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Festa di San Giovanni Battista Patrono di Lucoli- 24 giugno |
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Infatti i corredi realizzati a mano sono, per chi li possiede, qualcosa di prezioso e di distintivo della propria appartenenza ad una cultura, ad un territorio, ad un progetto di vita insieme e si tramandano da sempre con amore e con orgoglio. Non solo il ricamo ha questo compito di accompagnare unioni familiari e rapporti sociali, ma anche l’uncinetto, la maglia, il filet.
Il ricamo è anche ricerca, conoscenze tecniche, tradizione, un’eccellenza che affonda profonde radici nella storia, nell’aquilano poi, si arricchisce anche dell’esperienza del merletto a tombolo. Ci sono musei italiani che aprono le porte alla nobiltà di gusto e all’abilità di molte artigiane, in quanto il ricamo è arte creativa e strumento della memoria storica.
La Signora Dalma Chiappini |
Oggi vogliamo parlare di Dalma Chiappini di Vado Lucoli. Strano nome Dalma, che potrebbe avere la stessa etimologia di Alma, oppure avere origine illiriche, e significare “pecora” (cfr. l’odierno albanese delme), questo nome le fu dato dal papà di ritorno dalla Sardegna ove lavorava con le greggi ed a suo dire non le è mai piaciuto.
Ci racconta di aver ricamato con tanti tipi di punto: il punto piatto, il punto rodi, i retini e tanti altri.
Ha scritto poesie con i fili ed i nodi, intrecciando fili di cotone per disegnare immagini e parole col sottile prodigio del filato. Le sue mani con i loro movimenti magici hanno lavorato tanto, mani che portavano sempre il ditale inserito dentro il dito medio della mano destra e nel momento che ne era senza, quel dito sembrava talmente scarno dal suo assiduo lavoro. Quelle “sante” mani: che eseguivano i ricami seguendo un sapere acquisito da bambina, erano addolcite dal bene della pazienza, dalla fertilità dell’umiltà, dalla fantasia, mani che si avversavano alla povertà del tempo, ma che le facevano costruire il futuro.
Adolfina e Dalma Chiappini, nella foto con il marito di Adolfina |
Quella di Dalma e della sorella Adolfina, anch’essa ricamatrice, sono esperienze che andrebbero non solo ricordate ma valorizzate cercando di tramandare quest’arte alle giovani generazioni, arte che testimonia il fascino indiscutibile di una tradizione che non dovrebbe morire.
Nella foresta reale di Sherwood, cuore storico della Gran Bretagna, il Major Oak sotto le cui chiome leggenda vuole che si nascondesse Robin Hood è ancora saldamente in piedi. Anzi, sulle sue radici. I custodi del parco raccolgono i turisti attorno all’albero millenario e raccontano una storia: «La quercia ci mette 300 anni per crescere, poi riposa 300 anni e per altri 300 declina con grazia». In alcuni casi fortunati, vive anche di più. Com’è successo alla quercia dell’eroe popolare inglese.
Alcuni alberi centenari presenti sul piazzale dell’Abbazia di San Giovanni Battista |
Siamo convinti che sia necessaria una nuova cultura dell’albero, c’è sempre posto per un albero, se si vuole trovarlo, ed il suo futuro sarà garantito soltanto se le comunità locali arriveranno a comprendere la sua importanza e il suo valore.
1. In base alle modifiche del 2008 al Codice dei beni culturali e del paesaggio, ogni danneggiamento di alberi monumentali dichiarati “beni di notevole interesse pubblico” è punito penalmente, con la reclusione da 1 a 4 anni.
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si sovrappone a quella del Codice del paesaggio, innovata appena 4 anni fa, creando due procedure parallele per il riconoscimento formale degli alberi monumentali (senza considerare l’altra procedura della LR dell’Abruzzo);
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stabilisce una lunga e complessa procedura per tale riconoscimento, delegando il censimento ai Comuni, la raccolta dei dati alle Regioni e il definitivo inserimento in un Elenco nazionale gestito dal CFS;
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la legge non prevede sanzioni penali, bensì solo amministrative, anche se molto elevate (da 5.000 a 100.000 Euro, quindi 10.000 Euro se il pagamento in misura ridotta avviene immediatamente).
Lucoli faggi pluricentenari presenti ai prati di Cerasolo |
Per saperne di più: http://www.patriarchinatura.it/contenuti/it/home/index.php
http://www.progettoconalpa.org/index.php?option=com_content&view=article&id=115&Itemid=132
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Poesia di Francesco di Gregorio tratta da: “La Limbarda” – Versi dialettali 1960-1966.
Gli oggetti esposti |
Chiesa di S. Menna Affresco di Saturnino Gatti – La Crocifissione |
In questi tesori architettonici di Lucoli e Tornimparte sono custodite queste “gemme” meravigliose dell’arte di Saturnino Gatti.
Rete di recinzione tagliata lato Abbazia |
Rete di recinzione tagliata lato strada provinciale |
Lucchetto divelto: la parte di metallo a chiusura di colore nero è staccata sul legno |
Alcune delle piante irreparabilmente danneggiate: specie di Albicocco di Rocca Calascio spezzata |
Specie denominata “melo a candela” spezzata |
I cavalli lasciati incustoditi di fronte all’Abbazia di San Giovanni Battista |
Interrogativi sulle prospettive future: Galleria di Serralunga un vantaggio per il territorio di Lucoli? |
La galleria di Serralunga: oggi, prima dell’inaugurazione |
Campo Felice la strada che porta agli impianti |
Sarà inaugurata il 22 dicembre prossimo la galleria “Serralunga”, lunga 1.299 metri (dei quali 48 metri in galleria artificiale) che collegherà la Piana di Campo Felice e l’Altopiano delle Rocche della strada statale 696 “del Parco Sirente Velino”, per una lunghezza complessiva di 2,5 chilometri.
Un’indagine condotta dal gruppo Cresme per Legambiente e Confcommercio sui comuni italiani con meno di 2000 abitanti ha individuato in Rocca di Mezzo e Ovindoli i due Comuni abruzzesi con le migliori performance insediative per la elevata utilizzazione delle strutture turistico-ricettive nonché “per la capacità dei singoli territori di offrire sé stessi, nel rispetto delle proprie vocazioni/tradizioni e nel rispetto del rapporto con le proprie doti ambientali”. Nella percezione degli amministratori ed operatori locali, le potenzialità turistiche dell’Altipiano però, non sono sembrate pienamente valorizzate fino a questo momento per problemi quali l’elevato grado di stagionalità delle attrezzature, la loro scarsa interconnessione, la mancanza di specificità e di rapporto con il contesto.
Tutti problemi ben noti sui quali si è dibattuto da molto tempo, anche da prima del terremoto del 2009, problematiche che oggi sembrano trovare miracolosa soluzione nella prossima apertura della galleria di “Serralunga”.
Ma ci chiediamo se il territorio di Lucoli si avvantaggerà realmente dal rilascio di quest’opera infrastrutturale.
Senz’altro il numero di presenze, che si immaginano massicce, che percorreranno l’Altipiano nella parte del territorio di Lucoli non porteranno agli operatori locali benefici economici commisurati al livello di usura ambientale che produrranno nel contesto. I turisti, inoltre, tenderanno a non fruire delle strutture ricettive e commerciali delle Frazioni di Lucoli collocate nella vallata (unica eccezione, forse, Casamaina), dirigendosi, invece, verso i comuni meglio organizzati e con più offerte di servizi, raggiungibili proprio attraverso la galleria.
La vera ricchezza del Comune di Lucoli è compresa nella sua biodiversità e naturalità che va conservata e difesa strenuamente combattendo soprattutto le idee di facile trasformazione del territorio portate avanti sull’esigenza del miglioramento economico, purtroppo al momento, di altri comuni che hanno già fatto delle scelte turistiche intensive.
L’Altopiano di Campo Felice è un sito di importanza Comunitaria (SIC) che ricade nell’area omogenea n° 9 che, con l’apertura della galleria di “Serralunga”, sarà ridotto in una sua ampia parte ad una strada di percorrenza e passaggio: la parte di territorio di Lucoli rappresenterà un comprensorio spaziale dove ci si sposterà, scierà, camminerà, ma dove non si alloggerà perché le strutture ricettive saranno al di là della galleria in altre aree comunali.
Questa tendenza prospettica di minor vantaggio potrebbe essere in parte contenuta con la realizzazione di opere di miglioramento della SS584 verso l’Aquila, strada che consentirebbe ai flussi turistici di raggiungere facilmente questa Città passando per Lucoli, apprezzandone i contesti abitativi ed i borghi (belli anche se terremotati) e viceversa.
Molti sostenitori dell’apertura della galleria hanno spesso parlato di strenue resistenze di tutela ecologica messe in atto da parte degli ambientalisti, ignorando, a vantaggio di altri interessi, i processi irreversibili di modifica degli ambienti naturali dell’Altipiano, originati da opere infrastrutturali quali: la galleria, i 20 km di asfalto della SS696 (che ricadono sul nostro territorio), i parcheggi e, in ultimo, le presenze turistiche intensive, veloci e poco consone per natura del loro stesso target alla conservazione della natura.
Non siamo convinti che siano stati previsti tutti gli accorgimenti per evitare le pesanti ricadute di queste infrastrutture sui contesti naturali dell’Altopiano. La realizzazione di queste opere mira all’esclusivo potenziamento dell’offerta turistica sciistica ed alberghiera dei Comuni di Rocca di Cambio, Ovindoli e Rocca di Mezzo raggruppati insieme a Lucoli nell'”area omogenea della neve“.
Il modello di territorio come “sistema vitale” ipotizzato in tutti gli studi strategici per lo sviluppo di quest’area, indirizza, sulla carta, verso una rappresentazione utile a supportare decisioni di governo che migliorino le probabilità di sopravvivenza del sistema territoriale nel suo complesso: quindi, della parte ricettiva alberghiera e di servizi e della parte ambientale e naturale.
Le componenti fisico-naturali e di scenario, rappresentano il punto di forza del territorio di Lucoli ed andranno tutelate rispetto alla prospettiva di sviluppo che si intravede con l’apertura della galleria di “Serralunga”, rendendo centrale il rapporto “impresa-salvaguardia del territorio” in un’azione di governo ispirata ad una visione di sviluppo sostenibile.
Riteniamo che gli Amministratori di Lucoli siano consapevoli della loro responsabilità di gestione operativa del “sistema vitale” del territorio che si sta caratterizzando con un intreccio di dinamiche che coinvolgono i portatori di una varietà di interessi e, sono, al momento, sbilanciate e difficili da conciliare. La salvaguardia e la tutela delle ricchezze ambientali sono oggi strettamente connesse al grado di civiltà degli uomini, alla loro cultura e sensibilità, un turismo “mordi e fuggi” non ha i tempi per tutelare ed assaporare i valori ambientali, tende ad essere intensivo e distruttivo.
Probabilmente il territorio andrà protetto con sistemi di lotta tecnologicamente avanzati (le ordinanze già ci sono), le sanzioni e la vigilanza dovrebbero essere intensificati, oppure dovranno essere prodotte altre iniziative in presenza di una coscienza sociale poco attenta alle esigenze dell’ambiente. Un “piano di area“, più volte auspicato da queste pagine, consentirebbe di regolare e vincolare anche interventi infrastrutturali futuri.
Con il disgelo sul terreno di Campo Felice si trovano le plastiche |
In ultimo, ma non ultime per importanza, dovrebbero essere realizzate attività di sensibilizzazione e di informazione della Comunità, anche con il coinvolgimento dei mass media, che non saranno mai pienamente efficaci se non mirate a realizzare una cultura della tutela del patrimonio ambientale, inteso come bene imprescindibile che appartiene alla stessa collettività, promuovendo la consapevolezza che uomini e risorse ambientali appartengono al medesimo contesto naturale. |
Riferimenti stampa: http://ilcapoluogo.globalist.it/Detail_News_Display?ID=29596
Alla presenza del Sindaco Cialente, molti artigiani e professionisti sono stati premiati e tra questi Pasqualina Iapadre che a Lucoli tutti conoscono perché titolare dell’omonimo ristorante nella Frazione di Casamaina.
Ma……, Pasqualina è riservatissima.
Alcune delle materie prime utilizzate provengono dalla coltura di alcune varietà tipiche di granaglie di montagna (i legumi) che stanno divenendo rare sulle tavole cittadine o dalla raccolta delle erbe spontanee, un’altra usanza quasi dimenticata.