Emilio Gadda, Roberto Longhi, Ennio Flaiano, solo per citarne alcuni.
Armando Tresca |
Il mattino successivo, con il pulman che trasportava i minatori alla cava di bauxite, siamo giunti alla piana di Campo Felice per poi proseguire a piedi verso quello che era il nostro obiettivo: una fontana da cui sgorgava acqua fresca e purissima. Non ricordo come veniva chiamata quella fontana. Qualcuno mi ha suggerito il nome di “Fonte del Campo”. Il percorso era un incanto della natura; non sentivo stanchezza, ero estasiato dallo stupendo paesaggio che stavamo attraversando. Un gregge al pascolo ci ha incuriosito; mi è rimasto impresso il movimento dei cani che cercavano di tenere unito il gregge. Il pastore ci ha offerto del formaggio che ha reso ancora più ghiotto il pasto consumato nei pressi della fontana. Il pomeriggio, al punto d’incontro prestabilito, siamo risaliti sul pulman per ritornare a Lucoli Alto; una giornata che vorrei rivivere.
Campo Felice il lago niveo |
Campo Felice cartolina d’epoca |